Intesa Sanpaolo aggiorna i record dal 2007 dopo i dati del trimestre

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
5 min

Balzo dell'utile trimestrale del 13% La redditività tiene e crescono i profitti nonostante il calo del margine d'interesse e dei tassi. Confermata una politica dei dividendi generosa

Intesa Sanpaolo aggiorna i record dal 2007 dopo i dati del trimestre

Ancora una volta brilla a Piazza Affari il titolo di Intesa Sanpaolo dopo la pubblicazione di risultati in crescita nonostante la fiera distanza presa da mesi su ogni dossier di M&A in Italia che ha privato l’azione di quell’appeal speculativo che ha invece incoraggiato altri corsi.

In queste ore il titolo di Intesa guadagna il 3,81% e si porta a 5,396 euro per azione dopo un primo allungo fino a 5,449 euro che ha aggiornato i record di periodo riportando il titolo su livelli che non si vedevano dal 2007.

È un rally ancor più significativo sul grafico perché lascia alle spalle quella resistenza critica dei 5 euro che è stato la maggiore barriera contro ulteriori apprezzamenti dallo scorso aprile a oggi, ma che già aveva mostrato segnali di cedimento, ma molto meno decisivi di quelli di oggi, il 6 giugno e il 9 luglio.

I volumi impetuosi, ossia oltre 167 milioni di azioni passate di mano contro una media giornaliera di 48,1 milioni di pezzi appena, confermano ulteriormente una promozione della crescita organica voluta dall’amministratore delegato Carlo Messina.

Intesa Sanpaolo, utile netto +13% nonostante il calo dei tassi

Nel secondo trimestre del 2025 l’utile netto del gruppo balza del 13% a oltre 2,6 miliardi di euro: se si divide questa cifra per i circa 17,8 milioni di titoli del gruppo si ottiene un utile per azione nel solo trimestre di oltre € 0,146. Se si considerano gli ultimi 4 trimestri si ottiene alle valutazioni di adesso un rapporto prezzo/utili (P/E trailing) di 8,58 che potrebbe ancora essere considerato generoso visto che l’Euro Stoxx Banks riporta un P/E trailing di 8,9x

Ma andiamo al business: gli interessi netti trimestrali di Intesa sono calati del 3,72% a 3,8 miliardi di euro mentre le commissioni nette sono cresciute del 7,6 a 2,45 miliardi circa. Anche il risultato dell’attività assicurativa è cresciuto dell’1,1% a 460 milioni.

Intesa è l’unica grande banca italiana che ha da anni una compagnia assicurativa interna, ma solo lo scorso dicembre ha trasforma Intesa Vita in “Intesa Sanpaolo Assicurazioni”, sotto la guida di Virginia Borla e centralizzato in “Intesa Sanpaolo Protezione” il ramo danni affidato a Massimiliano Dalla Via.

Ma senza il balzo delle attività/passività al fair value da 81 a 287 milioni, la variazione dei proventi operativi netti sarebbe stata negativa. In altre parole la crescita dei proventi operativi del 3,57% a quasi 7 miliardi di euro (6,997 per l’esattezza) è dovuta anche alla salute dei mercati.

Comunque sia Intesa ha dimostrato alla fine del secondo trimestre del 2025 di riuscire ad accrescere gli utili anche dopo 8 tagli dei tassi d’interesse della BCE che hanno portato il vecchio tasso di rifinanziamento delle operazioni principali al 2,15% (al 2% il tasso ormai di riferimento sui depositi).
Non era affatto scontato per una banca ‘commerciale’ e quindi il gruppo dimostra ancora una volta di avere un business ben differenziato.

Oltretutto si riconferma la solidità del bilancio con rettifiche di valore netto su crediti in calo a 281 milioni nel trimestre contro i 320 dello stesso quarto del 2024, con un’incidenza dei deteriorati all’1,2% appena dei crediti complessivi al netto delle rettifiche di valore e con un loro livello di copertura del 50,1% (66,5% per le sofferenze). Il cost/income ratio è al 38%

Il common equity tier 1 ratio di Banca Intesa Sanpaolo, ossia il maggiore indice di patrimonializzazione costruito rapportando il capitale primario a tutti gli asset ponderati per il rischio (RWA), ammonta al 13,5% con una crescita di ben 65 centesimi nei 6 mesi in gran parte dovuta all’impatto di 40 centesimi di Basilea 4 e deducendo dal capitale ben 3,7 miliardi di euro di dividendi e 2 miliardi del buyback avviato nel giugno 2025. A fronte del 13,5% registrato, c’era un requisito SREP (ossia della Bce) del 9,85%.

Intesa, la guidance, i dividendi, il buyback

Il capitale porta quindi naturalmente a parlare della distribuzione di valore ai soci che il gruppo ha riconfermato insieme alla guidance 2025.

Il gruppo oggi ha migliorato la guidance sugli utili del 2025 che si porranno "ben oltre i 9 miliardi di euro" ('includendo le azioni gestionali nel quarto trimestre dell'anno per l'ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del gruppo').

Quest’anno il gruppo si aspetta ricavi in crescita. Gli interessi netti dovrebbero tenere oltre i livelli del 2023 e tornare a crescere l’anno prossimo anche grazie all’hedging sulle poste a vista. Il gruppo prevede inoltre un incremento delle commissioni nette e dell’attività assicurativa, grazie anche a wealth management, protection & advisory e utili da trading.
Prevista una riduzione dei costi con uscite volontarie concordate ed economie raggiunte anche grazie alla tecnologia. In programma anche la razionalizzazione degli immobili. Dovrebbe ridursi il costo del rischio e restare basso lo stock di crediti deteriorati mentre verranno meno i contributi richiesti al sistema bancario e assicurativo.

Il Piano del gruppo prevede di pagare in contanti il 70% degli utili, è il payout ratio fissato dal gruppo e porterà a un aumento del dividendo per azione nel 2025.

Va inoltre ricordato il riacquisto di titoli propri che rafforza i corsi con il buyback da 2 miliardi di euro avviato appunto lo scorso giugno 2025.

Il cda di oggi ha calcolato sui risultati 2025 già circa 3,2 miliardi di euro di dividendi cash da distribuire, i dettagli su questo saranno decisi il prossimo 31 ottobre.