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Intel in vetta al Dow Jones dopo il peggiore rosso di sempre

di Raffaele Rovati pubblicato:
4 min

Intel in vetta del Dow Jones nonostante il peggiore rosso di sempre. Analisti divisi sulla strategia del numero uno Gelsinger, centrata sul foundry (produzione di chip).

Intel in vetta al Dow Jones dopo il peggiore rosso di sempre

Intel vola a Wall Street dopo avere presentato una trimestrale segnata dal peggiore rosso di sempre ma per il chief executive Pat Gelsinger la crisi della domanda nel settore dei pc si avvia alla fine.

Intel vola in vetta al Dow Jones nonostante il suo peggiore rosso di sempre

Gli analisti scommettono su questa ripresa, anche se non tutti, e alla fine Intel ha chiuso in rally del 4,02% venerdì 28 aprile, conquistando la vetta del Dow Jones Industrial Average.

Intel ne ha di terreno da recuperare visto che il titolo nel 2023 si è apprezzato di circa il 16% al Nasdaq, contro il 40% della storica rivale Advanced Micro Devices (Amd) e addirittura il 94% di Nvidia.

Analisti scommettono su Intel. Finora ha sottoperformato le rivali Amd e Nvidia

Come nota Reuters, tuttavia, proprio il fatto che Intel finora abbia sottoperformato le rivali quest'anno a Wall Street è il motivo per cui oltre una dozzina di analisti ne ha migliorato il target price.

"Il ritmo della ripresa del comparto rimane incerto ma crediamo che Intel abbia toccato i minimi per ricavi, utile e margine", spiega Cody Acree, analista di Benchmark, che ha promosso il titolo a buy.

Nel primo trimestre Intel ha segnato un crollo dell'utile del 134% annuo e un rosso di 2,8 miliardi di dollari. Su base rettificata ha perso 4 centesimi per azione, contro i 15 centesimi attesi.

Nel primo trimestre ricavi di Intel calati del 36% annuo ma sopra al consensus

I ricavi sono calati del 36% annuo a 11,72 miliardi, sopra agli 11,04 miliardi del consensus di Refinitiv. Per il trimestre in corso la guidance è di 12,00 miliardi, contro gli 11,75 stimati dagli analisti.

La marginalità lorda, non rettificata, è crollata nei tre mesi al 34,2% dal 50,4% di un anno prima, a quasi la metà dei più recenti massimi del 67% raggiunti da Intel nel 2010.

Fondamentale, tuttavia, è che Intel abbia accelerato le consegne di un chip chiave per i data center dopo un ritardo di oltre un anno che ha permesso a rivali come Nvidia di sottrarle quote di mercato.

Intel non può ancora dirsi fuori dai guai ma ci sono segnali di recupero dai pc

Per gli analisti di Td Cowen, Intel non può certo ancora dirsi "fuori dai guai ma è un punto di partenza". E punto di partenza sono anche i segnali di recupero nei pc già evidenziati da Microsoft.

Per gli analisti di KeyBanc Capital Markets, citati da Reuters, i risultati mostrano quanto il colosso di Santa Clara sia "più vicino a toccare il fondo" mentre il mercato dei pc si sta stabilizzando.

"Attendiamo ulteriori prove di stabilizzazione del titolo anche per server e progressi sul fronte foundry", scrivono ancora gli analisti di KeyBanc, riferendosi al cruciale fattore della produzione di chip.

Foundry (letteralmente fonderia) è il termine con cui si definisce la manifattura di chip. E la produzione e l'aspetto chiave della strategia di Gelsinger da quando a inizio 2021 ha preso il timone di Intel.

La strategia del chief executive Gelsinger basata sul foundry, la produzione

Strategia opposta a quella degli altri big, da tempo liberatisi del peso della produzione, limitandosi alla progettazione dei chip, ma l'idea del numero uno Gelsinger nasceva dalla crisi dei chip.

Crisi che ha evidenziato quanto sia debole la supply chain, con gli Usa che continuano a fare guerra alla Cina, escludendola dalla partita e così rinunciando alla fabbrica globale del Made in China.

Per gli analisti di Oppenheimer, citati da Barron's, i servizi di foundry sono tra le principali criticità, visto che contribuiscono alla pressione sul margine lordo del gruppo californiano.

Nel primo trimestre Intel ha registrato un margine rettificato del 38,4% e lo prevede al 37,5% nell'attuale periodo per poi tornare sopra al 40% solo nel secondo semestre di quest'anno.

Per analisti di Oppenheimer il margine di Intel rimarrà ancora sotto pressione

“Il margine lordo rimarrà sotto pressione per l'aggressiva strategia, la spesa in nuovi prodotti e gli investimenti nei servizi di foundry", aggiunge Oppenheimer, tra i più critici su Intel.

"La liquidità rimane problematica", è invece il commento di Rosenblatt Securities, per cui "gli investimenti in capacità non si risolvono nell'enorme sforzo per raggiungere Tsmc e Samsung".

Sfidare i big asiatici, maggiori produttori globali di chip, è solo un altro problema per Intel. "Come se trattare con Amd, Broadcom e Nvidia non fosse sufficiente", aggiunge Rosenblatt Securities.