Iveco record, sale l'interesse per il settore difesa

di FTA Online News pubblicato:
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Azimut scatta e ritraccia dopo l'accordo con FSI per la wealth management bank TNB

Iveco record, sale l'interesse per il settore difesa

Seduta al rialzo venerdì per Iveco Group che ha terminato la seduta a 17,22 € (+3,36%) dopo avere oscillato tra 16,55 e 17,665 euro.

Il titolo di Iveco ha mostrato resilienza sul mercato, mantenendo lo slancio nonostante le turbolenze generali. Secondo quanto riportato da MF, la conglomerata ceca Czechoslovak Group (CSG) ha presentato un'offerta non vincolante per l'acquisizione di Iveco Defence Vehicles (IDV), la divisione dedicata ai veicoli militari del gruppo controllato da Exor. L'offerta di CSG sembrerebbe significativamente superiore a quella avanzata dalla cordata italo-tedesca composta da Leonardo e Rheinmetall, stimata tra 1 e 1,5 miliardi di euro.

CSG già operativa in Italia

CSG, già attiva in Italia con partecipazioni in aziende come Fiocchi Munizioni e Armi Perazzi, si inserisce così nella competizione per l'acquisizione di IDV, che vede anche l'interesse della spagnola Indra. La presenza di più offerenti potrebbe influenzare positivamente la valutazione finale di IDV, anche se l'operazione è soggetta al "golden power" del governo italiano, che potrebbe favorire l'offerta di Leonardo e Rheinmetall per motivi strategici e industriali.

Il processo di vendita di IDV è ancora in corso, con l'apertura della data room e la fase di due diligence che permetteranno ai potenziali acquirenti di approfondire l'analisi finanziaria e strategica dell'azienda.

Nuovo record per Iveco

Il titolo ha toccato venerdì un nuovo massimo storico per poi tornare in chiusura a contatto con il massimo del 18 marzo a 17,225. Per rilanciare l'uptrend servirà la rottura di area 17,22 con conferma in chiusura di seduta. Oltre quei livelli i prezzi potrebbero puntare verso area 19,70 (resistenza intermedia a 18,50). Solo sotto 16,50 emergerebbe il rischio di una discesa finalizzata a ricoprire il gap del 12 maggio a 14,91 euro. Supporto successivo a 13,50 euro.

Azimut nervosa dopo accordo FSI per TNB

Seduta nervosa quella di venerdì per Azimut Holding, archiviata in leggero calo. Il titolo era però salito fino a 27,42 euro prima di riportarsi poco sotto al livello di chiusura del giorno precedente (25,87 euro). Il gruppo ha annunciato l'accordo vincolante con FSI per la creazione di TNB, una wealth management bank di nuova generazione.

Il valore complessivo potenziale dell'operazione è pari a circa 1,2 miliardi di euro nel tempo, con ulteriore upside per Azimut grazie alla partecipazione strategica del 19,99% detenuta in TNB. L'accordo prevede anche che TNB generi complessivamente per Azimut almeno 2,4 miliardi di commissioni in un periodo di almeno 12 anni. Una partnership industriale della durata di 20 anni con TNB che diventerà il principale distributore terzo dei prodotti Azimut e il nuovo partner bancario di riferimento per il Gruppo.

Nel primo trimestre 2025 Azimut ha fatto registrare un profitto operativo di 141 milioni di euro ed un utile netto di 115 milioni, mentre a fine aprile la raccolta ammontava a 5,7 miliardi di euro con oltre 1 milione di clienti e ricavi totali per 321 milioni di euro. I target 2025 sono stati confermati e si riferiscono ad una raccolta pari a 10 miliardi ed un utile netto da almeno 400 milioni fino a 1,25 miliardi.

Azimut rimonta dopo il dividendo

Graficamente i prezzi hanno coperto quasi per intero il gap down lasciato aperto con lo stacco del dividendo, pari a 1,75 euro, lunedì scorso. Lo scenario sembra poter favorire un consolidamento del rialzo partito ad inizio aprile, con conseguente ritorno nei dintorni di 24,50 euro. Flessioni fino a tale riferimento resterebbero compatibili con lo scenario rialzista e potrebbero preludere ad un nuovo allungo che porti il titolo oltre agli attuali massimi annuali posti a quota 27,76. Sotto 24,50 invece la correzione si farebbe più corposa e potrebbe estendersi inizialmente verso 23,50 e poi fino a 22,40 circa, dove verrebbe coperto un altro gap, questa volta al rialzo, lasciato aperto lo scorso 23 aprile.