Iveco reduce da un venerdì caldo con i nuovi rumors di vendita
pubblicato:Fincantieri, in poco più di un anno l'azione guadagna più del 350%

Notevole balzo in avanti per Iveco. Il titolo ha guadagnato l'8,32% a 16,60 euro con i prezzi che nell'intraday hanno oscillato tra 15,14 e 16,815.
La famiglia Agnelli, attraverso la holding Exor, sarebbe in trattative per la vendita del produttore di camion Iveco.
Secondo fonti vicine al dossier, tra i potenziali acquirenti spicca il gruppo indiano Tata Motors, che avrebbe già avviato contatti con Exor per rilevare la partecipazione di controllo nella società torinese.
L’eventuale cessione non comprenderebbe Idv, la divisione dedicata alla difesa, che Iveco ha già annunciato di voler scorporare entro il 2025 o vendere separatamente, dopo aver ricevuto più offerte da operatori del settore.
La notizia, diffusa in esclusiva da Reuters, ha avuto un impatto immediato sul titolo Iveco, che in Borsa ha guadagnato oltre l’8%, con volumi quadruplicati rispetto alla media. Iveco è tra i principali player europei nei veicoli industriali, ma di dimensioni più contenute rispetto ai colossi Volvo, Daimler e Traton, e da tempo è considerata una possibile preda per acquisizioni.
Tuttavia, la presenza nel comparto della difesa ha finora complicato le operazioni, restringendo la platea di potenziali acquirenti.
Già nel 2021 il governo italiano aveva bloccato l’offerta della cinese Faw, a dimostrazione della rilevanza strategica dell’azienda. Exor detiene il 27,1% di Iveco, con il 43,1% dei diritti di voto, e la società ha una capitalizzazione di circa 4,2 miliardi di euro.
Iveco produce camion, autobus e motori e impiega circa 36.000 persone, di cui 14.000 in Italia.
Qualsiasi operazione di M&A sarà soggetta alle norme sul “golden power”, a tutela degli asset strategici nazionali. La notizia ha subito suscitato preoccupazioni sindacali: le organizzazioni hanno chiesto un incontro urgente con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, per chiarimenti sul futuro occupazionale.
Intanto, sul fronte difesa, secondo Bloomberg sarebbero già arrivate tre offerte per Idv: una congiunta da Leonardo e Rheinmetall, una da Knds e una da Czechoslovak Group, con valutazioni fino a 1,9 miliardi di euro.
Iveco, alcuni fattori chiave per il titolo
La prosecuzione del rialzo dipenderà da alcuni fattori chiave:
Fattori rialzisti
Premio da acquisizione: se la trattativa con Tata Motors o altri soggetti prende corpo, il mercato tende a prezzare un premio rispetto alla quotazione attuale.
Storicamente, nelle operazioni di M&A industriale il premio oscilla tra il 20% e il 40% sul prezzo pre-annuncio.
Valutazioni di mercato:
Capitalizzazione attuale circa 4,2 mld €. Considerando multipli del settore (EV/EBITDA ~5-6x) e l’interesse strategico, un’operazione potrebbe spingersi verso 18-20 € per azione.
Spin-off Defence: la cessione separata di Idv (stimata fino a 1,9 mld €) crea potenziale valore da sommare.
Fattori di rischio
Golden Power e governo: blocco o condizionamenti alla vendita.
Possibile stallo nelle trattative: se la notizia si rivela prematura, il titolo può ritracciare verso 14,5-15 €, area tecnica chiave.
Mercato generale: correzioni macro o settore automotive in difficoltà.
Iveco, azione in rimbalzo dai minimi di periodo
Il titolo Iveco è rimbalzato con forza dopo avere toccato il 16 luglio i minimi del 23 giugno a 15 euro circa.
Fino che questo supporto tiene la fase correttiva iniziata con il massimo di fine giugno a 18,10 euro può essere considerata alle battute finali.
Conferme in questo senso alla rottura di area 17 euro. Al superamento di area 18,10 verrebbe inviato un segnale di forza interessante, target a 21 euro almeno. Sotto area 16 rischio di un nuovo test dei 15 euro.
Alla violazione di quel supporto le recenti oscillazioni potrebbero dimostrarsi un doppio massimo, figura pesantemente ribassista, introduttiva a movimenti verso i 12 euro almeno.
Fincantieri, sul titolo spunti anche dalle crociere
Fincantieri oscilla a ridosso dei recenti massimi storici a 17,00 euro, livello raggiunto al culmine - per il momento - del rally originato dal minimo del giugno 2024 a 3,72: in poco più di un anno il titolo ha guadagnato oltre il 350% sfruttando il boom degli investimenti per la difesa.
Il gruppo triestino basa le sue fortune anche sulla cantieristica industriale e ricreativa: nelle ultime settimane la controllata Vard - gruppo norvegese attivo nella realizzazione di navi speciali - ha siglato nuovi contratti per tre vascelli, uno da ricerca e due per la realizzazione di infrastrutture eoliche offshore, con opzione per un terzo.
Ricordiamo anche la presentazione a maggio della divisione subacquea: il segmento nel 2024 ha coperto circa il 4% dei ricavi del Gruppo ed è destinato a raddoppiare raggiungendo l’8% nel 2027, con ricavi attesi di circa 820 milioni di euro e un EBITDA stimato di 152 milioni, con un margine EBITDA prossimo al 19%, risultati "ampiamente a premio rispetto alle attività tradizionali di shipbuilding".
Fincantieri, in vista dei test di quota € 17
L'analisi del grafico di Fincantieri mette in evidenza la tendenza rialzista di fondo. Una vittoria confermata in chiusura di seduta di quota 17,00 euro determinerebbe la riattivazione del rally verso 19,50-20,00.
Discese sotto 15,83 preannuncerebbero un test di 15,16, primo supporto di rilievo. In caso di violazione le quotazioni scivolerebbero verso i minimi di fine giugno a 13,76, sostegno determinante per scongiurare il completamento del potenziale doppio massimo in formazione da fine maggio, figura ribassista con obiettivo ideale in area 11.