Germania: le imprese mettono 631 miliardi sul piatto
pubblicato:Piano di investimenti "Made for Germany" per rilanciare la competitività del Paese

La Germania scende in campo e lo fa, come da tradizione, in stile Panzer Division. Un nutrito gruppo di grandi gruppi teutonici - 61 in totale, tra questi alcuni pesi massimi come Volkswagen, Deutsche Bank, Siemens e RWE - ha annunciato un mega-piano di investimenti da 631 miliardi di euro denominato "Made for Germany", risorse che verranno destinate a progetti sul suolo tedesco non in qualche lustro ma entro il 2028.
L'iniziativa - che verrà presentata oggi al cancelliere Friedrich Merz e al ministro delle finanze Lars Klingbeil - è diretta a riportare la fiducia degli investitori nella prima economia europea e quarta al mondo.
Una mano importante in un momento di difficoltà
Il piano arriva in un momento delicato per la Germania, il Paese del Vecchio Continente più esposto sugli USA e quindi maggiormente a rischio nel caso in cui Trump andasse avanti per la sua strada con i Dazi. Questo fattore di debolezza si innesta oltretutto su un quadro reso già complicato dalla guerra Russia-Ucraina e dalle conseguenze sul prezzo dell'energia.
Quella teutonica è un'economia fortemente orientata all'esportazione grazie alla competitività dei suoi prodotti: buona parte di quest'ultima era determinata dal basso costo dell'energia per far funzionare impianti e stabilimenti. Non è un caso se tra gli obiettivi citati dal piano troviamo quello del recupero di competitività.
Benefici anche per alcune società italiane
In un report di Equita si legge che i gruppi chiedono in cambio al governo tedesco riforme sul mercato del lavoro e fisco, in sostanza un ambiente migliore per lavorare. Gli analisti fanno notare anche che la cifra del piano è roboante ma in gran parte si tratta di impegni già programmati: i nuovi investimenti ammontano a "soli" 100 miliardi.
Si tratta comunque di una cifra notevole dalla quale anche le aziende italiane potrebbero trarre beneficio, in particolare quelle maggiormente attive in Germania come Buzzi (18% dei suoi ricavi arrivano da lì), Ariston (20%), De' Longhi (12%), Reply (20%), Carel (12%). Unicredit realizza in Germania il 20% dell'utile pretasse grazie alla controllata HBV, mentre WIIT vi trae oltre il 50% dell'EBITDA.