Monte dei Paschi di Siena: incertezza sulla cessione, il governo adotta un approccio cauto

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
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Strategia graduale del Ministero dell'Economia e delle Finanze per ridurre la partecipazione dello Stato in MPS.

Monte dei Paschi di Siena: incertezza sulla cessione, il governo adotta un approccio cauto

I tempi per la cessione del Monte dei Paschi di Siena sono incerti: il governo prende una posizione attendista

Il titolo azionario di banca MPS rimane al centro dell'attenzione del mercato

Il titolo azionario di banca MPS rimane al centro dell'attenzione del mercato riguardo alle possibili fusioni e acquisizioni (M&A).

Secondo quanto riportato da La Stampa, c'è un'importante divergenza di opinioni tra il governo e la Banca d'Italia.

In particolare, alla luce del miglioramento delle performance operative di Monte dei Paschi di Siena (MPS), il governo sembra attualmente desideroso di mantenere il controllo sulla banca o, in ogni caso, di rimandare una possibile uscita in futuro.

Non è escluso, tuttavia, che lo Stato, attualmente detentore del 64% della banca, possa ridurre la sua partecipazione attraverso la vendita di azioni sul mercato.

Equita Sim ritiene che le fusioni e acquisizioni (M&A) potrebbero non essere necessariamente un'opzione a breve termine

La visione di Equita Sim è che le fusioni e acquisizioni (M&A) potrebbero non essere necessariamente un'opzione a breve termine per la banca, ma che il rischio di un'eventuale vendita di una quota da parte dello Stato continuerà a influenzare la situazione. La raccomandazione su MPS di Equita è "hold," con un prezzo obiettivo di 3,3 euro.

Il futuro della cessione del Monte dei Paschi di Siena (MPS) sembra meno certo di quanto ipotizzato in precedenza, con il governo italiano che adotta un approccio più prudente rispetto alle aspettative di mercato.

Un articolo de La Stampa suggerisce che la cessione potrebbe essere ritardata o addirittura annullata

Il governo italiano sembra preferire attendere e valutare con calma le opzioni per la cessione di MPS. Questa decisione potrebbe essere influenzata dalle performance recenti dell'istituto di credito, che sembrano confortanti, e dalle previsioni positive per il 2023, escluse le implicazioni della tassa sugli extraprofitti.

Trovare un investitore disposto a diventare il nuovo azionista di riferimento di MPS si sta rivelando complesso.

Le difficoltà potrebbero essere ulteriormente accentuate dal fatto che il governo sembra incline a non cedere il controllo dell'istituto di credito. Le tensioni tra il governo e Banca d'Italia, che auspica una soluzione rapida, sembrano oscillare a favore dell'esecutivo.

L'opzione di ridurre la quota di controllo di MPS, mantenendo il controllo sull'istituto, è stata presa in considerazione ma la modalità e il timing di questa operazione rimangono sfide da affrontare, dato che la percezione dei mercati può influenzare il valore delle azioni.

Il Messaggero aveva segnalato di recente che il MEF starebbe lavorando per collocare tranche del 10-15% per volta

Il Messaggero aveva segnalato di recente che il MEF starebbe lavorando per collocare tranche del 10-15% per volta, consentendo allo stato di diluirsi in modo graduale.

L'approccio del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) di collocare tranche del 10-15% per volta per ridurre gradualmente la sua partecipazione in Monte dei Paschi di Siena (MPS) sembra essere una strategia ponderata.

Questo approccio permette allo Stato di diluirsi gradualmente senza sovraccaricare il mercato con un'elevata quantità di azioni disponibili, riducendo così il rischio di un'immediata pressione al ribasso sui prezzi delle azioni.

Mantenendo una quota finale del 15-20%, lo Stato potrebbe continuare a esercitare un certo grado di controllo sulla banca, anche se ridotto rispetto alla sua partecipazione attuale del 64%.

Inoltre, riducendo la quota attraverso piazzamenti sul mercato, il governo potrebbe avere la possibilità di negoziare con la Banca Centrale Europea (BCE) per ottenere una proroga oltre la deadline del 2024 per la completa uscita dello Stato dal capitale di MPS.

Questo potrebbe essere importante per gestire la transizione in modo più graduale e minimizzare eventuali turbolenze sul mercato.

In definitiva, questa strategia sembra essere finalizzata a massimizzare il valore delle azioni di MPS nel corso del tempo, garantendo al contempo una riduzione graduale della partecipazione dello Stato nella banca.

Il collocamento di una quota significativa di MPS potrebbe comportare il rischio di "overhang"

Il collocamento di una quota significativa di MPS sul mercato senza l'individuazione di un partner strategico potrebbe comportare tuttavia il rischio di un surplus di azioni disponibili, noto come "overhang."

Questo può mettere pressione al ribasso sui prezzi poiché gli investitori potrebbero temere una diluizione del valore delle loro azioni esistenti a causa dell'aumento dell'offerta sul mercato.

Nonostante le incertezze, MPS sembra essere sulla buona strada per migliorare la sua situazione finanziaria, ma resta da vedere come si svilupperanno gli eventi futuri legati alla sua cessione e al suo controllo da parte del governo.

Banca d'Italia ritiene che MPS abbia bisogno di un acquirente stabile in tempi rapidi

In contrasto, Banca d'Italia ritiene che MPS abbia bisogno di un acquirente stabile in tempi rapidi, e recentemente si è tornato a discutere dell'interesse di Unicredit, anche se il CEO Andrea Orcel sembra non essere entusiasta di questa prospettiva.

Questo ha portato a uno scontro tra il governo e la Banca d'Italia, con il governo guidato da Giorgia Meloni che sembra attualmente avere la meglio.

La decisione di attendere sembra essere basata su un principio semplice: è meglio non forzare un matrimonio indesiderato.

Inoltre, MPS ha iniziato a mostrare segni di ripresa e le previsioni per il 2023 sembrano positive, nonostante l'impopolare tassa sugli extraprofitti.

Nonostante la mancanza di fretta nel trovare un nuovo azionista di riferimento per MPS, il governo ha impegni formali con Bruxelles per uscire dal controllo entro il 2024. Alcuni esponenti del governo ritengono però che ottenere un'ulteriore proroga non sarà difficile.

Bankitalia preferirebbe una fusione all'interno di Unicredit

MPS potrebbe quindi trovarsi in una posizione in cui agisce autonomamente e controlla la propria destinazione, un'opzione che sembra non piacere a Bankitalia, che preferirebbe una fusione all'interno di Unicredit.

Orcel ha le capacità per gestire un'operazione di questo tipo, ma attualmente sembra restio a considerarla, a meno che MPS non venga presentata con un'offerta molto allettante.

Altre possibili opzioni includono Banco BPM

Altre possibili opzioni includono Banco BPM, ma gli azionisti di quest'ultima sembrano contrari all'idea di acquisire MPS, data l'incertezza e le sfide che comporterebbe.

La ricerca di un acquirente stabile per MPS si presenta come una sfida complessa

In sintesi, la ricerca di un acquirente stabile per MPS si presenta come una sfida complessa, e il governo sembra incline a prendersi il tempo necessario per valutare le opzioni disponibili.

La performance di MPS e il suo attuale valore di mercato potrebbero influenzare la decisione sulla cessione di azioni.

La situazione continua a evolversi, e il governo sembra essere in attesa degli sviluppi futuri per prendere una decisione definitiva riguardo al futuro di MPS.