Banca MPS, azione reduce da un rally, ecco cosa succede

di FTA Online News pubblicato:
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Borsa Italiana, Sanlorenzo in forte calo dopo i risultati

Banca MPS, azione reduce da un rally, ecco cosa succede

Ottima performance lunedì per Banca Mps. Il titolo ha guadagnato il 5,7% circa a 8,20 euro con i prezzi che hanno oscillato tra 7,905 e 8,265 euro. Anche stamane durante i primi scambi l'azione segna un rialzo del 2,45%

Alla base di questo rialzo c'è la notizia che Banca Mps chiude i primi nove mesi dell’anno con un risultato migliore del previsto e rilancia sulla remunerazione degli azionisti: l’obiettivo dichiarato è distribuire fino al 100% dell’utile netto, confermando una strategia orientata alla creazione di valore anche nella fase di integrazione con Mediobanca. Una fase che procede spedita: il nuovo piano industriale congiunto sarà presentato nel primo trimestre 2026, e secondo Siena darà vita a un gruppo più solido, diversificato e con una posizione patrimoniale di primo livello.

Sul piano dei numeri, Mps registra nei nove mesi un utile di 1,37 miliardi, in calo rispetto al 2025 a causa dell’assenza di benefici fiscali straordinari, ma in realtà in crescita del 17,5% al netto di quegli effetti. Solo nel terzo trimestre l’utile sale a 474 milioni, ben sopra le attese. I ricavi complessivi arrivano a 3,054 miliardi, sostenuti dalla crescita delle commissioni, mentre il margine di interesse risente del nuovo scenario tassi. 

La banca continua a presentare coefficienti patrimoniali tra i migliori del settore: il CET1 fully loaded è al 16,9%, con un buffer regolamentare di circa 770 punti base e senza includere gli utili di periodo, proprio perché destinati agli azionisti.

Il totale della raccolta commerciale del gruppo raggiunge 290,6 miliardi, cifra che incorpora l’ingresso di Mediobanca; su base omogenea si osserva comunque un miglioramento sia sui depositi sia sulla raccolta indiretta.

Dalla conference call emergono vari elementi di interesse. Mps ribadisce l’intenzione di confermare un dividendo sul 2025 in linea con quello dello scorso anno (0,86 euro per azione, yield intorno all’11%), con una prospettiva di crescita del DPS negli anni successivi. Il management non esclude che in futuro il payout possa anche superare il 100%, grazie alla forte generazione di capitale.

Sul fronte patrimoniale vengono citati alcuni potenziali driver positivi: la conclusione del processo di PPA entro fine anno, il possibile riconoscimento del Danish Compromise sulla quota in Generali (beneficio stimato >50 punti base) e il contributo dei profitti futuri. Per quanto riguarda Mediobanca, Mps lascia intendere che rimarrà una legal entity separata, senza decisioni per ora su un eventuale delisting; le sinergie da 700 milioni al 2028 vengono definite “conservative”, mentre i costi d’integrazione potrebbero risultare inferiori alle attese.

Interessanti anche le indicazioni sul perimetro futuro: Compass viene vista come un asset con forte potenziale di crescita internazionale, e lo stesso private banking potrebbe espandersi oltre i confini italiani. Nessun aggiornamento invece sul dossier Generali, mentre la partnership con Anima viene definita strategica.

Il mercato ha accolto positivamente i messaggi della banca.
Barclays conferma il giudizio equalweight con target a 7,8 euro, sottolineando la solidità del trimestre e la chiarezza sul DPS.
Deutsche Bank è più ottimista: rating buy e target a 11 euro, convinta che l’investment case di Mps esca rafforzato dalla call.
Equita mantiene un hold con target a 8,6 euro, evidenziando la coerenza strategica del management e il potenziale valore della combinazione con Mediobanca. 

In sintesi, Mps arriva al 2026 con basi patrimoniali forti, un’integrazione che promette di ridisegnare il posizionamento del nuovo gruppo e una politica di distribuzione molto generosa. Il business plan del primo trimestre 2026 diventa ora il principale catalizzatore per il titolo e per l’intero progetto di aggregazione.

MPS, l'azione ancora in un'ampia fase laterale

Il titolo si muove ormai dal massimo di maggio all'interno di un'ampia fase laterale con limiti inferiore e superiore rispettivamente in area 6,75 e 8,50 euro. I massimi di lunedì a 8,265 sono quindi molto vicini alla parte alta di questa fascia. Solo la rottura della resistenza di area 8,50 potrebbe tuttavia confermare l'avvio di una ripresa duratura del trend rialzista di medio periodo, quello in atto dai minimi di marzo 2023 in area 1,75 euro. Oltre area 8,50 il titolo potrebbe puntare al test di area 10 euro. Solo sotto gli 8 euro rischio di ricopertura del gap rialzista di lunedì con base a 7,75 euro circa. Supporto successivo a 7,15, base di un altro gap, quello del 27 ottobre.

Sanlorenzo, margini in flessione nei nove mesi

Pesante ribasso nella seduta di ieri per Sanlorenzo che ha ceduto 8 punti percentuali toccando i minimi da agosto e anche stamane cede il 4,83% e torna a 28,55 euro. Il calo è arrivato dopo la pubblicazione dei risultati dei primi nove mesi del 2025, apparsi in rallentamento: i Ricavi sono cresciuti del 3,2% su base annuale, rispetto al +9,4% del primo semestre, l'EBITDA ha fatto registrare un incremento del 3,6% dal +8,5%, mentre il Risultato netto è stato del 4,1% dal +7,0% ed i nuovi ordini sono saliti del 18,4% dal +29,9%, sempre del semestre.
Negativa la posizione finanziaria netta, che al 30 settembre è di -13,97 milioni di euro mentre ad inizio anno era positiva per oltre 29 milioni.

Il management ha inoltre affinato la guidance 2025 collocandosi nella parte bassa delle forchette indicate in precedenza: ricavi a circa 960 milioni di euro da 960-1.020, EBITDA a circa 180 milioni da 178-194, risultato netto a 103-107 milioni da 103-110.

Sanlorenzo, il titolo scivola sotto livelli di rilievo

Il titolo, come detto, ha reagito male a questi numeri, arretrando in prossimità dei 30,00 euro, poco al di sopra del 61,8% di ritracciamento del rialzo partito ad aprile, riferimento posto a 29,50 circa, importante supporto non solo di breve periodo, un livello che capitola durante i primi scambi di oggi.

La violazione della linea che guidava detto recupero, avvenuta sempre nella seduta di ieri in area 31,80, rappresenta però un ulteriore campanello di allarme da non ignorare nello scenario tecnico del titolo e potrebbe preludere alla ripresa del trend negativo che si è sviluppato dai top di metà maggio 2024.

Adesso i prossimi supporti sono da intercettare in un primo test a 28,40/28,50 ed in un successivo affondo fin sotto 27,00 euro.

Reazioni dai livelli attuali dovrebbero invece spingersi fin sopra ai massimi di ieri a quota 34,00 per negare il segnale di debolezza e prospettare una nuova fase di crescita con target in area 38,00.   

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