Wall Street rimbalza, ma le incognite restano: shutdown verso la fine e AI sotto esame
pubblicato:Rimbalzo tech, ma non senza ombre: dubbi sul ciclo di spesa dell’AI, valutazioni tese e consumatore americano in rallentamento

Wall Street inizia la settimana con un rialzo
I futures sugli indici USA partono con un’intonazione decisamente positiva: S&P 500 +0,93%, Nasdaq 100 +1,48%, Dow Jones +0,36%. La spinta arriva dal miglioramento del sentiment globale e, soprattutto, dai progressi di Washington verso la fine dello shutdown federale, che ormai dura da 40 giorni e sta iniziando a pesare in modo significativo sia sull’economia reale sia sulla capacità della Fed di leggere correttamente i dati.
Il Senato USA ha votato per avanzare una legge che riaprirebbe il governo fino al 30 gennaio inclusa una prima tranche di stanziamenti permanenti. Il voto della Camera è atteso mercoledì, con una potenziale riapertura già entro venerdì. Per i mercati è un segnale di sollievo, dopo giorni in cui le quote narrative dominanti erano volatilità tech, revisione delle valutazioni e timori legati ai maxi-investimenti nell’intelligenza artificiale.
Lo shutdown non è un dettaglio marginale: i lavoratori federali non sono pagati, gli aeroporti sono in affanno, gli aiuti alimentari ritardati e la Fed vola “alla cieca” per assenza dei principali dati governativi.
La Casa Bianca segnala che, se fosse proseguito per tutto il trimestre, il PIL Q4 sarebbe potuto scendere in territorio negativo. Non sorprende quindi che il morale dei consumatori USA sia sceso ai minimi da tre anni e mezzo.
Il mercato però oggi guarda avanti, premiando l’idea che la paralisi federale possa essere vicina alla fine.
La fiducia dei consumatori americani torna a scricchiolare
La fiducia dei consumatori americani torna a scricchiolare. L’indice del sentiment dell’Università del Michigan è sceso a 50,3, il livello più basso da giugno 2022, contro un 53,6 di ottobre e sotto le attese degli analisti. Un segnale che fotografa un consumatore più nervoso, schiacciato dalla combinazione di prezzi ancora alti, incertezza economica e un mercato del lavoro che mostra le prime crepe.
La situazione occupazionale, però, è più sfumata di quanto il morale delle famiglie lasci intendere. Il tasso di disoccupazione ad agosto era al 4,3%, massimo degli ultimi quattro anni, ma da allora i dati ufficiali si sono fermati per via dello shutdown. Le rilevazioni alternative raccontano comunque un mercato del lavoro poco dinamico, definito dagli economisti come uno scenario “no-hire, no-fire”: poche nuove assunzioni, ma anche nessuna ondata di licenziamenti.
Sarah House di Wells Fargo sintetizza bene il quadro: la tenuta c’è ancora, anche se aumenta il rischio di un rallentamento più serio nei prossimi mesi.
Eppure, nonostante il sentiment debole, i consumi non stanno cedendo di schianto. Il motivo è semplice: a trainare la spesa non sono le fasce più vulnerabili, ma le famiglie ad alto reddito. Il 20% più ricco degli americani rappresenta il 40% della spesa complessiva, e qui entra in gioco anche il “wealth effect” alimentato dal boom dei mercati azionari. Chi possiede asset finanziari sta continuando a spendere, mentre i redditi più bassi subiscono l’impatto combinato di un mercato del lavoro indebolito e dei prezzi gonfiati dai dazi.
Sul fronte dell’inflazione percepita, la survey manda un messaggio misto:
• le aspettative a un anno salgono leggermente al 4,7%;
• quelle a cinque anni scendono al 3,6%, ma restano comunque elevate.
È un quadro complesso: sentiment in calo, consumi “a due velocità”, tariffe che aggravano i costi e un mercato del lavoro che rallenta senza crollare. Tutto questo, mentre la Fed osserva ogni segnale con estrema cautela in vista della decisione di dicembre.
La grande incognita resta l’AI: capex record, debito crescente e valutazioni tese
Il rimbalzo non cancella i dubbi che hanno dominato la settimana scorsa: la stampa internazionale mette l’accento sulla sostenibilità dell’ondata di investimenti infrastrutturali dell’AI.
Capex elevatissimi, strutture di debito complesse per finanziare data center e il fatto che Wall Street non premi più automaticamente le trimestrali “better-than-expected” alimentano il dibattito su una possibile bolla AI nascente.
Gli investitori sono ora selettivi: il rischio è percepito, ma la narrativa di fondo resta costruttiva. Il Nasdaq oggi rimbalza, ma gli interrogativi sono ben lontani dall’essere dissipati.
Corporate: trimestrali, M&A e tech in fermento
Il pre-market è ricco di spunti:
• Interpublic Group e Tyson Foods pubblicano i conti prima dell’apertura.
• Dopo la chiusura tocca a Occidental Petroleum e Paramount Skydance.
• Pfizer trova l'accordo definitivo per Metsera a 86,25 dollari per azione.
• Visa e Mastercard sarebbero vicine a un’intesa storica per ridurre le commissioni a vantaggio degli esercenti.
• UPS e FedEx tengono a terra le flotte di MD-11 dopo l’incidente in Kentucky.
Sul fronte tech:
• Nvidia chiede a TSMC ulteriore capacità produttiva per i chip Blackwell.
• TSMC cresce del 16,9% su base annua, anche se a ritmo più lento.
• Robinhood valuta un fondo per investire in società private dell’AI.
• OpenAI studia strumenti consumer dedicati alla salute.
È un settore in ebollizione costante, ma il mercato inizia a chiedere numeri più concreti.
Macro: settimana densa di Fed, ma pochi dati
La giornata è povera di dati USA, ma la settimana sarà dominata dai discorsi della Federal Reserve.
Oggi parla Musalem, che ribadisce la necessità di “muoversi con cautela”: inflazione ancora vicina al 3%, economia resiliente e politica monetaria già molto vicina alla neutralità.
Nel corso della settimana parleranno Barr, Williams, Harker, Waller, Bostic, Miran e Collins: ogni intervento può spostare le aspettative sul sentiero dei tassi.
Sul mercato obbligazionario, il decennale è al 4,13%, mentre partono tre aste pesanti per complessivi 130 miliardi di dollari. Il tema del rifinanziamento del debito federale resta delicato.
In sintesi
Wall Street apre con un sorriso, ma con molti dossier ancora aperti:
• lo shutdown sembra vicino alla soluzione ma non è ancora chiuso
• la bolla dell’AI è diventata parte del dibattito mainstream
• l’economia USA mostra primi segni di fatica, soprattutto lato consumatori
• la Fed deve parlare molto, ma vede poco
Il rimbalzo è reale, ma la visibilità resta bassa: sarà una settimana da seguire passo dopo passo.
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