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Newlat Food, maxi acquisizione UK, nasce New Princes Group

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
5 min

Il gruppo italiano passa da meno di 800 milioni a quasi 3 miliardi di fatturato. Si consolida un gigante continentale, ma è la visione industriale la colonna portante. Basti pensare che Princes porta in dote il più grande impianto europeo di lavorazione del pomodoro: è a Foggia

Newlat Food, maxi acquisizione UK, nasce New Princes Group

Rally di Newlat Food dopo la maxi acquisizione di Princes Limited nel Regno Unito. In pratica cresce e si consolida un colosso europeo del settore alimentare.

Basti pensare che l’italiana già prima di questa operazione fatturava quasi 793 milioni di euro di cui poco meno della metà all’estero, soprattutto in Germania dove è leader nella pasta con la Birkel e Regno Unito ma non solo. La base di partenza sono ben 14 stabilimenti in Italia, 3 in Inghilterra, 1 in Germania, 1 in Francia c’è tutta.

La nuova New Princes è di un’altra dimensione

Ma la nuova operazione è un moltiplicatore dei numeri del gruppo.

La valutazione di Princes Limited è di 700 milioni di sterline, più di 820 milioni di euro ai cambi correnti in termini di enterprise value.

Molto più della capitalizzazione di Borsa di Newlat Food che, nonostante il rally in corso non raggiunge i 300 milioni di euro.

D’altronde adesso il gruppo punta a circa 3 miliardi di euro di fatturato e al raddoppio dell’offerta di categorie di prodotti.

Princes Limited ha fatturato 1,71 miliardi di sterline l’anno scorso (circa 2 miliardi di euro), con un utile netto rettificato di 13,03 milioni e un ebitda adjusted di £ 100,54 mln.

Il multiplo EV/EBITDA dell’operazione è quindi di 7x, ma scende a 5,2x se si includono le sinergie minime di costo e struttura.

La società è oggi di Mitsubishi che vende a Newlat Food, ma diventa anche azionista di peso del nuovo gruppo che nascerà.

I numeri previsti del nuovo gruppo

Si chiamerà New Princes, i dati consolidati Pro-Forma del nuovo gruppo puntano infatti a:

-          Fatturato: 2,8 miliardi di euro

-          EBITDA: 188 milioni di euro

-          Utile netto adjusted di 31,44 milioni

-          Debito netto pro-forma sarà di 616 milioni di euro con un debito netto/ebitda su un confortevole 3,28x e visto in calo al 2,5x entro l’anno.

I finanziamenti dell’operazione

L’acquisizione del gruppo di Liverpool vale 700 milioni di sterline in termini di EV, appunto circa 820 milioni di euro.

Previsto un finanziamento bancario internazionale per Newlat Food di 300 milioni di euro, cui si aggiunge un finanziamento da 200 milioni di euro in arrivo dal socio di maggioranza Newlat Group.

La holding venderà inoltre a Mitsubishi circa 58 milioni di euro di azioni della società, ossia 50 milioni di sterline (9.319.481 di azioni) a 6,30 euro ciascuna. In questo modo la multinazionale diventerà azionista del gruppo alimentare italiano con una quota del 21,2% della proprietà (il 15,1% dei diritti di voto).

Al contempo quindi la Newlat Group del presidente esecutivo Angelo Mastrolia scenderà al 40,6% del capitale ma manterrà più del 50% dei diritti di voto.

Il resto delle risorse, un po’ meno di 300 milioni di euro, verrà in un primo momento dalle casse di Newlat Food che aveva liquidità per oltre 360 milioni di euro a fine marzo.

Newlat Food, un percorso di crescita importante

Ma Princes porta in dote una certa autonomia finanziaria e il progetto ha soprattutto un’ottica industriale come sottolinea lo stesso Mastrolia:

“Raddoppieremo l’offerta di categorie di prodotto e ci sono sinergie importantissime. Basti pensare che Princes ci porta in dote il più grande stabilimento di lavorazione del pomodoro d’Europa, quello di Foggia, che si alimenterà direttamente il nostro catalogo. La società britannica inoltre è una venditrice di pasta di rango nel Regno Unito con il marchio ‘Napolina’, ma non ha gli impianti che di produzione che invece abbiamo noi”.

Effettivamente guardandoci dentro il gruppo britannico porta impianti di rango dai succhi di Cardiff al più grande produttore di oli alimentari britannico a Erith, ai softdrink di Bradford e altro ancora.

New Princes avrà una rete operativa globale di 31 stabilimenti e una gamma di prodotti su 10 categorie distinte.

Come le due società di partenza, il nuovo gruppo guarderà a tutta l’Europa con produzioni a marchio proprio e in private label di successo nei vari mercati.

Proprio le sinergie industriali e la compatibilità delle due visioni hanno spinto la multinazionale Mitsubishi, che controllava Princes dal 1989 ad approvare il merger. D’altronde i fondi internazionali con i tassi più elevati si sono fatti meno aggressivi.

In ogni caso è previsto un periodo di lockup di 12 mesi durante i quali un sistema di call e put permette a Newlat Food di comprare o ai giapponesi di vendere, i titoli della nuova entità a 6,3 euro.

Il gruppo italiano ha inserito quest’ultima tappa in un impetuoso percorso di crescita dalla quotazione a oggi che in quattro anni e mezzo moltiplica i ricavi consolidati da 320 milioni di euro a 2,8 miliardi di euro e l’utile netto da 7 a 31,44 milioni di euro.

Essenziale sarà la generazione di cassa: previsto un free cash flow medio annuo da qui al 2028 di oltre 100 milioni di euro. Il nuovo gruppo punta a un rapporto debito netto/ebitda in calo a 1x entro il 2026.

 Se il debito si ridurrà rapidamente, il management ha anticipato la possibilità di nuove aggregazioni che portino il fatturato a medio termine a 5 miliardi di euro. Ma si saprà di più con la presentazione del nuovo piano il prossimo 5 giugno.

Le acquisizioni che hanno portato fin qui garantiscono per il track-record del gruppo. Basterebbe ricordare la quotata Centrale del Latte d’Italia, ma è con Symington’s che la società ha fatto un passo deciso nel Regno Unito su molti prodotti come instant noodles (paste pronte), prodotti da forno, dolci e condimenti. Poi è venuta EM Foods, leader delle miscele da forno e dessert, che ha portato - tra l’altro – nuova capacità produttiva in Francia e positive sinergie in Germania.

Tutte passi di una crescita impetuosa, cui però l’ultima acquisizione nel Regno Unito regala tutta un’altra dimensione.