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Portobello in rally, ma si deciderà tutto con l’aumento

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
4 min

L'aumento di capitale da 20 milioni di euro dovrà coprire gli oneri straordinari per l’Agenzia delle Entrate e rafforzare il bilancio. Ma la crescita della società di media bartering non si è mai arrestata

Portobello in rally, ma si deciderà tutto con l’aumento

Rally di Portobello a Piazza Affari. Il protagonista del media bartering di Piazza Affari le cui insegne si moltiplicano in Italia segna oggi un rialzo del 19,05% a 10,35 euro. Sono passati di mano finora 108.450 pezzi, ben più della media giornaliera dell’ultimo mese che non raggiunge le 60 mila azioni. Ma l’ultimo contratto è delle 11:32 di stamane e sul book si registra un certo spread.

D’altronde la vita di Borsa di Portobello non è stata facile finora. Dai massimi del maggio 2021 a 55 euro il titolo ha perso il 94,7%, fino a quando a metà novembre non ha avviato la rimonta in corso, tra volumi, bisogna dirlo, importanti.

Molte cose sono successe negli ultimi mesi e per questo bisogna fare un passo indietro a settembre.

Portobello, il semestre si chiude in pesante rosso

Soltanto lo scorso 25 settembre la società guidata dal presidente Pietro Peligra e dall’amministratore delegato Simone Prete ha comunicato i risultati del primo semestre del 2023. Due numeri tra tutti stridono:

-          I ricavi balzano del 32,63% fino a sfiorare i 65 milioni di euro, segno di un business solido e in espansione nonostante le incertezze di questa fase.

-          La perdita “monstre” da 11,86 milioni di euro. Nella prima metà del 30 giugno 2022 c’era un utile da 2,74 milioni di euro.

A mandare i conti in rosso è una vicenda molto particolare e articolata. In pratica lo scorso 28 agosto 2023 la società firma un accordo in adesione con l’Agenzia delle Entrate per definire in via stragiudiziale contestazioni formulate in materia di IVA ed imposte dirette in relazione ai periodi di imposta dal 2017 al 2020. Tutto deriva da una verifica fiscale condotta dall’Agenzia delle Entrate di Milano conclusasi con un processo verbale di constatazione (PVC).

Portobello nel bilancio 2022 aveva accennato alla questione, ma la fiscal opinion dei suoi consulenti aveva bollato come remoto il rischio di un’effettiva sanzione nel contenzioso.

In realtà l’accordo stragiudiziale di fine agosto ribalta le cose: la Società dovrà pagare 6,8 milioni di euro a titolo di IVA e altri 3,6 milioni per residue imposte, sanzioni e interessi. Una dura botta per i conti, come la semestrale conferma e come confermano le successive decisioni.

Portobello decide di pagare 5,5 milioni di euro entro il 31 agosto e quindi il saldo di 4,9 milioni di euro suddiviso in due tranche, una entro fine 2023 e un’altra entro marzo 2024.

Portobello decide l'aumento di capitale

Il business per fortuna continua a crescere ma alla fine il gruppo deve raccogliere nuovi capitali. Il cda convoca per il 23 novembre l’assemblea che approva la delega per aumento di capitale ed emissione di obbligazioni convertibili fino a massimi 20 milioni di euro, anche con esclusione del diritto di opzione. Entro l’anno o l’inizio del 2024 lo stesso consiglio di amministrazione dovrà decidere i termini e le condizioni dell’aumento di capitale o delle obbligazioni convertibili da emettere.

Sarà questo nel brevissimo il driver dei prezzi.

Portobello vale in queste ore poco meno di 31 milioni di euro, quindi un’operazione di raccolta da 20 milioni di euro potrà influenzare i prezzi eccome.

La delega al cda oltretutto è molto ampia, quindi l’operazione o le operazioni si potrebbero configurare in modi molto diversi. Il prezzo di emissione delle nuove azioni poi influenzerà direttamente e inevitabilmente le quotazioni, quindi le prossime decisioni saranno fondamentali per gli azionisti. 

Portobello, ma da dove è venuta la crisi?

Sostanzialmente, da quanto abbiamo potuto ricostruire, la crisi è legata alla brutta storia di Media Maker e della relativa frode fiscale, ma Portobello si è trovata in mezzo e ha dovuto alla fine pagare quanto mancava.

Media Maker era una società fondata da Marco Verna nel 2017 e quotata a Parigi. Produceva contenuti audiovisivi ma è finita ko con oltre 16 milioni di euro di perdite.

Il primo agosto il Tribunale di Milano ha aperto la procedura di liquidazione giudiziale: tutto aveva avuto origine da una supposta frode con fatture false che avevano determinato un credito iva fittizio a favore della concessionaria dei servizi pubblicitari. Portobello, con altre società, è rimasta coinvolta e subisce ancora gli effetti dell’azione di recupero delle somme.

Portobello, il business però non si è mai fermato

In questo scenario di incertezza, cui l’aumento di capitale dovrebbe porre fine, per completezza va ricordato che l’attività di Portobello non sembra avere conosciuto soste.

Nella prima metà dell’anno, come detto, i ricavi sono cresciuti di oltre il 30% e in molti hanno applaudito (anche in Borsa) l’annuncio del nuovo maxistore in Lombardia, al Lifestyle Center “Merlata Bloom” di Milano. Si tratta del trentacinquesimo negozio di Portobello e in questo caso occupa ben 800 metri quadrati con 10 addetti alla vendita di casalinghi, elettronica, tessile e prodotti per la cura della persona.

L’ultimo aggiornamento dell’equity research di TP ICAP Midcap pone sul titolo Portobello una raccomandazione “buy” e un prezzo obiettivo di 26,8 euro per azione, molto più del doppio dei corsi di oggi.

Probabilmente però i conti e le valutazioni andranno fatti alla luce delle decisioni e dei termini del prossimo aumento di capitale.