Kering, l'accordo sui profumi con L'Oreal manda il rally l'azione
pubblicato:Continua la cura De Meo, ma tutto il settore lusso è all'attenzione dei mercati globali

Il lusso ha voglia di reagire, potrebbe essere un l’avvio di una rimonta importante per i mercati globali. Lo conferma Kering con l’allungo di oggi a 326,4 euro su livelli che non toccava dal luglio del 2024. In queste ore guadagna ancora un 4,25% a 322,7 euro e nelle scorse settimane, prima del rally di oggi, ha visto le medie mobili esponenziali a 50 e 100 sedute superare quella a 200 giornate, senza dubbio un segnale di forza per i corsi. Al contempo L’Oreal guadagna un più timido +0,28% a 391,7 euro per azione e rivede i livelli di inizio settembre.
Kering vede i profumi e stringe un'alleanza con L'Oreal
Le due case francesi, da Parigi e Clichy rispettivamente, hanno annunciato una collaborazione strategica di lungo periodo – punta al mezzo secolo – sigillata da una compravendita da 4 miliardi di euro: L’Oreal si prende il business della cosmesi e dei profumi di Kering per quella cifra.
Dentro c’è Creed, profumo di lusso la cui storia risale al 1760. Dentro c’è una licenza di esclusiva per la creazione, lo sviluppo e la distribuzione di fragranze e beauty di Gucci, l’asset principale di Kering, e per Bottega Veneta e Balenciaga.
Per un altro mezzo secolo insomma Kering si è garantita che i suoi profumi siano fatti a modo suo. E’ stato il successo della Yves Saint Laurent Beauté di L’Oreal a spingere Kering a questo passo. Ma l’accordo non finisce qui, perché c’è poi una joint-venture paritetica all’”intersezione tra lusso, benessere e longevità”, quindi verosimilmente sul fronte delle creme anti-età.
Kering, continua la cura De Meo
E’ una mossa importante per Luca De Meo, il nuovo amministratore delegato di Kering dallo scorso giugno in uscita dal settore automobilistico (è uno dei Marchionne boys ed è considerato l’architetto del successo storico della nuova 500).
Il manager di Locorotondo è d’altronde chiamato a rilanciare la holding del lusso di Francois-Henri Pinault che aveva perso circa l’80% dai massimi del 2021 e nella prima metà del 2025 ha ancora perso il 16% dei ricavi (€ 7,59 miliardi) e il 49% degli utili ricorrenti (€ 450 mln).
De Meo non è rimasto con le mani in mano: lo scorso 17 settembre ha nominato president e Ceo di Gucci Francesca Bellettini, “uno dei più esperienti e rispettati manager della nostra industria”.
Gucci nella prima metà dell’anno ha perso il 25% dei ricavi a 3 miliardi di euro su un totale di gruppo di 7,59 mld. Il secondo brand della casa è proprio Ives Saint Laurent (1,288 mld, -10%) le cui licenze in mano a L’Oréal, insieme a quelle di Giorgio Armani e Valentino (sempre nella cosmetica e profumeria), sono uno dei ponti che hanno permesso questa operazione.
Non a caso Pambianconews riporta di una Kering nel pieno dell’operazione di rilancio.
L’Oreal è invece tutta un’altra storia, non a caso De Meo ha chiarito bene che l’accordo nel settore cosmesi e profumeria è anche una partnership strategica in un segmento di mercato estremamente redditizio. La casa di Clichy non brilla, ma il suo +3% dei ricavi organici a 22,47 miliardi di euro nel primo semestre non ha poi molti concorrenti in un settore del lusso che da un paio d’anni almeno risente non solo della debolezza della domanda cinese (spesso discriminante nel comparto), ma anche delle incertezze della nuova Amministrazione Trump (shock commerciali globali) e da tempo dello stop sulla Russia imposto dalla guerra in Ucraina.
Al netto delle poste straordinarie l’utile netto ricorrente di L’Oreal alla fine di giugno era di 3,78 miliardi (+1%) e anche i dati dimensionali del 2024 parlano di due realtà di dimensioni diverse: nel 2024 Kering ha fatturato 17,2 miliardi, dando lavoro a 47 mila persone; L'Oreal ha contato nello stesso esercizio ricavi per 43,48 miliardi con oltre 90 mila addetti.
Kering e L'Oreal, per entrambe le azioni serviranno conferme
Di certo oggi il mercato sembra apprezzare la nuova alleanza più per Kering, che per L’Oreal, anche se entrambe le azioni sono a ridosso di resistenze importanti e potrebbero quindi rivelarsi delle opportunità all’invio di determinati segnali tecnici.
Kering ha cominciato la giornata con un bel gap up è a testato il 38,2% dell’intero ritracciamento di tutto il calo tra i 600 euro del marzo 2023 e i 150 euro dei minimi di questo aprile 2025. Si tratta del primo ritracciamento di Fibonacci, particolarmente attenzionato dagli analisti tecnici, ma anche dell’ingresso in un’area critica che si estende fino ai 342,7 euro e che dovrà essere scavalcata con maggiore decisione (e maggiori volumi) per confermare il segnale forte di oggi. L’incasso di 4 miliardi di euro dovrebbe comunque migliorare ulteriormente la posizione finanziaria netta del gruppo già passata da 10,5 a 9,5 miliardi nella prima metà di quest’anno.
L’Oreal ha fornito spunti tecnici più incerti: un +0,17% a 391,3 euro non è proprio un rally e anche i massimi intraday a 396,3 euro non hanno poi scosso un quadro grafico che soltanto allunghi oltre i 399 euro in prima battuta e soprattutto oltre i tripli massimi di quota 408,2 euro potrebbero davvero ridisegnare.
Neanche i volumi sono brillanti, segno che servono - anche in questo caso – ulteriori conferme.
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