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Reddito di Cittadinanza: ecco la riforma di Draghi! Cosa cambia nel 2022

di FTA Online Newspubblicato:

Il Reddito di Cittadinanza è pronto ad essere riformato: Draghi è passato dalle parole ai fatti! Un miliardo in manovra finanziaria e una riforma che promette finalmente una misura più efficace. Ecco tutte le novità.

Reddito di Cittadinanza: ecco la riforma di Draghi! Cosa cambia nel 2022

Reddito di Cittadinanza pronto ad essere riformato, questa volta la scelta è definitiva! Il Governo Draghi ha infatti messo tra le sue priorità la riforma del RdC con un obiettivo ben chiaro, anzi, due: rendere la misura più efficace e migliorare il sistema di controllo dei soggetti beneficiari.

Non è infatti un mistero che in Italia vi siano molti soggetti, troppi, che ricevono il Reddito di Cittadinanza nonostante non abbiano tutti i requisiti. I famosi “furbetti del RdC” sono una vera e propria piaga tutta italiana, ma non è solo una questione economica: c’è in gioco tutta la credibilità di questa importante misura.

Il Governo non vuole minimamente pensare di togliere una misura così importante, ma ha comunque ritenuto fondamentale fare questa riforma, così richiesta da anni ed oggettivamente necessaria.

Vediamo dunque cosa cambia e quali conseguenze potrebbero esserci per i beneficiari.

Reddito di Cittadinanza: un miliardo per i controlli

Sembra che la prima novità, meno importante delle altre ma economicamente rilevante, sia quella che ha spinto il Governo a stanziare una cifra considerevole, pari ad un miliardo di euro. Tale cifra sarebbe destinata al miglioramento dei controlli sui beneficiari del RdC sotto diversi punti di vista: stanare i “furbetti”, migliorare l’intero sistema di controllo legato agli importi erogati per ogni nucleo familiare, migliorare i tempi per processare le domande e così via.

Un miglioramento generale dell’intero sistema che certamente è ben accetto, ma che va soprattutto ad alludere alle altre grandi novità stabilite dal Governo Draghi, di cui parleremo nei seguenti paragrafi.

Tale miliardo di euro è comunque un importante segnale delle intenzioni del Governo. Se infatti quando Draghi si è insediato si percepiva una certa reticenza nei confronti di questa misura, ora lo scenario è cambiato e proprio l’Esecutivo sta dando un segnale importante.

L’intera maggioranza, almeno in teoria, crede in questa misura e non vuole togliere agli italiani un sostegno fondamentale che, anzi, diventa più efficace e migliora sia nella forma che nella sostanza.

Reddito di Cittadinanza: attenzione alle offerte lavorative

Il vero problema per quanto riguarda i percettori del Reddito di Cittadinanza è però un altro: il meccanismo delle offerte lavorative. In teoria, infatti, il sussidio è pensato per sostenere sì le famiglie dal punto di vista economico, ma anche per aiutare il soggetto rimasto disoccupato a reinserirsi nel mondo del lavoro e proprio per questo è stato studiato il meccanismo delle offerte lavorative.

Cambiato negli anni in cui il RdC è stato attivo, tra navigator e problemi di varia natura, questo meccanismo non ha mai esattamente funzionato come ci si augurava. Ciò significa che, semplicemente, il reinserimento lavorativo nella maggior parte dei casi non avviene.

Chi richiede RdC e lo ottiene attende le diciotto mensilità, non riesce a ritrovare lavoro e fa nuovamente richiesta per il sussidio. Si intuisce che un sistema del genere non è sostenibile in eterno… anzi.

Per questo motivo la riforma va in questa direzione: migliorare il sistema delle offerte lavorative in maniera netta e soprattutto efficace. Ma come? Sicuramente si tratta di un obiettivo facile da perseguire a parole, ma molto difficile da raggiungere nei fatti.

Proviamo a capirne di più nel paragrafo successivo.

Reddito di Cittadinanza: attenzione alle sanzioni!

La riforma del Reddito di Cittadinanza prevede che il meccanismo delle offerte lavorative cominci a funzionare correttamente e che quindi ad ogni beneficiario disoccupato pervengano delle offerte congrue con la sua esperienza lavorativa ed il suo trascorso.

In particolare, la prima offerta lavorativa deve essere allineata con il background professionale del soggetto e deve essere a meno di 80km dalla residenza del soggetto stesso. La seconda offerta lavorativa, invece, può potenzialmente essere in tutta Italia.

Due offerte lavorative, secondo il Governo, dovrebbero bastare per riportare il soggetto ad essere attivamente parte del mondo del lavoro, ma se così non fosse sarebbero previste delle sanzioni. Sanzioni che, lo anticipiamo subito, potrebbero cambiare completamente le prospettive dei beneficiari nei confronti del sussidio.

Chi, infatti, dovesse rinunciare alla prima offerta lavorativa, non ritenendola sufficientemente buona da rinunciare al Reddito di Cittadinanza, andrebbe incontro ad una sanzione pari ad un taglio a scalare della cifra ricevuta. Si tratterebbe di un taglio di 5 euro al mese dopo la settima mensilità, arrivando quindi a 60 euro alla diciottesima mensilità ricevuta. Per chi lo conoscesse, un meccanismo simile a quello previsto per la NASpI.

Chi invece dovesse rifiutare anche la seconda offerta lavorativa andrebbe incontro a conseguenze ben più gravi che, secondo le indiscrezioni, sarebbero di revoca del diritto al sussidio. Insomma, chi non accetta la seconda offerta lavorativa su territorio italiano non ha più diritto al RdC.

Reddito di Cittadinanza: prospettive future

Il Governo ha quindi optato per una scelta forte, soprattutto per chi dovesse rinunciare a due offerte lavorative e difficilmente farà dietrofront. Per ora si tratta di indiscrezioni, dunque non c’è ancora una vera e propria ufficialità, ma sicuramente si va incontro ad una riforma che sarà di fondamentale importanza per il futuro del RdC.

La misura è sempre stata ritenuta da osservatori ed esperti troppo assistenzialistica e poco rivolta ad un effettivo reinserimento lavorativo dei soggetti beneficiari.

Ora il Governo Draghi prova a cambiare rotta ed ovviamente solo il tempo ci dirà se questa sia la giusta scelta, in particolare in base ai dati che vedremo dopo alcuni mesi del 2022: il RdC diventerà finalmente una misura efficace?

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