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Ripresa dell'economia italiana nel primo trimestre 2023 ma future Ftse Mib in calo

di FTA Online News pubblicato:
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Il mercato azionario statunitense ha mostrato una tendenza al ribasso nel giorno del voto sulla questione del tetto al debito pubblico. L'S&P 500 ha chiuso a 4.180,13, in calo dello 0,6% rispetto alla sessione di trading precedente. Il Dow Jones Industrial Average ha chiuso a 32.910,90, in calo dello 0,4% o 131,88 punti. Il Nasdaq Composite ha chiuso a 12.935,29, in calo dello 0,63%. In forte calo anche il Ftse Mib future, che ha lasciato sul terreno l'1,59% a 26210 punti. L'incertezza riguardante il processo legislativo sull'aumento del tetto del debito ha alimentato timori di possibili intoppi, anche se in teoria non dovrebbe esserci un rischio imminente di default. I dati positivi sul mercato del lavoro USA, in particolare l'aumento dei posti di lavoro vacanti, hanno contribuito a deprimere il mercato azionario, poiché suggeriscono che potrebbe non esserci spazio per un taglio dei tassi nel breve termine. Il mercato del lavoro si sta raffreddando molto lentamente.

Nel contesto dell'inflazione, l'Italia ha registrato un rallentamento dell'inflazione armonizzata, anche se rimane ancora alta. Anche in Germania e in Francia si è osservato un rallentamento dell'inflazione rispetto alle previsioni. Il calo dell'inflazione nella zona euro nel complesso è stato superiore alle aspettative, suggerendo una crescita dei prezzi più lenta. Il vicepresidente della Banca Centrale Europea, Luis de Guindos, ha considerato il calo dell'inflazione come una notizia positiva e ha indicato una tendenza verso un significativo calo dell'inflazione complessiva.

Nel giorno del voto della Camera degli Stati Uniti sul disegno di legge che aumenta il tetto al debito pubblico, Wall Street ha registrato un calo. Ci sono timori di possibili intoppi nel processo legislativo, nonostante sulla carta non ci sia un rischio imminente di default. La discesa del mercato azionario statunitense è stata influenzata dai dati estremamente positivi sul mercato del lavoro, in particolare dall'aumento dei posti di lavoro vacanti, che limita le aspettative di un taglio dei tassi prima della fine dell'anno.

L'indice Market News International sull'andamento dell'attività economica nell'area di Chicago è diminuito in maggio, scendendo a 40,4 rispetto a 48,6 di aprile, mentre il consensus prevedeva solo una lieve flessione a 47. Inoltre, a sorpresa, il numero di posti di lavoro vacanti è aumentato ad aprile, raggiungendo i 10,1 milioni rispetto ai 9,74 milioni precedenti (dato rivisto dal valore precedente di 9,6 milioni), superando le aspettative del consensus di 9,4 milioni.

Questo aumento è contrario alle previsioni dell'analista di Bloomberg Intelligence, Stuart Paul, che si aspettava una diminuzione. Paul ha commentato che il mercato del lavoro si sta raffreddando molto lentamente, ma i dati di oggi mostrano un ulteriore surriscaldamento nelle ultime settimane.

Nonostante la disoccupazione abbia ancora a disposizione 1,5 posti di lavoro per ogni disoccupato, molto meno rispetto ai livelli del 2022, ma ancora più alto rispetto al periodo precedente la pandemia (circa 1,2), con un mercato del lavoro così florido, la Federal Reserve non ha motivo di tornare a politiche espansive.

In Italia, l'inflazione armonizzata dell'UE a maggio è diminuita al 8,1% su base annua rispetto all'8,7% di aprile, superando le aspettative del consensus che si attestavano al 7,5%. Secondo l'Istat, il rallentamento è principalmente influenzato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici, in particolare della componente non regolamentata, che ha registrato un calo congiunturale.

L'inflazione in Germania è diminuita a maggio, con il dato armonizzato su base annua che si attesta al 6,3% rispetto al 7,6% di aprile, superando le previsioni che erano del 6,7%. A livello mensile, l'inflazione tedesca ha registrato un calo dello 0,2% rispetto all'aumento dello 0,6% del periodo precedente, superando le aspettative che erano dello 0,2%.

In Francia, l'inflazione a maggio ha rallentato più del previsto, con il dato armonizzato dell'UE che segna un aumento del 6% su base annua rispetto al 6,9% di aprile, mentre il consensus era del 6,4%. I prezzi alla produzione in aprile sono diminuiti del 5,1% rispetto al mese precedente (dopo un aumento del 1,9% a marzo), mentre la crescita su base annua è del 7% rispetto al +12,8% del mese precedente.

Secondo il vicepresidente della Banca Centrale Europea, Luis de Guindos, il calo dell'inflazione registrato nella zona euro nei dati regionali degli ultimi due giorni è stato maggiore del previsto e indica un continuo rallentamento della crescita dei prezzi. De Guindos ha commentato che questo calo è una notizia positiva e indica una tendenza verso un significativo calo dell'inflazione complessiva.

La seduta di mercoledì ha visto anche preoccupanti novità provenienti dalla Cina. L'indice PMI composito cinese, che prende in considerazione sia il settore manifatturiero che quello dei servizi, ha registrato un rallentamento ad aprile, passando da 54,4 a 52,9 punti. Nonostante il dato sia superiore a 50, che indica un'economia in espansione, ci sono segnali crescenti di rallentamento. L'indice PMI composito è diminuito principalmente a causa del rallentamento sia nel settore dei servizi che in quello manifatturiero, quest'ultimo addirittura in fase di contrazione.

È soprattutto l'indice PMI del settore manifatturiero a deludere maggiormente, scendendo a 48,8, il livello più basso registrato da dicembre 2022 e al di sotto delle attese fissate a 51,4. Inoltre, il dato è inferiore rispetto al livello precedente di 49,2. Tuttavia, anche il settore dei servizi ha deluso, pur rimanendo in fase di espansione, mostrando anch'esso un rallentamento. L'indice è sceso a 54,5 rispetto al 56,4 del mese precedente, risultando al di sotto delle attese di 54,9.

Questi dati indicano che l'economia cinese sta affrontando sfide e segnali di rallentamento, sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi. Il rallentamento nel settore manifatturiero è particolarmente preoccupante, poiché indica una contrazione dell'attività. È importante monitorare attentamente l'evoluzione di tali indicatori per comprendere l'impatto sull'economia cinese nel breve e lungo termine.

Buone notizie invece per l'Italia: la stima completa dei conti economici trimestrali conferma la ripresa dell'economia italiana nel primo trimestre del 2023, dopo la battuta d'arresto registrata alla fine del 2022.

Secondo i dati definitivi rilasciati dall'Istituto nazionale di statistica (Istat), nel trimestre preso in esame il prodotto interno lordo (PIL), considerando gli effetti di calendario, è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, e ha registrato una crescita annuale del 1,9%. Nella lettura preliminare pubblicata il 28 aprile, l'Istat aveva stimato una crescita dello 0,5%.

Questi dati indicano un miglioramento dell'economia italiana nel primo trimestre del 2023, rispetto al trimestre precedente, evidenziando una ripresa dell'attività economica nel paese. La revisione al rialzo rispetto alla stima preliminare suggerisce un risultato più positivo di quanto inizialmente previsto.

Tuttavia, è importante considerare che la situazione economica può essere influenzata da diversi fattori e che è necessario monitorare attentamente l'andamento per comprendere la sostenibilità e la durata di questa ripresa.

Il future Ftse Mib ha violato mercoledì in area 26370 la media mobile esponenziale a 100 giorni e a 26150 la trend line rialzista che parte dai minimi di ottobre. I prezzi si sono lasciati alle spalle il doppio massimo disegnato in area 27600 dal picco di metà aprile. A meno di un pronto ritorno al di sopra di area 26500 è adesso probabile il proseguimento della discesa verso i 25000 punti. Supporto intermedio a 25600. Solo oltre area 26500 possibile un test dal basso a 26800 circa della media mobile esponenziale a 20 giorni.

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