Telecom Italia, fine di un contenzioso lungo 25 anni: in arrivo oltre un miliardo di euro

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
5 min

Impatto strategico sul gruppo: risorse per azionisti, dividendi e possibile semplificazione della struttura del capitale

Telecom Italia, fine di un contenzioso lungo 25 anni: in arrivo oltre un miliardo di euro

A Telecom Italia arriva un miliardo dallo Stato

Dopo quasi venticinque anni di contenziosi, Telecom Italia si appresta finalmente a incassare una somma che ha assunto contorni quasi simbolici per durata e complessità: oltre un miliardo di euro, frutto del rimborso del canone versato allo Stato nel 1998, comprensivo di rivalutazione e interessi. Una vicenda che affonda le radici nella fase di liberalizzazione e privatizzazione del settore delle telecomunicazioni, e che oggi arriva al suo epilogo definitivo con la decisione della Cassazione, che ha respinto il ricorso della Presidenza del Consiglio, confermando la sentenza della Corte d’Appello di Roma dell’aprile 2024.

La storia inizia nel passaggio dall’ex monopolio pubblico al mercato concorrenziale. Nel 1998, anno successivo alla privatizzazione, il governo stabilì un contributo obbligatorio basato sul fatturato per gli operatori tlc, in sostituzione del canone di concessione ormai non più applicabile. Una scelta che Telecom Italia – allora sotto la gestione Colaninno – contestò già nel 2000, avviando un ricorso al TAR contro il decreto attuativo sulle modalità di pagamento.

Da lì si è sviluppato un percorso giudiziario lungo e tortuoso, che ha coinvolto TAR, Consiglio di Stato, Corte di Giustizia europea e infine la magistratura ordinaria. Un passaggio chiave arriva nel 2008, quando la Corte di Giustizia UE si esprime in modo favorevole a Telecom Italia. Nonostante ciò, i tribunali amministrativi italiani continuano a respingere la richiesta di rimborso, fino alla svolta della Corte d’Appello di Roma nel 2024, ora definitivamente confermata dalla Cassazione. Un iter che, per tempi e complessità, rappresenta quasi una sintesi dei limiti strutturali della giustizia amministrativa italiana.

L'impatto sui conti pubblici sarà neutrale

Dal punto di vista dei conti pubblici, l’impatto sarà neutrale. La normativa prevede infatti che le amministrazioni accantonino preventivamente le somme potenzialmente dovute in caso di soccombenza giudiziaria all’interno di un fondo rischi e contenzioso. Attualmente nel bilancio dello Stato sono stanziati oltre 2,2 miliardi di euro a questo scopo, come ricordato anche dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti durante le audizioni sul DFP. In altre parole, il rimborso era già “prezzato” nei conti pubblici.

Rilevanti le implicazioni per Telecom Italia

Molto più rilevanti sono invece le implicazioni per Telecom Italia. Il miliardo in arrivo rappresenta una boccata d’ossigeno finanziaria in una fase ancora delicata per il gruppo, ma soprattutto apre scenari nuovi sul fronte della remunerazione degli azionisti. Le prime indicazioni suggeriscono che una parte significativa delle risorse potrebbe essere destinata al pagamento dei dividendi sulle azioni di risparmio, ferme da anni, così come quelle ordinarie. Un segnale che avrebbe anche una valenza strategica, perché potrebbe costituire il preludio a una futura conversione delle azioni di risparmio in ordinarie, semplificando la struttura del capitale.

Atteso consiglio di amministrazione di TIM a breve

Non a caso, un consiglio di amministrazione è atteso subito dopo Natale – probabilmente il 29 dicembre – proprio per valutare le modalità di utilizzo di queste risorse straordinarie. La scelta avrà un peso non solo finanziario, ma anche di credibilità verso il mercato, che guarda con attenzione a qualsiasi segnale di normalizzazione della politica di remunerazione e di rafforzamento della governance.

In definitiva, questa vicenda non è solo la chiusura di un contenzioso storico. È un evento che incrocia diritto, finanza e strategia aziendale, e che potrebbe segnare un passaggio importante nel percorso di rilancio di Telecom Italia, restituendo agli azionisti una parte del valore rimasto bloccato per un quarto di secolo nei meandri della giustizia.

Il quadro tecnico di Telecom Italia resta costruttivo

Sul grafico settimanale di Telecom Italia il quadro tecnico resta costruttivo, ma sta entrando in una fase delicata, dove è opportuno distinguere tra trend di fondo e segnali di breve–medio periodo.

Il movimento rialzista partito dai minimi del 2023 è stato ordinato e progressivo, con i prezzi che hanno recuperato terreno in modo coerente, accompagnati dalla media mobile, che ha svolto più volte il ruolo di supporto dinamico. La struttura resta quindi positiva sul medio periodo, soprattutto se confrontata con la lunga fase laterale e ribassista degli anni precedenti.

Il nodo centrale, però, è ora rappresentato dall’area 0,50–0,51 euro, una resistenza storica molto rilevante, coincidente con i massimi del novembre 2021. Non si tratta di un livello casuale: è una soglia che in passato ha respinto più volte i tentativi di ripartenza e che oggi sta nuovamente mettendo alla prova la forza del movimento in atto.

Dal lato degli indicatori, il MACD settimanale segnala una divergenza ribassista: mentre i prezzi hanno continuato a salire, l’indicatore ha perso spinta. Questo non equivale automaticamente a un’inversione, ma indica che il momentum rialzista si sta indebolendo e che il titolo potrebbe aver bisogno di una pausa prima di tentare un nuovo allungo.

In questo contesto, lo scenario più probabile nel breve è quello di una fase di consolidamento o di correzione controllata, utile a riassorbire gli eccessi accumulati. Finché le discese restano contenute e non violano in modo netto i principali supporti dinamici, il movimento va letto come fisiologico all’interno di un trend di recupero.

Il vero segnale di forza arriverebbe solo con una chiusura settimanale stabile sopra 0,51 euro. In quel caso il quadro tecnico migliorerebbe sensibilmente, aprendo spazio verso 0,59–0,60 euro, area che rappresenta il naturale obiettivo successivo in termini di proiezione grafica.

Al contrario, una perdita decisa della media mobile esponenziale settimanale a 13 periodi, passante a 0,48 euro circa, riporterebbe in primo piano la divergenza sul MACD e aumenterebbe il rischio di una correzione più profonda, senza però compromettere automaticamente il recupero di fondo avviato negli ultimi anni.

In sintesi:

  • trend di medio periodo ancora in miglioramento

  • resistenza chiave a 0,50–0,51 euro

  • momentum in rallentamento, da monitorare

  • servono conferme prima di inseguire nuovi rialzi

Telecom Italia è quindi a un bivio tecnico: il percorso di recupero resta valido, ma ora è il mercato a chiedere una prova di forza vera, non solo un altro passo in avanti.

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