TIM si fa notare a Piazza Affari

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Il titolo torna ai livelli di inizio 2022. La recente assemblea ha allargato l'oggetto sociale e sancito il ruolo di primo azioniste di Poste, nessuna novità però sull'ingresso in cda

TIM si fa notare a Piazza Affari

A gonfie vele. La nuova fase di Telecom Italia procede senza grandi incertezze ormai da mesi. Il titolo dall’inizio dell’anno ha guadagnato il 66% a Piazza Affari e oggi si è lasciato alle spalle con decisione gli ostacoli di area 41 centesimi che da qualche seduta arginavano le spinte rialziste per osare un allungo a 42,2 centesimi, un livello che non si vedeva dal febbraio 2022. Ora la strada per il ritorno ai massimi di fine 2021 a un passo dai 51 centesimi (a € 0,5094 per l’esattezza) sembra ancora più semplice.

TIM, l'allargamento dell'oggetto sociale a energia, gas, prodotti finanziari...

Il percorso di rilancio del gruppo TIM d’altronde ha registrato un altro passaggio chiave all’ultima assembla dell’altro ieri, il 24 giugno, con l’allargamento dell’oggetto sociale. Al già articolato perimetro di attività di TIM collegate alle telecomunicazioni, alle soluzioni di information technology, alla cybersecurity, al cloud e all’internet delle cose (IOT) sono state aggiunte “attività in settori anche non connessi” alle precedenti, “quali energia, gas, prodotti finanziari e assicurativi”.

È un passaggio importante che conferma i piani comuni con il nuovo socio di riferimento: le Poste Italiane di Matteo Del Fante salite al 24,81% del capitale. Significa anche che il nuovo player, che oltre a una rete fisica di primo piano in Italia (sulla quale alcuni concorrenti potrebbero anche obiettare), è pienamente consapevole del nuovo modello di mercato di diverse piattaforme multi-servizio sempre più articolate. Operatori che prima vendevano solo l’energia elettrica oggi vendono anche la connessione alla fibra ottica o i servizi di streaming di contenuti.

Su uno stesso sito si possono trovare appunto servizi essenziali come energia e gas, ma anche prodotti finanziari e assicurativi (come quelli di Poste), le magie del cross selling tendono ormai insomma all’offerta di pacchetti sempre più completi e dall’unione delle telecomunicazioni di TIM e dei servizi finanziari e non solo di Poste può nascere un player formidabile.

Per questo si è dovuti passare dal cambiamento di oggetto sociale, che ha comportato anche il sorgere del diritto di recesso in capo agli azionisti che non hanno approvato questo passaggio (sia gli assenti, che gli astenuti, che i dissenzienti, che i detentori delle risparmio). Il valore di liquidazione è stato però posto, come da norma, a € 0,2884 per le ordinarie e a € 0,3295 per le risparmio, quindi molto al di sotto – come visto - dei corsi attuali. Insomma il tetto massimo per il recesso da 100 milioni di euro è molto difficile che venga anche soltanto avvicinato.

TIM, nell'ultimo anno cambiamenti in direzione della redditività

Nonostante l’importanza delle materie approvate e i cambiamenti intercorsi nell’ultimo hanno l’assemblea di TIM ha registrato una partecipazione solamente un po’ più ampia di quella dell’assemblea chiamata ad approvare il bilancio un anno fa: era presente il 54,69% del capitale contro il 50,7% dell’aprile 2024. Questa volta i soci hanno dovuto approvare un bilancio con una perdita netta da 1,24 miliardi di euro, allora avevano dovuto approvare una perdita da 995 milioni di euro, anch’essa da coprire con la riserva legale.

Ma si tratta di numeri che rischierebbero di essere fuorvianti, perché in realtà con la vendita della rete fissa a KKR e il taglio del debito il gruppo TIM è riuscito l’anno scorso a tornare all’utile nel secondo semestre, in particolare a un risultato netto positivo di 139 milioni dei quali 36 milioni attribuibili alla capogruppo.

TIM, Poste rimane fuori dal cda

È stata inoltre bocciata la proposta di una riduzione del numero massimo di consiglieri da 19 a 15, ma forse proprio su questo fronte occorre sottolineare un aspetto di rilievo sempre relativo all’ingresso di Poste Italiane come primo azionista di TIM.

A quanto risulta lo slittamento dell’assemblea dal 10 aprile al 24 giugno era stato deciso proprio per dare a Poste la possibilità di inserire dei membri nel consiglio di amministrazione del gruppo. Evidentemente un accordo su questo fronte non è stato trovato e Poste si riserva di intervenire in futuro sulla governance. Di certo a conti fatti l’investimento effettuato già da un po’ si sta rivelando redditizio.

TIM, ancora tanti dossier in gioco

Va comunque detto che, nonostante l'assestamento dell'azionariato con l'ingresso deciso e decisivo di Poste Italiane e la riduzione di Vivendi al 2,51% del capitale, TIM continua ad essere oggetto di indiscrezioni e parte in causa in diversi rilevanti dossier.
Per esempio non è mai stato chiuso del tutto il capitolo di una possibile aggregazione con Iliad. Alcune indiscrezioni lasciano in piedi la via di una possibile collaborazione con il player francese rimasto fuori dal consolidamento delle telecomunicazioni italiane.
Un altro tema è quello della remunerazione delle risparmio e delle cedole arretrate. C'è poi il dossier ancora aperto del risarcimento per il canone non dovuto nel 1998, una questione pendente in Cassazione del valore di circa 1 miliardo di euro. Infine, se si procederà per tempo alla fusione della rete ceduta a KKT, la Fiber Cop con Open Fiber, potrebbe materializzarsi un incasso (earn-out) da circa 2,5 miliardi.

TIM, altre delibere dell'assemblea e novità anche sulle risparmio

Ma l’assemblea del 24 giugno ha anche approvato i piani di remunerazione del management e mentre ha bocciato la proposta di innalzamento del quorum per la presentazione delle liste per cda e collegio sindacale dallo 0,5% all’1% del capitale (si rimane sulla soglia minima più bassa).

Va inoltre notato che è stato nominato un nuovo rappresentante degli azionisti di risparmio nella persona di Emanuele Rimini. La proposta era giunta da Davide Leone cui fa riferimento più del 12% delle azioni di questa categoria.

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