Spagna: BBVA su Sabadell, il governo chiede una separazione di tre anni
pubblicato:Le prove spagnole di terzo polo bancario incassano un altro vincolo: una separazione gestionale e giuridica pluriennale, anche in caso di successo dell’offerta. Bilbao valuta le diverse opzioni

Il BBVA potrà andare avanti nella difficile conquista del Banco Sabadell, ossia nel piano di creazione di un terzo polo bancario che tanto ricorda diverse manovre italiane, ma il governo ha deciso che almeno per tre anni i due istituti dovranno mantenere separati i patrimoni e la personalità giuridica.
Un caveat non da poco, che comporterebbe la separazione delle squadre manageriali e dei processi decisionali, anche su temi chiave come il finanziamento alle PMI, le risorse umane, il network di filiali e servizi e persino il lavoro sociale delle fondazioni delle due banche. Su queste barriere vigilerà lo stesso governo che, dopo i tre anni, potrebbe anche decidere di prolungare di altri due anni la separazione.
Adesso toccherà al management della banca basca BBVA guidato dal presidente Carlos Torres Vila esprimersi – le valutazioni sono già in corso - e decidere se andare avanti su questa faticosissima offerta, fare un passo indietro o ricorrere al tribunale.
Banche, il progetto di un terzo polo spagnolo
In gioco c’è la creazione di un campione del credito spagnolo ed europeo che potrebbe avere una quota del mercato iberico tra il 20 e il 25% paragonabile a quella dei due giganti Caixa e Santader. Come se MPS si fondesse con il Banco BPM per recuperare terreno su Intesa e Unicredit.
In queste ore il titolo del BBVA a Madrid perde il 2,55% e si riporta a 12,78 euro. La sua capitalizzazione si aggira sui 75,6 miliardi di euro.
Allo stesso tempo il Banco Sabadell cede l’1,56% e torna a 2,65 euro. In Borsa tutta la banca catalana oggi quinto gruppo creditizio nazionale vale circa 14,5 miliardi.
BBVA su Sabadell, l'offerta e i timori
La proposta mista di carta e contanti del BBVA è stata annunciata ben 14 mesi fa, all'inizio del maggio 2024, quando implicava un premio del 30% sui corsi precedenti e del 50% sulla media ponderata dei tre mesi anteriori all’annuncio.
Al tempo fu valutata in circa 12,2 miliardi di euro circa, ma le valutazioni essendo ancorate ai corsi di Borsa sono chiaramente variabili.
Tecnicamente sul piatto ci sarebbero 1 nuova azione BBVA ed € 0,70 in contanti per ogni 5,3456 azioni del Banco Sabadell.
Lo scorso 30 aprile l’antitrust spagnola, la CNMC, aveva approvato l’offerta dell’istituto fondato a Bilbao, imponendo diverse condizioni. Il BBVA aveva proposto diversi rimedi per scongiurare concentrazioni eccessive anche su base locale, dalla vendita di quote in alcune società di pagamento alla difesa delle succursali in diverse città. Con la concorrenza comunque un difficile passo avanti era stato compiuto.
Bisogna considerare che il BBVA aveva previsto con il merger la chiusura di circa 300 filiali e che Expansion qualche settimana fa aveva calcolato fino a 2.500 posti di lavoro in meno con la fusione, circa il 6% della forza di lavoro combinata delle due entità (42.000 addetti in Spagna a bocce ferme).
BBVA, gli obiettivi dell'offerta
Naturalmente ha ragione il presidente Vila quando presenta l’offerta per il Banco Sabadell come un banco di prova per l’unione bancaria e dei mercati di capitali europei.
La proposta di valore che il management del BBVA avanza è per tanti aspetti importante: dai 5 miliardi l’anno di credito aggiuntivo per l’economia reale alle sinergie da 850 milioni di euro in tre anni (750 milioni in sinergie di costo e 100 milioni in sinergie di funding).
Tutto dopo 1,45 miliardi di euro di costi di ristrutturazione una tantum quest’anno, ma con la prospettiva già dal primo anno di una crescita dell’utile per azione che a regime dovrebbe raggiungere il 3,5% e accompagnare un aumento dell’1% del valore di libro tangibile per azione e un miglioramento del ROIC (ritorno sul capitale investito dal 2026) del 20% per gli azionisti del BBVA.
A fine periodo la banca promette comunque un payout attraente, una quota degli utili distribuiti tra il 40 e il 50% tra contanti (ossia dividendi) e buyback (riacquisti di titoli propri), con l’impegno di distribuire tutto il capitale in accesso sopra la soglia del 12% di CET1 ratio.
Calcoli e ragionamenti che ricordano tanti dossier italiani, prospettive di crescita che ora si scontrano con i nuovi stringenti vincoli del governo.
Si attende intanto un via libera all’offerta della Consob spagnola (la CNMV), tra il secondo e il terzo trimestre 2025, in vista di una proposta che potrebbe partire tra qualche settimana.
Al Banco Sabadell hanno già da mesi opposto un muro all’”offerta ostile” del BBVA.
Il governo ora impone una formidabile condizione, dopo le novità assolute dei mesi scorsi, come quella con la quale a inizio maggio aveva avviato una consultazione pubblica aperta di 7 giorni sulle conseguenze della eventuale fusione.
Adesso l’esecutivo ha deciso e la palla torna di nuovo a Bilbao.
Il responsabile del BBVA in Spagna Peio Belausteguigoitia ha già dichiarato che l'istituto sta valutando le diverse alternative.
Il BBVA potrebbe decidere di ritirare l'offerta, come già paventato dallo stesso presidente Carlos Torres nell'eventualità di vincoli governativi troppo stringenti o di una vendita della controllata britannica TSB del Banco Sabadell.
C'è anche il rischio di dover ricalcolare le sinergie previste dall'operazione a seguito della separazione giuridica e gestionale imposta dall'esecutivo.
In questo contesto il cda del BBVA ha anche obblighi di trasparenza nei confronti dei propri azionisti, né è da escludere un ricorso alla 'Cassazione' spagnola contro le decisioni del governo. Come detto si stanno pesando le diverse opzioni.