Amplifon, le ultime indicazioni dal gruppo

di FTA Online News pubblicato:
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Borsa Italiana, Tenaris, ecco cosa ha incoraggiato le azioni ieri

Amplifon, le ultime indicazioni dal gruppo
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Amplifon in calo dell'1,8% al termine della seduta di ieri con i prezzi che si sono attestati a 14,72 euro.

I risultati del terzo trimestre 2025 sono apparsi deboli, con i Ricavi in calo dello 0,7%, l'EBITDA adjusted a -6,3% e l'Utile netto adjusted che ha fatto segnare un -27,7%.

Ne consegue un nuovo peggioramento della guidance 2025: i ricavi sono ora attesi in crescita tra il 2% e il 2,5% a cambi costanti dalla precedente stima di circa il 3%.

Enrico Vita, CEO del gruppo, ha comunque tenuto a sottolineare come nel terzo trimestre si sia registrato un trend di significativo miglioramento dei ricavi rispetto al secondo, con un ritorno alla crescita organica rispetto all'anno precedente.

La performance è stata trainata da una significativa accelerazione in Europa, anche grazie al miglioramento di Italia e Spagna e nonostante un minor contributo della Francia rispetto al precedente trimestre, nonché da una crescita in America superiore al mercato di riferimento.

Questi risultati sono stati conseguiti in un mercato ancora al di sotto dei suoi tassi storici di crescita e a fronte di una base comparativa particolarmente forte. Tutti aspetti per i quali Vita si dice fiducioso del percorso di crescita nel breve e nel medio periodo.

La scorsa settimana Kepler Cheuvreux aveva avviato la copertura sul titolo con giudizio "Outperform" e prezzo obiettivo a 19,00 euro, mentre in precedenza Goldman Sachs aveva ridotto il prezzo obiettivo del titolo da 19 a 16 euro con giudizio "Neutral" confermato a seguito del taglio delle stime di utile per azione 2025-2025 del 4-8 per cento.

Amplifon, l'azione prosegue nel ribasso avviato a inizio 2022

Il grafico del titolo Amplifon è appesantito da un ribasso che si protrae da inizio 2022 e che a fine luglio è stato ulteriormente aggravato dal crollo che ha spinto i corsi fin sotto 16,00 euro, lasciandosi alle spalle un ampio gap ribassista a 19,86 euro.

La successiva fase laterale ha mitigato la forza del ribasso, ma il titolo non è per il momento riuscito a riprendersi e si mantiene pericolosamente a ridosso del prossimo supporto critico posizionato in area 13,40. Reazioni dai livelli attuali dovranno spingersi fin sopra 16,00 euro per poter generare un rimbalzo che permetta la copertura almeno parziale del suddetto gap a 19,86 euro. La violazione di area 13,40 invece darebbe continuità alla spinta ribassista proiettando obiettivi in area 12,00/12,30 e più in basso a 11,00 euro.

Tenaris, rally dopo i dati

Ottima performance ieri per Tenaris: il titolo ieri ha guadagnato il 4,85% a 17,30 euro. I prezzi hanno oscillato tra 16,41 e 17,35 euro.

Tenaris ha chiuso il terzo trimestre del 2025 con risultati solidi, confermando la sua capacità di mantenere margini elevati e generare cassa anche in un contesto complesso caratterizzato da prezzi del petrolio variabili e da tensioni sui costi delle materie prime.
L’utile netto si è attestato a 453 milioni di dollari, in leggero calo dell’1% rispetto ai 459 milioni dello stesso periodo del 2024, mentre i ricavi sono cresciuti del 2%, arrivando a 2,978 miliardi di dollari.

L’utile operativo è aumentato dell’11% a 597 milioni, e l’Eps ha segnato un +5% a 0,43 dollari.
L’Ebitda trimestrale ha raggiunto i 753 milioni, in crescita del 9% rispetto ai 688 milioni del 2024, con un margine Ebitda del 25,3% (23,6% nel 3Q24).

Il consiglio di amministrazione ha approvato un dividendo intermedio di 0,29 dollari per azione, pari a circa 300 milioni di dollari, con pagamento previsto il 26 novembre.

Per il quarto trimestre, Tenaris prevede vendite stabili rispetto al terzo trimestre, ma con margini e costi sotto pressione a causa dell’aumento dei dazi sulle importazioni di prodotti siderurgici (Section 232), stimato avere un impatto negativo di circa 40-50 milioni di dollari sull’Ebitda rispetto al trimestre precedente.
L’Ebitda stimato per il 4Q25 si collocherebbe tra 660 e 670 milioni, leggermente sopra il consenso di mercato di 649 milioni.

Sul fronte operativo, nonostante una riduzione recente delle trivellazioni in USA, Canada e Arabia Saudita, l’attività globale rimane resiliente. Negli Stati Uniti, l’aumento dei dazi dal 25% al 50% ha ridotto le importazioni di OCTG, ma le scorte rimangono elevate e i prezzi non riflettono ancora pienamente l’incremento dei costi.

In Argentina, le elezioni parlamentari potrebbero ridurre l’incertezza politica e migliorare le condizioni di finanziamento per lo sviluppo del giacimento shale di Vaca Muerta. Gli analisti delle principali banche confermano il giudizio positivo sul titolo.

Intesa Sanpaolo, AlphaValue, Banca Akros e Jefferies mantengono tutti raccomandazioni buy, con target price che vanno da 17,3 a 21,2 euro. I risultati trimestrali hanno superato le aspettative in termini di ricavi e margini, confermando la solidità della gestione operativa e la capacità di generare cassa.

Tenaris appare quindi valutata in modo interessante, con un P/E 2025 stimato di 11,4x, EV/EBITDA di 6x e circa 3,5 miliardi di dollari di cassa netta, pari al 17% della capitalizzazione di mercato. La società offre inoltre una remunerazione agli azionisti significativa, tra dividendi e buy-back, con la seconda tranche da 600 milioni di dollari attesa a breve.

In sintesi, Tenaris continua a mostrare resilienza e solidità finanziaria, riuscendo a superare le attese del mercato e a posizionarsi favorevolmente per il futuro, pur dovendo gestire alcune pressioni sui costi legate ai dazi e alla dinamica dei mercati petroliferi.

Tenaris, sul grafico segnali positivi

Il titolo ieri ha ottenuto una doppia vittoria: la chiusura a 17,30 euro ha permesso il superamento del lato alto del canale crescente che conteneva i prezzi dai minimi di aprile e il superamento del 61,8% di ritracciamento del ribasso dal top di febbraio. Se la rottura di area 17,20 verrà confermata anche nelle prossime sedute diverrà probabile la ricopertura del gap del 3 aprile con lato alto a 18 euro circa. Resistenza successiva a 19 euro. Ripiegamenti fino in area 16,80 potrebbero essere interpretati come una temporanea presa di profitto, sotto quei livelli probabile una discesa verso i 15,90 euro.

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