Asia-Pacific contrastata. A Tokyo Nikkei 225 perde lo 0,25%
pubblicato:Dopo una seduta in negativo per Wall Street (peggiore dei tre principali indici newyorkesi il Dow Jones Industrial Average, deprezzatosi dello 0,27% martedì), alla riapertura degli scambi sui mercati asiatici la tendenza si è fatta più contrastata, virando in positivo. In chiusura del meeting di due giorni del Federal Open Market Committee (Fomc) in serata arriverà l'attesa decisione sui tassi Usa (fermi sul 4,25% -4,50% raggiunto in dicembre con il terzo taglio consecutivo) e le aspettative sono in larga maggioranza per una riduzione del costo del denaro di 25 punti base. Dopo i negoziati dei giorni scorsi a Madrid, lo U.S. Secretary of the Treasury (ministro del Tesoro di Washington) Scott Bessent ha dichiarato alla Cnbc di essere fiducioso che Cina e Usa raggiungano un accordo prima di novembre. Dopo l'avvio ufficiale della nuova fase della guerra commerciale di Donald Trump in aprile, Pechino dovrebbe confrontarsi con dazi fino al 145% per l'export delle sue merci in Usa ma una prima sospensione aveva spostato la scadenza al 12 agosto e quindi Trump l'aveva prorogata ulteriormente fino al 10 novembre. Il clima rialzista per la regione si concretizza intanto in un rialzo intorno allo 0,40% per l'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.
Sul fronte valutario il Dollar Index Spot, paniere che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre dieci maggiori monete del mondo, è sostanzialmente invariato a fronte di uno yen parimenti poco mosso sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 perde lo 0,25% (fa peggio l'indice più ampio Topix, deprezzatosi dello 0,71%), dopo che nella precedente sessione aveva per la prima volta nella storia toccato i 45.000 punti. Sul fronte macroeconomico, in agosto l'export dal Giappone è calato dello 0,1% annuo, comunque in deciso miglioramento rispetto al 2,6% di luglio (0,5% la flessione di giugno) e ampiamente sopra alla contrazione dell'1,9% del consensus di Reuters. Le importazioni sono invece scese del 5,2% annuo, dopo il crollo del 7,4% della lettura finale di luglio (0,3% il precedente rialzo) e contro il declino del 4,2% atteso. Il risultato è stato un deficit della bilancia commerciale più che raddoppiato a 242,5 miliardi di yen (1,40 miliardi di euro) dai 118,4 miliardi (682 milioni di euro) della lettura finale di luglio. Il dato si confronta con il disavanzo di 703,2 miliardi (4,05 miliardi di euro) dell'agosto 2024 e con quello da 513,6 miliardi (2,96 miliardi di euro) del consensus.
Da inizio 2025 allo scorso 31 agosto il trasporto ferroviario di merci è cresciuto in Cina del 3,5% annuo, a 2,68 miliardi di tonnellate, in ulteriore accelerazione rispetto al 3,3% precedente (3,0% nel primo semestre). La media giornaliera è stata di 184.000 vagoni merci carichi, in aumento del 4,3% annuo (4,1% in gennaio-luglio). Tutte ampiamente in positivo le piazze cinesi. A meno di un'ora dallo stop agli scambi Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 guadagnano circa lo 0,30% e lo 0,50% rispettivamente, contro un progresso intorno allo 0,70% per lo Shenzhen Composite. Molto bene Hong Kong: l'Hang Seng è infatti in rialzo di circa l'1,80% (fa anche meglio l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, con una crescita ampiamente superiore al 2%). A Seoul è superiore all'1% la contrazione del Kospi, mentre a Sydney è stato dello 0,67% il declino registrato dall'S&P/ASX 200 in chiusura di sessione.
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