Tasse, quanto varrà il taglio dell’Irpef

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
5 min

La nuova riduzione delle imposte è il piatto forte nel menù del governo per la prossima manovra finanziaria 2026. Chi ci guadagna e quanto costa

Tasse, quanto varrà il taglio dell’Irpef
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In attesa della decisione di stasera di Fitch sul rating dell’Italia, la cronaca italiana non arresta l’analisi del dibattito già molto caldo sulla prossima manovra 2026. I lavori sono in corso e appena l’altro ieri la Commissione bilancio del Senato ha approvato la risoluzione sul nuovo Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp) che sostituisce con la nuova governance europea la Nadef, ossia la nota di aggiornamento al DEF (a sua volta appunto sostituito dal Documento di Finanza Pubblica DEF)… Il Documento programmatico approvato e aggiornato per il periodo 2026-2028 rispetto alle previsioni di aprile dovrà quindi essere trasmesso alle Camere entro il 2 ottobre 2025. Prima data da mettere quindi in calendario.

Passaggi tecnici dal valore più che segnaletico, perché per muovere le leve del bilancio pubblico bisogna ovviamente prima stabilire dove sono messe, com’è la situazione.

La nuova manovra finanziaria è comunque già da qualche settimana nelle cronache dei giornali, negli altolà dei partiti, nelle ipotesi non peregrine dei ministri, nei distinguo e negli auspici... Tutto as usual a ridosso di questo autunno 2025 con la conferma di quei segnali di continuità nell’azione di governo, che sono poi una rivendicazione di stabilità a fronte di più complesse situazioni erariali e politiche in Europa.

La nuova manovra ha tre pilastri: il taglio ulteriore dell’Irpef per i ceti medi, la rottamazione numero cinque e il TFR per la pensione anticipata a 64 anni. Di gran lunga il provvedimento più importante (e interessante per l’uomo comune) è quello sul taglio delle tasse.

Irpef, cosa prevede la nuova manovra

L’ambizione appena rivendicata dal viceministro all’Economia Maurizio Leo è una duplice stretta sull’Irpef.

Oggi la seconda aliquota Irpef scatta dai 28 mila ai 50 mila euro di reddito lordo ed è pari al 35%. La prima mossa è un taglio al 33%

La seconda mossa è l’allargamento della platea della** seconda aliquota fino ai redditi di 60 mila euro**. Solo oltre a quel punto scatterebbe la terza aliquota al 43% che oggi parte dai 50 mila euro.

A conti fatti se le due riforme dovessero passare il guadagno fiscale andrebbero orientativamente dai 40 euro per redditi fino a 30 mila euro, a 440 euro l’anno per redditi lordi fino a 50 mila euro, a 1.440 euro dai 60 mila euro di stipendio in su.

Reddito lordo

Oggi

Totale

Da 2026

Totale

Guadagno annuo (€)

28.000

23%

6.440

23%

6.440

0

35.000

35%

8.890

33%

8.750

140

45.000

35%

12.390

33%

12.050

340

50.000

43%

14.140

33%

13.700

440

55.000

43%

16.290

33%

15.350

940

60.000

43%

18.440

43%

17.000

1440

70.000

43%

22.740

43%

21.300

1440

80.000

43%

27.040

43%

25.600

1440

90.000

43%

31.340

43%

29.900

1440

100.000

43%

35.640

43%

34.200

1440

Un appeal politico indiscutibile, anche perché il taglio delle tasse coinvolgerebbe fino a 13,6 milioni di italiani.

Bisognerà trovare le coperture però, perché la manovra potrebbe costare da circa 3 miliardi di euro nell’’ipotesi light’ di una nuova aliquota al 33%, ma solo fino ai 50 mila euro, fino a 5 miliardi di euro nell’’ipotesi completa di un’aliquota più bassa al 33% e fino a 60 mila euro di reddito.

Un passaggio chiave potrebbe essere lunedì prossimo, 22 settembre (altra data da segnale nel calendario della nuova manovra), l’ultima edizione dei conti economici annuali dell’Istat. Di certo il ministero vuole guadagnare una visione e un approccio complessivi, per esempio agendo su eventuali sconti fiscali per chi ha figli, ma sarebbe nel novero delle ipotesi anche una sterilizzazione forfettaria di 240 euro al taglio Irpef per i redditi sopra i 50 mila euro. Il quadro è molto dinamico e complesso, serviranno numeri più maturi sui conti pubblici per passare dal taglio della seconda aliquota al 33% fino a 50 mila euro all’estensione della riduzione fiscale fino ai 60 mila.

L'Irpef, le altre misure e le banche

Il tutto va poi ricomposto con i lavori sulle detrazioni fiscali – riprende quota l’ipotesi di un’aliquota di nuovo al 50% sulle ristrutturazioni della prima casa di abitazione – sull’ires premiale per le imprese che assumono e investono (da stabilizzare) fino al TFR per la pensione anticipata a 64 anni e alla rottamazione delle cartelle.

Con il rebus risorse e il vicepremier Matteo Salvini che calcola a Porta a Porta che, se le banche guadagnassero invece di 46 miliardi e mezzo ‘solo’ 42 o 43 miliardi e il resto andasse a imprese, artigiani e famiglie in difficoltà, “tutti sarebbero orgogliosi di quello che stiamo facendo”.
Significherebbe circa 3-4 miliardi di euro, una bella spinta alla manovra finanziaria senza dubbio, anche se Forza Italia ha già posto l’altolà sulla tassazione degli extraprofitti e gli osservatori danno per più probabile un rinvio delle DTA fino al 2027 che dovrebbe garantire circa 1,5 miliardi.

Tutta un’altra cifra (e a prestito), ma come visto i dossier sono tanti.