Asia-Pacific contrastata. A Tokyo Nikkei 225 perde lo 0,60%

di FTA Online News pubblicato:
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Dopo una chiusura d'ottava in recupero per Wall Street (migliore dei tre principali indici newyorkesi il Dow Jones Industrial Average, apprezzatosi dello 0,82% venerdì), con l'inizio della nuova settimana la tendenza si è fatta maggiormente contrastata sui mercati asiatici. Venerdì Jerome Powell non aveva escluso la possibilità di ulteriori aumenti del costo del denaro in Usa ma il chairman della Federal Reserve (Fed) aveva anche espresso fiducia in un "atterraggio morbido" più vicino. Sotto i riflettori continua a esserci il settore immobiliare di Pechino. China Evergrande Group ha segnato un rally di oltre il 9% a Hong Kong, dopo che un tribunale ha rinviato fino al 29 gennaio 2024 l'udienza relativa al piano di ristrutturazione del colossale debito del gigante del real estate. Se i creditori non appoggiassero il piano per Evergrande sarebbe liquidazione. Il clima altalenante per la regione viene intanto evidenziato da un indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, che si muove sulla parità.

Sul fronte valutario il Dollar Index Spot, paniere che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre dieci principali monete, è in rialzo di circa lo 0,10% a fronte comunque di un marginale rafforzamento dello yen sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 perde lo 0,60% (fa peggio l'indice più ampio Topix, deprezzatosi dello 0,83%). Sul fronte macroeconomico, la base monetaria del Sol Levante è salita in novembre dell'8,9% annuo, in marginale rallentamento rispetto al 9,0% di ottobre (5,6% in settembre), ma in linea con il consensus. Si tratta della quarta espansione consecutiva dopo una striscia di contrazione durata undici mesi. La base monetaria del Giappone si è attestata lo scorso mese a quota 669.845 miliardi di yen (4.198 miliardi di euro al cambio attuale), in declino rispetto ai 677.290 miliardi (4.244 miliardi di euro) di ottobre.

Nei primi dieci mesi del 2023 la capacità installata di energia da fonti rinnovabili ha raggiunto in Cina gli 1,4 miliardi di chilowatt, per una crescita del 20,8% annuo e arrivando al 49,9% del totale della capacità installata. Da inizio anno allo scorso 31 ottobre la generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Cina è stata pari a 2.330 miliardi di chilowattora, il 31,8% del totale. Tutte in negativo le piazze cinesi. Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 perdono lo 0,29% e lo 0,65% rispettivamente, contro il ribasso dello 0,34% dello Shenzhen Composite. Male Hong Kong: a meno di un'ora dal termine delle contrattazioni l'Hang Seng perde infatti circa l'1,20% (fa poco meglio l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, con una flessione comunque superiore all'1%). A Seoul è stato dello 0,40% il progresso del Kospi, mentre a Sydney è stato dello 0,73% il guadagno dell'S&P/ASX 200 in chiusura.

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