Asia-Pacific contrastata. Nikkei 225 guadagna solo lo 0,06%

di FTA Online News pubblicato:
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Dopo un'altra seduta contrastata per Wall Street (in negativo dei tre principali indici newyorkesi il solo Dow Jones Industrial Average, deprezzatosi di appena lo 0,02% mercoledì), alla riapertura degli scambi sui mercati asiatici la tendenza mista è stata confermata. In vista dell'Indipendence Day di venerdì 4 luglio i riflettori restano sul One Big Beautiful Bill, la "grande bella legge" (come l'ha definita Donald Trump) di bilancio, passata per un soffio in Senato (51-50 il conteggio dei voti). L'obiettivo di Trump di approvarla prima del 4 luglio non è tuttavia così facilmente raggiungibile: nella U.S. House of Representatives (la Camera di Washington) il numero di Repubblicani dissenzienti è infatti più elevato. Sul fronte della guerra commerciale Trump deve accontentarsi per ora dell'accordo con il Vietnam, sesto maggiore esportatore di beni in Usa (negli ultimi anni molti big occidentali hanno spostato la produzione nel Paese asiatico). Il clima alla fine in positivo per la regione si concretizza intanto in un progresso intorno allo 0,30% per l'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.

Sul fronte valutario il Dollar Index Spot, paniere che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre dieci maggiori monete del mondo, è poco mosso a fronte di un calo superiore allo 0,10% per lo yen sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 chiude in positivo in extremis ma guadagna solo lo 0,06% (fa poco meglio l'indice più ampio Topix, apprezzatosi dello 0,10%). Sul fronte macroeconomico, il Pmi dei servizi del Giappone, stilato da S&P Global in collaborazione con Jibun Bank, è salito in giugno su 51,7 punti dai 51,0 punti di maggio (52,4 punti in aprile). Il dato è stato rivisto al rialzo dai 51,5 punti della lettura preliminare. Il Pmi Composite, che combina l'indice dei servizi con quello del manifatturiero, è invece cresciuto su 51,5 punti dai 50,2 punti precedenti (51,2 punti in aprile), sopra ai 51,4 punti del dato flash.

Frenata per il Caixin Pmi dei servizi che si conferma in ogni caso per il trentesimo mese consecutivo sopra i 50 punti che separano crescita da contrazione. In giugno l'indice è infatti sceso in Cina su 50,6 punti dai 51,1 punti di maggio (50,7 punti in aprile), contro il declino limitato a 51,0 punti del consensus. Contrastate le piazze cinesi. A meno di un'ora dallo stop alle contrattazioni Shanghai Composite e Shenzhen Csi 300 guadagnano circa lo 0,20% e lo 0,60% rispettivamente, contro un rialzo di quasi l'1% per lo Shenzhen Composite. Male invece Hong Kong: l'Hang Seng perde infatti circa lo 0,70% (fa anche peggio l'Hang Seng China Enterprises Index, con una flessione intorno allo 0,90%). A Seoul è superiore all'1% il rialzo del Kospi, mentre a Sydney si è limitato allo 0,02% il calo dell'S&P/ASX 200 in chiusura.

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