Asia-Pacific è in calo. A Tokyo il Nikkei 225 perde lo 0,97%
pubblicato:Dopo un avvio d'ottava in negativo per Wall Street (peggiore dei tre principali indici newyorkesi il Dow Jones Industrial Average, deprezzatosi dello 0,77% lunedì), alla riapertura degli scambi sui mercati asiatici la tendenza ribassista è stata confermata. Dopo l'apertura di Jerome Powell al riavvio del ciclo di allentamento monetario fermo da dicembre, Donald Trump torna ad attaccare la Federal Reserve (Fed) e, visto che non può licenziare il chairman, fa fuori il membro del Board of Governors Lisa Cook. L'immobiliarista newyorkese ha pubblicato la lettera di licenziamento sul suo social Truth. Cook ha replicato che Trump non può farlo. Il Congresso Usa ha limitato l'autorità del presidente di licenziare unilateralmente un governatore della Fed, stabilendo che è possibile solo "per giusta causa". Come nota la Cnbc, sebbene la legge non specifichi che cosa costituisca una giusta causa, storicamente si è sempre pensato che si trattasse di un comportamento scorretto o di una negligenza nei doveri relativi al ruolo rivestito. Come già fatto in molteplici occasioni d'altronde l'amministrazione Trump non si cura molto della legittimità delle sue azioni, contando sul fatto che la Corte Suprema è composta a maggioranza da giudici nominati dallo stesso Trump. Il clima negativo per la regione si concretizza intanto in un calo intorno allo 0,70% dell'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.
Sul fronte valutario il Dollar Index Spot, paniere che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre dieci maggiori monete del mondo, è in marginale arretramento a fronte di uno yen parimenti poco mosso sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 perde lo 0,97% (fa anche peggio l'indice più ampio Topix, deprezzatosi dell'1,08%). Sul fronte macroeconomico, in luglio il tasso d'inflazione core del Giappone stilato dalla Bank of Japan (BoJ) è calato sul 2,0% annuo dal 2,3% di giugno (2,5% in maggio), contro il rialzo del 2,4% previsto dagli economisti. Lo scorso mese il Services Producer Price Index (Sppi, l'indice dei prezzi dei servizi alle imprese) è invece salito in Sol Levante del 2,9% annuo, in ulteriore rallentamento rispetto al 3,2% di giugno (e al 3,5% della lettura finale di maggio). Il dato si confronta con il progresso stabile sul 3,2% atteso. Su base sequenziale l'indice è cresciuto dello 0,3% contro il precedente declino dello 0,2% (invariata la lettura di maggio).
Trump torna a minacciare Pechino con lo spettro di tariffe commerciali al 200%. "Devono darci magneti, se non ce li danno, allora dobbiamo addebitare loro dazi del 200%", ha dichiarato alla stampa. Il tema delle terre rare (materiali fondamentali per settori come elettronica, difesa, energia e automotive) è cruciale nei negoziati commerciali tra i due Paesi ma la Cina non ha intenzione di cedere il controllo. Le piazze cinesi sono complessivamente in negativo. A meno di un'ora dallo stop agli scambi Shanghai Composite e Shenzhen Csi 300 perdono circa lo 0,10% entrambi, contro un rialzo dello 0,50% per lo Shenzhen Composite. Male Hong Kong: l'Hang Seng è infatti in calo di circa lo 0,50% (andamento simile per l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China). A Seoul è superiore all'1% la contrazione del Kospi, mentre a Sydney è stata dello 0,41% la flessione dell'S&P/ASX 200 in chiusura.
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