Asia-Pacific è in recupero e il Nikkei 225 guadagna lo 0,55%
pubblicato:Dopo una partenza d'ottava contrastata ma alla fine di recupero per Wall Street (migliore dei tre principali indici newyorkesi è stato il Nasdaq Composite, apprezzatosi dello 0,27% lunedì), con la riapertura degli scambi sui mercati asiatici la tendenza in positivo si è consolidata. Se in generale gli investitori non sembrano dare troppo credito al "bullismo" commerciale di Donald Trump i riflettori si spostano comunque sui dati macroeconomici in arrivo da Pechino. Nel secondo trimestre la crescita del Pil della Cina ha frenato moderatamente sul 5,2% annuo dal 5,4% registrato nei due precedenti periodi (4,6% nel terzo trimestre 2024), risultando comunque superiore al 5,1% del consensus di Reuters. Su base sequenziale il Pil, rettificato stagionalmente, è invece salito dell'1,1% contro l'1,2% del primo trimestre (1,6% nei tre mesi allo scorso 31 dicembre), anche in questo caso in linea sopra allo 0,9% atteso. E il clima rialzista per la regione si concretizza in un progresso intorno allo 0,90% per l'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.
Sul fronte valutario il Dollar Index Spot, paniere che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre dieci maggiori monete del mondo, è in declino di circa lo 0,10% a fronte di uno yen poco mosso sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 guadagna lo 0,55% (fa peggio l'indice più ampio Topix, apprezzatosi ma di appena lo 0,09%). Il rendimento dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni è salito all'1,599% (livello più alto dal 2008, secondo i dati di Lseg citati dalla Cnbc). Record anche per il rendimento dei trentennali mentre quello dei titoli con scadenza a 20 anni ha toccato il livello più elevato dal 1999. A prevalere sono i timori per un'impennata della spesa pubblica, in vista dell'appuntamento cruciale di domenica 20 luglio, quando si terranno le elezioni per scegliere i membri del Sangiin (la Camera alta della Dieta, il Parlamento giapponese). Il primo ministro Shigeru Ishiba ha dichiarato che non ricorrerà a tagli fiscali finanziati da una maggiore emissione di debito.
In giugno la produzione industriale è salita in Cina del 6,8% annuo, in accelerazione dal 5,8% di maggio e sopra al 5,7% del consensus di Reuters. Da inizio 2025 la crescita della produzione industriale è stata pari al 6,4% annuo, contro il 6,3% precedente (6,4% anche nel periodo gennaio-aprile). Le vendite al dettaglio sono invece aumentate del 4,8% annuo, in rallentamento rispetto al 6,4% di maggio, quando era stata registrata la lettura più elevata dal 7,4% del dicembre 2023. Il dato è anche inferiore al 5,4% del consensus di Reuters. Da inizio 2025 le vendite retail sono salite invece del 4,0% annuo, contro il 4,1% precedente (3,7% nel periodo gennaio-aprile). Contrastate le piazze cinesi. A meno di un'ora dallo stop alle contrattazioni Shanghai Composite e Shenzhen Composite perdono circa lo 0,40% e lo 0,10% rispettivamente, contro uno Shenzhen Csi 300 fermo sulla parità. Bene invece Hong Kong: l'Hang Seng guadagna infatti intorno allo 0,80% (e l'andamento è sostanzialmente uguale per l'Hang Seng China Enterprises Index). A Seoul è di circa lo 0,40% l'espansione del Kospi, mentre a Sydney è stato dello 0,70% il progresso registrato dall'S&P/ASX 200 in chiusura della sessione.
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