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Asia-Pacific in negativo. Il Nikkei 225 perde un netto 1,41%

di FTA Online News pubblicato:
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Dopo una partenza d'ottava contrastata per Wall Street (in negativo dei tre principali indici newyorkesi il solo Dow Jones Industrial Average, deprezzatosi dello 0,15% martedì), rimasta ferma lunedì per la celebrazione del Memorial Day, alla riapertura degli scambi sui mercati asiatici la tendenza si è consolidata decisamente in negativo. In attesa del voto al Congresso Usa sull'accordo per l'innalzamento del tetto del debito di Washington (e il via libera non può ancora considerarsi certo), a tenere banco sono soprattutto i tanti dati macroeconomici in arrivo dall'Asia. Alla traballante ripresa della Cina si aggiungono indicazioni deboli dal Sol Levante. In aprile la produzione industriale è infatti calata in Giappone dello 0,3% annuo, contro lo 0,6% di marzo e il rialzo dello 0,5% stimato dagli economisti. Su base mensile, rettificata stagionalmente, la produzione industriale è invece scesa dello 0,4% contro il precedente progresso dell'1,1% e l'incremento dell'1,5% del consensus di Reuters. Clima depressivo che vede la piazza di Hong Kong entrare in mercato ribassista (l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, lo è già, visto che ha perso oltre il 21% dai picchi segnati in gennaio). E il clima negativo viene confermato dal declino ampiamente superiore all'1% dell'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.

Sul fronte valutario il Dollar Index Spot, paniere che monitora la divisa americana nei confronti delle altre dieci principali monete, è in crescita di circa lo 0,20% a fronte di uno yen in declino dello 0,30% sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 perde un netto 1,41% (fa poco meglio l'indice più ampio Topix, deprezzatosi dell'1,32%). Sul fronte macroeconomico, in aprile le vendite al dettaglio sono cresciute in Giappone del 5,0% annuo, in ulteriore rallentamento rispetto al 6,9% della lettura finale di marzo (e al 7,2% di febbraio) e ampiamente sotto al 7,0% del consensus di Reuters. Su base sequenziale le vendite retail sono invece calate del 2,3% contro il precedente rialzo dello 0,6% e la lettura invariata attesa dagli economisti. In maggio l'indice della fiducia dei consumatori nipponici è salito in Giappone a 36,0 punti dai 35,4 punti di aprile. Il dato rimane comunque sotto la soglia di 50 punti che separa fiducia da pessimismo ormai dal marzo 2006 ed è marginalmente inferiore ai 36,1 punti attesi dagli economisti.

L'indice Pmi manifatturiero ufficiale della Cina è sceso ulteriormente in maggio a 48,8 punti dai 49,2 punti di aprile (51,9 punti in marzo). Il dato, che si confronta con il rialzo a 49,4 punti del consensus di Reuters, si conferma per il secondo mese consecutivo sotto la soglia di 50 punti che separa espansione da contrazione. Tutte in negativo le piazze cinesi. A meno di un'ora dal termine delle contrattazioni Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 perdono infatti circa lo 0,80% e l'1,10% rispettivamente, contro un declino intorno allo 0,50% per lo Shenzhen Composite. Molto male Hong Kong: l'Hang Seng crolla di circa il 2,70% (fa anche peggio l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, con una flessione superiore al 2,80%). Mentre a Seoul è intorno allo 0,20% il calo del Kospi, a Sydney è stata di un deciso 1,64% la flessione dell'S&P/ASX 200 in chiusura.

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