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Asia-Pacific in negativo ma il Nikkei 225 guadagna lo 0,33%

di FTA Online News pubblicato:
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Dopo una chiusura d'ottava in recupero per Wall Street (migliore dei tre principali indici newyorkesi l'S&P 500, apprezzatosi dello 0,56% venerdì), la tendenza si è fatta maggiormente contrastata con l'inizio della nuova settimana sui mercati asiatici, virando alla fine in negativo. A spaventare gli investitori è ancora la crisi del settore bancario, dopo il crollo dell'8,53% registrato venerdì a Francoforte da Deutsche Bank. Il timore è che la stretta monetaria condotta dagli istituti centrali, a partire dalla Federal Reserve (Fed), stia mettendo sotto pressione il settore del credito accelerando l'arrivo della temuta recessione. Domenica, intervenendo al China Development Forum di Pechino, Kristalina Georgieva ha sottolineato che i rischi per la stabilità finanziaria sono aumentati ed è necessaria una costante vigilanza. La direttrice del Fondo monetario internazionale (Fmi) ha ribadito che il 2023 sarà un altro anno difficile, con un'espansione dell'economia globale inferiore al 3% a causa delle cicatrici della pandemia di coronavirus, della guerra in Ucraina e della stretta monetaria. Georgieva ha notato che nelle economie avanzate la risposta alla crisi bancaria è stata decisa ma rimane comunque la necessità di ulteriore vigilanza. L'Fmi, ha inoltre spiegato, pone particolare attenzione ai Paesi più vulnerabili, in particolare quelli a basso redditto e con elevati livelli d'indebitamento. Il clima ribassista per la regione viene confermato dal declino intorno allo 0,60% dell'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.

Sul fronte valutario il Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa americana nei confronti delle altre dieci principali monete, è invariato a fronte di una flessione intorno allo 0,10% per lo yen sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 guadagna lo 0,33% (andamento identico per l'indice più ampio Topix, parimenti apprezzatosi dello 0,33%). Sul fronte macroeconomico, l'indice anticipatore del Giappone è calato in gennaio a 96,5 punti dai 97,2 punti di dicembre (97,6 punti in novembre), confermandosi per il quinto mese consecutivo sotto la soglia di 100 punti. Il dato si confronta con i 96,5 punti della lettura preliminare comunicata a inizio mese. L'indice di coincidenza, che sintetizza lo stato attuale dell'economia, è invece sceso a 96,4 punti dai 99,4 punti dei precedenti due mesi (99,5 punti in ottobre), contro i 96,1 punti del dato flash. In febbraio il Corporate Services Price Index (Cspi, l'indice dei prezzi dei servizi alle imprese) è cresciuto in Sol Levante dell'1,8% annuo, contro l'1,6% di gennaio (1,5% in dicembre) e l'1,5% del consensus. Su base sequenziale l'indice è invece salito dello 0,2% contro il precedente declino dello 0,3% (0,1% il rialzo di dicembre).

Nei primi due mesi del 2023 i profitti industriali sono crollati in Cina del 22,9% annuo. L'agenzia di Pechino dallo scorso agosto non ha più comunicato dati disaggregati su base mensile. Nell'intero 2022 i profitti industriali avevano segnato una contrazione del 4,0% (in ulteriore peggioramento rispetto al 3,6% del periodo gennaio-novembre e al 3,0% dei primi undici mesi dell'anno). Le aziende con ricavi annui di almeno 20 milioni di yuan (2,7 milioni di euro) hanno complessivamente generato profitti per 887,2 miliardi di yuan (pari a poco meno di 120 miliardi di euro) nel periodo gennaio-febbraio 2023. Tutte in negativo le piazze cinesi. A meno di un'ora dal termine delle contrattazioni Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 perdono infatti circa lo 0,60% e lo 0,50% rispettivamente, contro un calo dello 0,15% per lo Shenzhen Composite. Male Hong Kong: l'Hang Seng segna una flessione intorno all'1% (fa anche peggio l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, con un ribasso dell'1,40%). Declino di circa lo 0,20% per il Kospi di Seoul, mentre a Sydney si è limitato allo 0,01% il progresso dell'S&P/ASX 200 in chiusura.

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