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Asia-Pacific in recupero. Nikkei 225 guadagna solo lo 0,03%

di FTA Online News pubblicato:
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Dopo una seduta in deciso recupero per Wall Street (migliore dei tre principali indici newyorkesi ancora il Nasdaq Composite, apprezzatosi del 2,14% martedì), alla riapertura degli scambi sui mercati asiatici la tendenza in positivo è stata confermata. Lasciati da parte per ora i timori legati al crac di Silicon Valley Bank (Svb), i riflettori tornano a puntare Pechino, in scia ai molti dati macroeconomici in arrivo. Nei primi due mesi del 2023 la produzione industriale è cresciuta in Cina del 2,4% annuo, in miglioramento rispetto all'1,3% di dicembre ma sotto al 2,6% del consensus di Reuters. Le vendite al dettaglio sono invece salite del 3,5% annuo, dopo il declino dell'1,8% di dicembre, in questo caso in linea con le attese degli economisti. Gli investimenti in fixed asset (dato che raggruppa infrastrutture, apparecchiature industriali e costruzioni) hanno registrato un rialzo del 5,5% annuo, in accelerazione rispetto al 5,1% di dicembre e sopra al 4,4% del consensus di Reuters. I mesi di gennaio e febbraio vengono abitualmente accorpati visto che comprendono le lunghe festività del Capodanno lunare (caduto quest'anno il 22 gennaio). Il clima positivo per la regione viene confermato dal progresso intorno all'1% dell'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.

Sul fronte valutario il Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa americana nei confronti delle altre dieci principali monete, è in recupero di circa lo 0,10% a fronte di un declino intorno allo 0,30% per lo yen sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 guadagna solo lo 0,03% (fa decisamente meglio l'indice più ampio Topix, apprezzatosi dello 0,65%). Sul fronte macroeconomico, nel meeting della Bank of Japan (BoJ) di 17-18 gennaio i rappresentanti dell'istituto centrale nipponico hanno discusso la fattibilità di ulteriori modifiche al controllo dei rendimenti obbligazionari, dopo che in dicembre era stato annunciato a sorpresa l'ampliamento a più o meno 0,50% dal precedente più o meno 0,25% per la gamma delle fluttuazioni dei rendimenti dei titoli di Stato a 10 anni. In generale il board ha convenuto che l'inflazione e i salari potrebbero superare le aspettative, suggerendo che una graduale eliminazione del massiccio programma di allentamento monetario sarà in agenda quando Kazuo Ueda succederà al governatore Haruhiko Kuroda in aprile.

La People's Bank of China (PboC) mantiene ancora invariato al 2,75% il tasso sulla medium-term lending facility (Mlf) a un anno, dopo averlo tagliato di 10 punti base l'ultima volta in agosto. La decisione è indicativa del fatto che l'istituto centrale di Pechino settimana prossima abbia intenzione di lasciare invariato anche il loan prime rate annuale (al 3,65%). Il vicegovernatore Liu Guoqiang a inizio mese aveva sottolineato che l'istituto eviterà di inasprire o allentare drasticamente la politica monetaria. Tutte in positivo le piazze cinesi. Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 guadagnano infatti lo 0,55% e lo 0,06% rispettivamente, contro il progresso dello 0,26% dello Shenzhen Composite. Molto bene Hong Kong: a meno di un'ora dal termine delle contrattazioni l'Hang Seng segna infatti un rialzo di circa l'1,60% (fa anche meglio l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, con un apprezzamento di quasi il 2%). Crescita dell'1,31% per il Kospi di Seoul, mentre a Sydney è stata dello 0,86% l'espansione dell'S&P/ASX 200 in chiusura.

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