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Banca MPS: Aumento di capitale, cosa aspettarsi. Il caso Saipem….

di Alessandro Chinipubblicato:

Il cda di Banca MPS ha dato l'ok all'aumento di capitale da 2,5 miliardi. Vediamo cosa si prospetta all'orizzonte

Banca MPS: Aumento di capitale, cosa aspettarsi. Il caso Saipem….

Banca MPS: cda approva aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro

La scorsa settimana, il consiglio di amministrazione di Banca MPS ha approvato, nella giornata di giovedì 15 settembre, l'aumento di capitale da 2,5 miliardi, operazione che una decina di giorni prima aveva avuto l'ok da parte della BCE.

L'amministratore delegato di MPS, Lovaglio, ha affermato che si partirà ad ottobre e si punterà ad ottenere i 2,5 miliardi in una unica soluzione.

L'operazione è considerata strategica per poter attuare il piano di "uscite agevolate" per lasciare la banca percependo uno stipendio dell'80% fino alla pensione, operazione che interesserà all'incirca 3500 dipendenti, ma che dovrà essere portata a termine entro novembre e non oltre affinchè si possa usufruire dell'opportunità offerta dalla legge.

Al cda della Banca ha partecipato il 65,22% della compagine sociale, di cui il 64,23% rappresentato dallo stato nella figura del Mef (Ministero dell'Economia e delle Finanze), l'aumento di capitale è stato deliberato con il 99,63% delle preferenze dei presenti.

Banca MPS: chi sottoscrive l'aumento di capitale

Apparentemente tutto bene, se però diamo uno sguardo ai numeri dell'operazione qualche perplessità non può che emergere. Di questi 2,5 miliardi di euro, infatti, 1,6 verranno garantiti dall'azionista di maggioranza, ovvero il Mef, gli altri 900 andranno racimolati sul mercato e qua l'impresa potrebbe risultare complicata.

Anima e Axa parteciperanno attivamente all'operazione, ma qualche dubbio permane ancora sull'esito finale, nonostante Lovaglio abbia garantito sulla bontà del piano industriale 2022-2026 e sulla possibilità di portarlo a termine, soprattutto dopo le "uscite agevolate".

Su questo punto la storia non aiuta molto la banca più vecchia del mondo, di promesse in passato ne sono state fatte tante ma come sia andata poi a finire è sotto gli occhi di tutti, con un titolo che attualmente quota attorno a 0,30 euro, ovvero praticamente niente rispetto ai fasti del passato, quando ai prezzi attualizzati il titolo si muoveva attorno ai 9000 euro (si si 9000 non è un errore).

Non solo, l'ammontare che è andato in fumo con le varie operazioni del passato si sta avvicinando ai 30 miliardi di euro e la capitalizzazione attuale del titolo si attesta all'incirca a 330 milioni. In pratica si chiede al mercato una cifra oltre 7 volte superiore rispetto al valore di borsa.

E' pur vero che il reale valore della banca è sicuramente superiore, i recenti risultati presentati mostrano segnali timidamente positivi ed un potenziale ancora inespresso ma di tutto rilievo ed attualmente il capitale sociale si aggira attorno ai 5 miliardi.

Il tempo ristretto per portare a termine l'operazione inoltre non aiuta molto, soprattutto in un momento come quello attuale in cui i mercati stanno facendo fatica, la recessione è alle porte e la crisi energetica ci sta mettendo il carico da 90.

Banca MPS: aumento di capitale, converrà?

Le decisioni da parte del management devono essere prese rapidamente ed essere perentorie. E ad occhio e croce, come spesso accade in questi casi, ad essere penalizzati potrebbero essere i piccoli risparmiatori, ovvero il retail. E proprio i piccoli azionisti di Mps hanno infatti già emesso una nota esprimendo tutti i propri dubbi sull’operazione.

Si parte intanto dal raggruppamento 1 a 100 delle azioni che sarà effettivo da lunedì 26 settembre ed il pensiero va a cadere automaticamente su quanto accaduto di recente con un altro aumento di capitale "poco fortunato" per il retail, ovvero quello di Saipem, anch’esso caratterizzato dal raggruppamento azionario e finito con il titolo che ora si aggira sui minimi assoluti.

Molto dipenderà dal prezzo a cui verranno emesse le nuove azioni e qua vale la pena fare una considerazione: nel caso in cui il prezzo fosse molto basso per essere appetibile, sarebbe necessario emettere un gran numero di azioni per arrivare ai 2,5 miliardi di euro del valore.

In questo caso però il prossimo raggruppamento 1 a 100 che andrà a ridurre il numero dei titoli a circa 10 milioni dai 10 miliardi attuali rischierebbe di essere quasi inutile; se dopo l’aumento si dovesse riversare sul mercato un grandissimo quantitativo di azioni il rischio sarebbe quello, come accaduto a Saipem, di veder scendere i prezzi ulteriormente ed a farne le spese sarebbe soprattutto il retail.

Dunque come avvenuto anche per Saipem il dilemma per il piccolo investitore è se partecipare o meno all’aumento, che potrebbe essere dispendioso, dopo aver sostenuto già delle perdite più o meno ingenti (d’altronde siamo sui minimi storici e ad oggi trovare qualcuno che stia guadagnando con il titolo Mps è impresa piuttosto ardua, oggi 20 settembre intanto altro -6%).

E lo stesso aumento di capitale sarà altamente diluitivo, ovvero non parteciparvi potrebbe implicare una drastica riduzione della posizione in essere e dunque la perdita di una percentuale elevatissima del capitale investito.

Certo è che la decisione va presa praticamente subito e chi non ha intenzione di partecipare dovrebbe forse liquidare le posizioni prima dell’inizio dell’aumento stesso.

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