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Pioggia di collocamenti a sconto: stavolta tocca a Webuild

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
4 min

Un altro ABB sotto i valori di mercato, stavolta è di Unicredit su Webuild, dopo i recenti casi di Nexi, Lottomatica e Moncler, c'è da stare in guardia: ecco cosa succede

Pioggia di collocamenti a sconto: stavolta tocca a Webuild

Oggi sotto i colpi dell’ultimo collocamento a sconto cade il titolo di Webuild. Stavolta sono ancora rumors, ma – si sa- in Borsa a volte le voci valgono più dei fatti, che arrivano spesso a giochi fatti. In pratica Unicredit avrebbe venduto il 4,99% del capitale della società con un collocamento accelerato (accelerated book building in sigla ABB).

Il prezzo di vendita di questa quota rilevante sarebbe di 2,2 euro e infatti in queste ore l’azione cede il 5,79% e si porta a 2,276 euro. Ora il 4,99% di Webuild in termini di azioni ordinarie è pari a circa 50,77 milioni di azioni e quindi l’incasso per Piazza Gae Aulenti sarebbe di circa 111,7 milioni di euro in un colpo solo, anche se a uno sconto di oltre l’8,9% sulla chiusura di ieri. D’altronde Unicredit entrò nel 2019 in occasione di un aumento di capitale da 600 milioni di euro dell’allora Salini-Impregilo, quindi quella quota fu pagata 1,5 euro a titolo e la plusvalenza di Unicredit dovrebbe superare i 35 milioni di euro,

Resta da ricordare che a questo punto, oltre a Salini Spa con il 39,66% del capitale e CDP Equity con un 16,47% del capitale di Webuild, nel general contractor resta come socio rilevante anche un altro investitore di natura finanziaria: Intesa Sanpaolo con una quota del 4,62%, quindi non lontana da quella di Unicredit. Carlo Messina farà un ragionamento simile a quello di Andrea Orcel?

Le azioni passate di mano con l’ultimo ABB sono già sicuramente incluse negli oltre 62,2 milioni di azioni già passate di mano stamane a fronte di una media giornaliera dell’ultimo mese di 7,81 milioni di azioni. Il titolo si era già mosso molto nei giorni scorsi con la pubblicazione dei risultati, l’uscita ora di Unicredit dalla compagine azionaria dà oggi uno scossone al titolo e potrebbe proiettarlo sui supporti di area 2,13, anche se al contempo la creazione del gap up importante di stamane potrebbe anche agire da calamita al rialzo nel corso delle prossime sedute.

Webuild, è solo l’ultimo ABB che affonda un titolo di Piazza Affari

Ma il caso Webuild è solo l’ultimo. C’è appena stato quello di 28,8 milioni di azioni di Nexi da parte del fondo sovrano di Singapore GIC, che ha anch’esso fatto scendere il titolo non poco.

E c’è stata Moncler che ha collocato in settimana con un accelerated bookbuilding l’1,18% di Moncler, alleggerendo solamente - in questo caso - la quota allo 0,5% e firmando un collar con JP Morgan sul 2,2% in modo da avere i diritti di voto su un 2,7% che era la quota precedente nel patto di consultazione. Riassesti un po’ complicati e non semplici valorizzazioni, come dimostrato anche dal collocamento di un altro 1,18% da parte sempre di JP Morgan che quindi ha fatto da braccio sul mercato di questi riassetti effettuati a 67 euro per azione, anche in questo caso sotto i prezzi di borsa.

D’altronde in contemporanea il colosso di Singapore Temasek diventava azionista diretto di Moncler, prima presente tramite Venezio Investments PTE. L’ultima fotografia della Consob al 12 marzo (quindi prima degli ABB di cui sopra per il lasso di tempo che intercorre negli obblighi di comunicazione) riportava già Temasek diretto azionista di Moncler con il 4,5% circa, Remo Ruffini al 15,88%, in calo con l’accorciamento della catena di controllo di Temasek, e appunto Carlo Rivetti che poi avrebbe alleggerito le quote detenute con la sua Grinta Srl. Va notato però che anche in questo caso i riposizionamenti e le valorizzazioni giungono dopo la pubblicazione dei risultati 2023 del gruppo, usciti il 28 febbraio e incamerati dal titolo il giorno dopo con un balzo di tutto rilievo. D’altronde con il rally del 47% dai minimi dello scorso ottobre l’azione era arrivata a superare i top del maggio 2023. Ma va detto che l’impatto su Moncler di questi ABB più limitati è stato minore che negli altri casi, forse anche perché si è trattato di una limatura delle quote accompagnata a una conferma dell’impegno rimanente.

Più pesante è stato il tracollo di Lottomatica dopo il collocamento di 20 milioni di azioni circa in mano a Gamma Intermediate, in questo caso d’altronde il capitale collocato con un ABB è stato pari al 7,9% della società dei giochi e a un prezzo di 10,9 euro per azione (ben 218 milioni di euro per il socio uscente) che erano ben al di sotto degli 11,74 euro della chiusura di venerdì scorso. Il titolo in questo caso non  si è ancora ripreso. I dati di Lottomatica erano già usciti a fine febbraio.