Europa in rally, USA sospesi tra shutdown e frenata dell’AI

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
5 min

Wall Street resta cauta: la fine dello shutdown è vicina, ma la correzione dell’intelligenza artificiale riaccende i dubbi sulle valutazioni tech

Europa in rally, USA sospesi tra shutdown e frenata dell’AI
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Le borse europee chiudono una seduta decisamente positiva

Le borse europee chiudono una seduta decisamente positiva, sostenute dal miglioramento del sentiment globale e dai progressi compiuti negli Stati Uniti verso la fine dello shutdown federale, giunto ormai al suo 42esimo giorno.

Gli investitori hanno accolto con favore la notizia del via libera del Senato USA a una legge temporanea di finanziamento, un passaggio che ora attende l’approvazione della Camera e la firma del presidente Trump.

Se il processo si concluderà come previsto nei prossimi giorni, verrà finalmente meno il blackout statistico che ha lasciato la Federal Reserve priva di molti dati macro decisivi per la sua prossima mossa sui tassi.

L’EuroStoxx 50 sta finalmente mostrando un colpo di reni degno di nota

L’EuroStoxx 50 sta finalmente mostrando un colpo di reni degno di nota. Il CFD dell’indice europeo ha rotto con decisione la resistenza chiave dei 5710/5720 punti, una zona che per oltre un mese aveva respinto ogni tentativo di allungo.

Il superamento di questo livello cambia il tono del mercato.

Il segnale sarà davvero forte solo se confermato in chiusura di seduta, ma l’impostazione tecnica già ora favorisce l’ipotesi di un’estensione verso i prossimi target a 5780 e 5800 punti, aree coerenti con la proiezione dell’ultima gamba rialzista.

Occhio però agli scenari alternativi:
un eventuale ritorno sotto area 5700 indebolirebbe immediatamente la struttura di brevissimo termine e annullerebbe il segnale di breakout, riportando l’indice dentro la congestione delle ultime settimane.

Al momento, momentum e sentiment restano dalla parte dei compratori, ma la chiusura odierna sarà la vera cartina di tornasole.

Mosaico macro tutt’altro che omogeneo in Europa

Sul fronte europeo, la giornata ha offerto un mosaico macro tutt’altro che omogeneo, ma nel complesso compatibile con la narrativa di un graduale allentamento monetario.

Nei Paesi Bassi l’inflazione di ottobre viene confermata al 3,10%, in linea con le attese.

Il Regno Unito mostra invece un mercato del lavoro in raffreddamento: la disoccupazione sale al 5%, i salari rallentano al 4,80% e le richieste di sussidio crescono di 29 mila unità. Elementi che, secondo molte case d’investimento, aprono la strada a un taglio dei tassi da parte della Bank of England nelle prossime riunioni.

Meno incoraggiante il quadro tedesco: l’indice ZEW sulle aspettative economiche scende a 38,5 punti, sotto le attese, confermando i timori su un’economia ancora priva di slancio e alle prese con nodi strutturali non risolti.

Crescono le vendite negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti, le vendite comparabili Redbook crescono del 5,9% annuo, un dato ancora robusto sebbene inserito in un contesto di crescente biforcazione tra consumatori ad alto reddito e fasce più deboli, penalizzate da mercato del lavoro incerto e dazi.

USA e Svizzera trattano sui dazi

Il contesto geopolitico e politico europeo contribuisce invece a sostenere il sentiment: avanzano i colloqui tra USA e Svizzera per un alleggerimento dei dazi, mentre nei tavoli UE si discute di agricoltura, sostegno all’Ucraina e regole fiscali, segnali di maggiore coordinamento dopo mesi di incertezza.

A Wall Street la situazione è più sfumata

A Wall Street la situazione è più sfumata. Dopo il forte rimbalzo di inizio settimana, gli indici si muovono ora in ordine sparso.

A pesare è soprattutto il comparto tecnologico e, in particolare, tutto ciò che è legato all’intelligenza artificiale.

Il tema AI, che negli ultimi due anni ha spinto i listini a velocità impensabili, sta vivendo una fase di brusco cambio di umore: SoftBank ha annunciato di aver venduto l’intera partecipazione in Nvidia, realizzando quasi 6 miliardi di dollari di profitto, con l’obiettivo di liberare capitali per nuovi progetti sulla capacità di calcolo.

La notizia ha colpito il titolo Nvidia, in ribasso del 3%, e più in generale tutto il comparto dei semiconduttori.

A peggiorare il clima è arrivato l’allarme di CoreWeave, società specializzata in cloud computing per applicazioni AI, che ha tagliato la guidance sui ricavi 2025 citando problemi operativi nei data center.

Il titolo crolla del 12,7%, alimentando il timore che l’ondata di investimenti nell’IA stia cominciando a scontrarsi con limiti infrastrutturali e ritorni meno immediati del previsto. L’indice Bloomberg Magnificent 7 scende di oltre l’1%.

Il quadro macro americano resta complicato dallo shutdown

Il quadro macro americano resta complicato dal blackout dei dati ufficiali dovuto allo shutdown: l’unico riferimento è l’ADP sulle retribuzioni, che indica una perdita media di 11.250 posti a settimana nel settore privato nelle ultime quattro settimane, un segnale di un mercato del lavoro che si sta progressivamente raffreddando.

Il presidente Trump, intanto, aumenta la pressione, avvertendo di un “disastro economico e di sicurezza” se la Corte Suprema dovesse bloccare l’uso dei poteri d’emergenza per imporre dazi generalizzati.

Per la Casa Bianca la crescita è intatta

Da parte sua, il consigliere economico della Casa Bianca Kevin Hassett prova a rassicurare: secondo le sue stime, una volta terminato lo shutdown, la crescita americana tornerà verso il 3-4% entro il primo trimestre del 2026, dopo che la paralisi del governo avrebbe sottratto tra uno e uno e mezzo punto percentuale al ritmo espansivo dell’economia.

In sintesi, la seduta restituisce un quadro a due velocità

Europa più tonica, sostenuta da progressi politici e dati macro moderati;
Stati Uniti cauti, ancora zavorrati dal blackout amministrativo e da un settore AI in fase di ridefinizione dopo mesi di euforia.

La chiave delle prossime giornate sarà il voto della Camera USA sulla riapertura del governo e la conseguente pubblicazione dei dati macro finora sospesi: un passaggio cruciale per capire se la Fed avrà davvero margine per un taglio dei tassi a dicembre.

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