L'atteggiamento divergente delle banche centrali nel gestire le politiche monetarie e l'inflazione: una panoramica globale

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
5 min

Bank of Japan adotta un approccio morbido, mentre altre banche centrali mostrano restrizione

L'atteggiamento divergente delle banche centrali nel gestire le politiche monetarie e l'inflazione: una panoramica globale

Gli atteggiamenti delle banche centrali regionali: politiche monetarie e preoccupazioni sull'inflazione

Approfondiamo l'atteggiamento delle banche centrali di diverse regioni nel gestire le politiche monetarie e le preoccupazioni riguardanti l'inflazione.

Mentre la Bank of Japan sembra adottare un approccio più morbido, le altre banche centrali mostrano una tendenza più restrittiva.

La BCE e la Federal Reserve sono particolarmente interessate alla situazione del mercato del lavoro e all'andamento dell'inflazione. L'economia statunitense continua a sorprendere positivamente, ma ci sono segnali che indicano che l'eccesso di domanda potrebbe non essere ancora stato colmato.

Nel contesto dell'Eurozona, la BCE prevede un'inflazione persistente, ma l'effettivo rialzo dei tassi a settembre non è ancora certo.

Le economie emergenti, d'altra parte, hanno affrontato l'inflazione con politiche rigorose, ma si prevede un calo dell'inflazione nel corso dell'anno.

Complessivamente le banche centrali stanno cercando di trovare un equilibrio tra la gestione dell'inflazione e il sostegno all'economia in un contesto di incertezze globali.

Banche centrali: tendenze restrittive tranne la Bank of Japan

Nella scorsa settimana, ad eccezione della Bank of Japan, le banche centrali hanno adottato un tono più "falco" riguardo alle politiche monetarie.

Sebbene non abbiano fornito dettagli precisi sui futuri rialzi dei tassi, sono preoccupate per la persistenza dell'inflazione e hanno avvertito il mercato di non aspettarsi tagli dei tassi troppo rapidi dopo il picco della stretta monetaria.

Tuttavia, mantenere condizioni restrittive a lungo termine potrebbe danneggiare l'economia, e si riconosce che non ci sarà un atterraggio indolore.

BCE e Federal Reserve: focus su mercato del lavoro e inflazione

Le banche centrali sono interessate a contrarre la domanda aggregata, che potrebbe essere raggiunta abbastanza rapidamente. I dati della Commissione Europea confermano che il settore dei servizi sta seguendo il settore manifatturiero nella contrazione.

In Germania, considerata un'indicazione chiave per la futura traiettoria della Banca Centrale Europea (BCE), le intenzioni di assunzione sono in calo, preannunciando una correzione del mercato del lavoro per frenare le future trattative salariali e far sì che le imprese assorbano l'aumento dei costi del lavoro previsto.

Nonostante ciò, non ci sono segnali chiari al momento e i dati sull'inflazione core di giugno, migliori delle previsioni, difficilmente influenzeranno la BCE nella riunione di luglio.

Per evitare un rialzo a settembre, sarà necessario un chiaro ammorbidimento dei dati e ulteriori segnali di diminuzione dell'inflazione core.

Eccesso di domanda e incertezze nell'economia statunitense

Negli Stati Uniti, nonostante i dati rassicuranti sull'inflazione di maggio, la Federal Reserve si concentra sul fatto che l'eccesso di domanda non è ancora stato colmato.

La revisione al rialzo del PIL del primo trimestre è stata considerata una battuta d'arresto. I consumi sono rimasti stabili dal mese di febbraio, principalmente a causa dell'aumento del tasso di risparmio.

Tuttavia, non si ritiene che ciò sia sufficiente a far sì che la Fed mantenga una pausa a tempo indeterminato.

Come la BCE, la Federal Reserve pone grande attenzione al mercato del lavoro. I dati sui salari di questa settimana saranno cruciali, ma anche se saranno inferiori alle aspettative, si prevede che la Fed manterrà la sua attuale "pausa" fino all'estate per rassicurare il FOMC.

L'economia statunitense continua a superare le aspettative

L'economia statunitense continua a superare le aspettative, con un PIL trimestrale al 2% rispetto al 1,4% previsto, sostenuto da solidi ordini di beni durevoli, compravendite di case, fiducia dei consumatori, consumi personali e una diminuzione delle richieste di disoccupazione.

I rendimenti statunitensi a 2 anni hanno influenzato i mercati dei tassi nelle ultime sedute, con una previsione di ulteriore inasprimento fino al 5,45% come tasso terminale.

Anche se Powell ha confermato a Sintra che altri due rialzi dei tassi sono l'ipotesi di base della Fed secondo l'ultimo studio, è sempre più interessante considerare l'aggiunta di duration nel secondo semestre dell'anno.

La duration

La duration è una misura del rischio di interesse associato a un titolo o a un portafoglio di titoli. Indica la sensibilità del prezzo di un titolo alle variazioni dei tassi di interesse.

In generale, i titoli con una duration più lunga sono più sensibili alle variazioni dei tassi di interesse rispetto a quelli con una duration più breve.

L'aggiunta di duration a un portafoglio potrebbe essere una strategia adottata dagli investitori per sfruttare l'andamento previsto dei tassi di interesse.

Se si prevede una diminuzione dei tassi di interesse, l'aggiunta di titoli con una duration più lunga potrebbe consentire di beneficiare di un aumento del prezzo dei titoli quando i rendimenti diminuiscono.

D'altra parte, se si prevede un aumento dei tassi di interesse, l'aggiunta di titoli con una duration più corta potrebbe essere preferibile per mitigare il rischio di interesse.

Eurozona: inflazione persistente e incertezze sul rialzo dei tassi

Nell'Eurozona, l'inflazione è scesa dal 6,1% al 5,5% la scorsa settimana, mentre l'inflazione core è aumentata leggermente dal 5,3% al 5,4% su base annua, meno del previsto e temuto.

Durante la conferenza della BCE a Sintra, la presidente Lagarde ha delineato un quadro abbastanza aggressivo, prevedendo un'inflazione persistente e ulteriori rialzi dei tassi, ma fonti della BCE hanno affermato che un rialzo a settembre non è certo, nonostante i mercati prevedano un aumento di 17 punti base.

Le prospettive di crescita stanno assumendo un ruolo sempre più importante nel dibattito e potrebbe esserci spazio per un rally delle obbligazioni durante l'estate, dato che il sentiment economico continua a indebolirsi nei settori dei servizi, dell'industria, dell'edilizia e delle vendite al dettaglio.

Economie emergenti: politiche rigorose e previsione di calo dell'inflazione

Le banche centrali dei mercati emergenti sono intervenute in modo tempestivo e deciso nel 2021 quando pochi prevedevano una grave bolla inflazionistica.

Complessivamente, dall'inizio del 2021, le banche centrali dei mercati emergenti hanno aumentato i tassi di interesse di 280 punti percentuali rispetto ai soli 50 punti percentuali delle banche centrali dei mercati sviluppati.

Questo risultato è dovuto alle politiche antinflazionistiche rigorose e all'aumento della credibilità dei mercati emergenti. Attualmente, la regione registra un significativo calo dell'inflazione.

Si prevede che entro la fine dell'anno l'inflazione media scenderà al 5%, rispetto al 9,6% all'inizio del 2023.

Nonostante un rallentamento congiunturale sia previsto a causa del deterioramento dei fondamentali globali e dell'aumento dei tassi di interesse, le economie emergenti sono più resilienti rispetto ai cicli precedenti.

Questo è dovuto alla ripresa dei consumi in Cina, all'aumento dei prezzi delle materie prime che hanno mantenuto l'equilibrio dei bilanci statali e delle aziende, e alla capacità delle imprese dei mercati emergenti di adattarsi meglio alla maggiore volatilità dei tassi rispetto alle imprese dei mercati sviluppati.