La Bce vede grigio per il futuro
pubblicato:Bce, aumentano i prezzi, peggiora la fiducia. La Bce nel suo Bollettino prende nota della mutata situazione e adegua le sue stime su Pil e inflazione

Nel secondo bollettino economico del 2022 la Bce lascia capire chiaramente che la guerra in Ucraina avrà un impatto significativo su attività economica e inflazione. A pesare su entrambe queste grandezze saranno l'aumento dei prezzi dell'energia e delle materie prime, le turbative del commercio internazionale e il peggioramento del clima di fiducia.
Purtroppo quantificare ora questi effetti non è possibile, dal momento che il conto finale sarà in funzione della durata del conflitto, dell'impatto delle sanzioni attuali e di eventuali ulteriori misure future. La crescita è comunque stata già rivista al ribasso, l'aumento atteso del Pil nello scenario di base si ferma al 3,7% nel 2022 dal 4,2% atteso nella stima pre-guerra e al 2,8% nel 2023.
Inflazione al 5,8% a febbraio
Già attualmente, con gli effetti del conflitto ancora non interamente filtrati nei prezzi, l'inflazione continua a dimostrarsi superiore alle attese a causa dei costi dell'energia inaspettatamente elevati. Gli aumenti dei prezzi stanno diventando inoltre più generalizzati.
Lo scenario di base delineato per l'inflazione nelle nuove proiezioni degli esperti ha subito una revisione al rialzo significativa. Il Consiglio direttivo della BCE considera sempre più probabile che l'inflazione si stabilizzi sull'obiettivo del 2% nel medio periodo, già nel 2024.
Nel breve termine tuttavia l'inflazione potrebbe essere molto più elevata, condizionata dall'incremento dei prezzi dell'energia e delle materie prime e da un più forte effetto frenante sugli scambi e sul clima di fiducia. L'inflazione è arrivata al 5,8% a febbraio dal 5,1% di gennaio e le stime sono di un aumento nel breve periodo.
La Bce scrive "l'inflazione energetica, che ha raggiunto il 31,7% a febbraio, continua a essere la ragione principale dell'alto tasso di inflazione generale e sta spingendo al rialzo i prezzi in molti altri settori. Anche i prezzi dei generi alimentari sono aumentati, a causa di fattori stagionali, costi di trasporto elevati e prezzi più elevati dei fertilizzanti".
La Bce rivede il calendario degli acquisti
Tenendo in considerazione lo scenario mutato il Consiglio direttivo ha rivisto il calendario del programma di acquisto di attività (PAA) per i prossimi mesi. Gli acquisti netti mensili nel quadro del PAA saranno per 40 miliardi di euro ad aprile, 30 miliardi di euro a maggio e 20 miliardi di euro a giugno. La calibrazione degli acquisti netti nel terzo trimestre verrà guidata dai dati e rifletterà l'evolversi della valutazione delle prospettive da parte del Consiglio direttivo.
Bce pronta ad affrontare una recessione
Intanto anche i falchi abbassano le penne. Isabel Schnabel, membro del consiglio della Bce, notoriamente il più "falco", ovvero il più favorevole ad un irrigidimento della politica monetaria della banca centrale, dei sei membri del consiglio della Bce, ha detto che la banca potrebbe considerare l'estensione del suo programma di acquisti di asset oltre l'estate nel caso l'economia della zona euro cadesse in una "profonda recessione" come conseguenza del conflitto in Ucraina.
A inizio marzo la Bce aveva annunciato la fine del suo piano di stimolo quest'estate e il successivo innalzamento dei tassi d'interesse per la prima volta in più di un decennio, per contrastare l'aumento dell'inflazione.
Per la Schnabel la banca centrale lascerà la porta "socchiusa" nel caso in cui la situazione peggiorasse per la zona euro "Se cadiamo in una profonda recessione a causa della crisi ucraina, dovremo ripensarci", ha detto il membro del consiglio con riferimento alla fine del programma di stimolo.
Anche all'interno del Bollettino si legge "Qualsiasi adeguamento dei tassi di interesse di riferimento della Bce avverrà in un momento successivo rispetto al termine degli acquisti netti nel quadro del PAA e sarà graduale".
Bce, attenzione a consumi e investimenti
Per quello che riguarda la crescita dell'economia la Bce nota che c'è stato un rialzo del Pil del 5,3% nel 2021 che ha permesso di recuperare i livelli pre pandemia alla fine dell'anno. Nell'ultimo trimestre del 2021 tuttavia la crescita era già rallentata al +0,3% e con la guerra in corsa rischia di rimanere debole anche nel primo trimestre del 2022.
Il Bollettino avverte "I costi dell'energia persistentemente elevati, unitamente alla perdita di fiducia, potrebbero deprimere la domanda più del previsto e frenare consumi e investimenti". Il risvolto positivo è che un eventuale indebolimento della domanda nel medio periodo potrebbe anche ridurre le pressioni sui prezzi.