Nuovi livelli dei tassi di interesse e proiezioni sull'inflazione dell'Eurozona

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
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Christine Lagarde: Probabile un altro aumento dei tassi a luglio per raggiungere l'obiettivo di inflazione. La BCE ribadisce l'impegno per il ritorno dell'inflazione al 2% e la stabilità monetaria

Nuovi livelli dei tassi di interesse e proiezioni sull'inflazione dell'Eurozona

La BCE aumenta i tassi di interesse, il livello più alto in 22 anni

La Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso di aumentare i tassi di interesse di un quarto di punto percentuale, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 4%, quello sui depositi al 3,50% e quello sui prestiti marginali al 4,25%. Questo rappresenta il livello più alto in 22 anni.

Secondo il presidente della BCE, Christine Lagarde, è molto probabile un altro aumento a luglio, poiché la strada per raggiungere l'obiettivo di inflazione del 2% è ancora lunga.

La BCE ha ribadito la sua volontà di adattare tutti gli strumenti disponibili per garantire il ritorno dell'inflazione all'obiettivo e preservare il funzionamento della politica monetaria.

Proiezioni sull'inflazione e la core inflation nell'Eurozona

Le nuove proiezioni indicano che si prevede un'incidenza dell'inflazione complessiva media del 5,4% nel 2023, del 3,0% nel 2024 e del 2,2% nel 2025.

Tuttavia, gli indicatori delle pressioni sui prezzi rimangono elevati, sebbene si notino segnali di attenuazione.

Inoltre, le stime per l'inflazione "core" sono state riviste al rialzo, prevedendo un'incidenza del 5,1% nel 2023, che diminuirà al 3,0% nel 2024 e al 2,3% nel 2025.

La core inflation: una misura accurata dell'andamento dei prezzi

La core inflation, o inflazione sottostante, svolge un ruolo significativo nei dati menzionati. Questo indicatore rappresenta l'inflazione che emerge dal rapporto tra domanda e offerta, escludendo elementi più volatili. La core inflation fornisce una misura più accurata dell'andamento dei prezzi, eliminando gli impatti temporanei o transitori.

Prospettive di crescita economica nell'Eurozona fino al 2025

Inoltre, le proiezioni di crescita economica sono state riviste fino alla fine del 2025. Si prevede che il PIL (Prodotto Interno Lordo) dell'Eurozona registri una crescita dello 0,9% nel corrente anno, salendo all'1,5% nel 2024 e raggiungendo l'1,6% nel 2025. Queste proiezioni indicano una prospettiva di crescita graduale, ma ancora moderata, per l'economia dell'Eurozona nei prossimi anni.

Discussione e decisione sulla politica monetaria della BCE

Durante il Consiglio direttivo della BCE, si è svolta una discussione approfondita e armoniosa riguardo al nuovo aumento dei tassi di interesse.

La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha affermato che non può fare previsioni sul tasso finale dopo una serie di aumenti, ma che l'obiettivo dell'inflazione al 2% guida le decisioni.

Lagarde ha sottolineato che le prospettive sull'economia e sull'inflazione nell'Eurozona rimangono incerte, riconoscendo la possibilità che la crescita possa rallentare se le conseguenze delle politiche monetarie restrittive si rivelino più forti del previsto.

Segni di stagnazione economica nell'Eurozona, ma con prospettive future di miglioramento

Secondo Christine Lagarde, presidente della BCE, l'economia dell'Eurozona ha mostrato segni di stagnazione negli ultimi mesi e si prevede che le prospettive rimangano deboli nel breve termine, ma si attende un miglioramento futuro.

Lagarde ha sottolineato che esistono disuguaglianze tra i diversi settori dell'economia dell'Eurozona, con il settore manifatturiero che continua a indebolirsi, mentre i servizi rimangono più resilienti.

Questa disparità indica una dinamica economica disomogenea all'interno della regione. Tuttavia, Lagarde non ha fornito ulteriori dettagli sulle cause specifiche di queste condizioni diseguali nei settori.

La BCE continua la politica restrittiva nonostante la stagnazione economica

La decisione della BCE di aumentare i tassi di interesse riflette la preoccupazione riguardo all'inflazione e alla ripresa economica nell'Eurozona.

Nonostante le prospettive di crescita economica deboli e l'incertezza nelle condizioni economiche, la BCE ha scelto di continuare con la sua campagna di aumenti dei tassi di interesse.

Tuttavia, è importante considerare gli effetti che tali aumenti potrebbero avere sull'economia, specialmente nel contesto di un'economia che registra una stagnazione negli ultimi mesi.

La BCE dovrà monitorare attentamente gli impatti delle sue decisioni e adottare misure appropriate per sostenere la ripresa economica e mitigare i rischi potenziali.

Christine Lagarde avverte sull'inflazione e sulla necessità di una gestione salariale attenta

Nell'audizione al Parlamento europeo il 5 giugno, la presidente della Bce Christine Lagarde aveva sottolineato che l'inflazione rimane alta in Europa e non vi è ancora alcuna prova che abbia raggiunto il suo picco.

Questo è uno dei motivi per cui la Bce ha continuato la sua politica monetaria restrittiva negli ultimi mesi.

Lagarde ha chiarito che sarà necessario molto tempo e l'osservazione di dati contrastanti prima che il consiglio della Bce possa valutare un possibile cambiamento di direzione.

Durante il suo discorso di fronte alla commissione economica dell'Europarlamento, Lagarde ha anche messo in guardia contro il "pericolo" di un'eccessiva crescita dei salari, che potrebbe innescare una spirale viziosa con l'aumento dei prezzi.

Ha incoraggiato inoltre i paesi della zona euro ad adottare rapidamente, entro la fine del 2023, il nuovo quadro di governance economica proposto dalla Commissione per il rinnovato Patto di Stabilità.

Questo suggerisce che Lagarde vede la necessità di una gestione attenta delle politiche salariali e di una governance economica più solida per affrontare l'attuale situazione inflazionistica.

Pressioni inflazionistiche e politica monetaria della BCE

Nell'analisi della Bce, secondo quanto dichiarato dalla presidente Christine Lagarde, le pressioni inflazionistiche nell'area euro rimangono elevate e non vi sono prove chiare che l'inflazione di fondo abbia raggiunto il suo picco.

Nonostante una leggera diminuzione dell'inflazione al netto di energia e alimentari, che è scesa al 5,3% a maggio rispetto al 5,6% di aprile, Lagarde sottolinea che è ancora troppo presto per parlare di una frenata o del raggiungimento del picco dei prezzi.

La politica monetaria della Bce rimane quindi orientata alla lotta dell'inflazione, con l'obiettivo di raggiungere un ritorno tempestivo dell'inflazione al target medio-termine del 2%.

Lagarde afferma che gli aumenti dei tassi d'interesse stanno avendo un impatto positivo sulle condizioni di finanziamento di imprese e famiglie, come dimostrato dall'aumento dei tassi sui prestiti e dalla diminuzione dei volumi dei prestiti.

Sostiene inoltre che gli effetti delle misure di politica monetaria della Bce stanno iniziando a manifestarsi.

La Bce si impegna quindi a portare i tassi ufficiali a livelli sufficientemente restrittivi per raggiungere il target di inflazione del 2% nel medio termine e a mantenerli a tali livelli per il tempo necessario.

Questa posizione tiene conto degli interessi dei paesi con un alto debito, compresa l'Italia, che potrebbero risentire maggiormente dell'aumento dei tassi d'interesse.

Il FTSE MIB mostra segnali di consolidamento e indecisione nel mercato

Il Ftse Mib giovedì si è mosso poco, rimanendo sostanzialmente all'interno dell'intervallo percorso il giorno precedente, disegnando quindi un inside day.

Questo pattern può essere interpretato come un segnale di consolidamento o indecisione nel mercato.

I prezzi sono comunque molto vicini alla zona critica dei 28100 punti.

Solo oltre quei livelli verrebbe rivitalizzato l'uptrend in atto dai minimi di marzo, che potrebbe estendere fino in area 30000 con prima resistenza a 28500.

Senza la rottura di area 28100 si rischierebbero tuttavia cali verso 26583, base del gap del 2 giugno.