BNP Paribas rafforza le stime sul capitale e annuncia un buyback

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Il mercato premia le azioni del colosso bancario francese con solidi acquisti. Ecco il quadro

BNP Paribas rafforza le stime sul capitale e annuncia un buyback

Forti acquisti sul titolo di BNP Paribas dopo che il gruppo ha alzato gli obiettivi sul capitale primario, il CET 1 ratio al 13% entro il 2027 sottolineando l’intenzione di raggiungere una maggiore redditività grazie alla generazione di capitale, a una crescita moderata delle attività ponderate per il rischio (una crescita del 2% circa degli RWA, che poi sono il denominatore del CET 1 ratio) e un percorso rapido di cessione degli attivi non ritenuti strategici.

BNP Paribas, l'aumento della redditività e un buyback da 1,15 miliardi

Confermato anche l’obiettivo di un ROTE (ritorno sul capitale tangibile) del 13% nel 2028, 2,1 punti percentuali sopra il livello del 2024.

Da subito, questo novembre 2025, il gruppo lancerà – ed è uno dei piatti forti della giornata – un piano di riacquisto di titoli propri (buyback) da 1,15 miliardi di euro, anticipando in parte la distribuzione degli utili di quest’anno autorizzata dalla BCE.
Non sono bruscolini, significa più dell’1,5% della capitalizzazione alla chiusura di ieri sera.

Così non stupisce il balzo del titolo di queste ore con un +5,27% dei corsi a quota 70,6 euro e una capitalizzazione che si avvicina ai 78,89 miliardi di euro.

Valori niente affatto facili da muovere se si considera che secondo i calcoli di S&P Global l’anno scorso BNP Paribas, con oltre 2,59 trilioni di attività era la seconda d’Europa, sotto questo profilo, dopo HSBC.

Il CEO del gruppo parigino Jean-Laurent Bonnafé ha spiegato che due terzi della crescita prevista per il ROTE proverranno dai piani in corso per le attività di CPBF (la banca commerciale e personale francese), la finanza personale, CPBB (la banca commerciale e personale belga) e le attività dell’asset management: tutte queste attività insieme coprono circa un terzo degli attivi ponderati per il rischio.

BNP Paribas, confermata l'attenzione sui costi

Il resto verrà dalle rimanenti attività banca che si pone ora anche stringenti obiettivi sul fronte del contenimento dei costi con un cost/income ratio previsto in calo al 61% nel 2026 e al 58% nel 2028.

D’altronde l’obiettivo di risparmi per 600 milioni di euro nel 2025 (57% da CPBS, 22% da CIB e 10% da IPS) sembra a portata di mano, visto che lo scorso 30 settembre se ne erano già raggiunti per 570 milioni.

BNP Paribas ha definito i risultati dei suoi stress test con l’EBA i migliori dal 2016 e mostrato ottimismo sull’integrazione di AXA Investment Management che dovrebbe portare a sinergie di costo e di ricavo per complessivi 550 milioni di euro (ma sono previsti in quest’ambito anche 690 milioni di oneri di ristrutturazione e 100 milioni di ammortamenti dell’accordo di partnership).

BNP Paribas, azione alla riscossa dopo le recenti incertezze

In molti hanno letto gli annunci di oggi come il tentativo di stimolare un recupero dei corsi dopo le incertezze recenti dell’azione.

Il titolo di BNP Paribas ha infatti perso terreno lo scorso 28 ottobre in occasione dei risultati del terzo trimestre del 2025, anche se i ribassi più corposi (-7,7%) erano di qualche giorno prima, quel 20 ottobre in cui le vendite avevano prevalso dopo una condanna del gruppo negli Stati Uniti al risarcimento da 20,5 milioni di euro di tre querelanti che avevano accusato la banca di aver favorito con le proprie transazioni commerciali le atrocità delle milizie sudanesi del regime di Omar Al-Bachir nel periodo di attività nel Paese tra il 1990 e il 2009. L'istituto aveva però smentito le contestazioni e annunciato il ricorso in appello.

La cifra del risarcimento in sé era limitata per le dimensioni di BNP Paribas, ma la esponeva alle richieste potenziali di risarcimento da parte di migliaia di rifugiati sudanesi negli Stati Uniti, con potenziali richieste cumulative per miliardi di euro.

Il titolo di BNP Paribas mantiene comunque ancora oggi un vantaggio di oltre 20 punti percentuali sui livelli di inizio anno e con i massimi intraday di oggi a 71,5 euro ha superato i massimi dello scorso 13 novembre e posto le basi per un allungo sugli ostacoli chiave di area 73,2 euro.

Nel terzo trimestre il gruppo ha registrato ricavi in crescita del 5,3% a 12,569 miliardi e un utile netto in miglioramento del 6,1% a 3,044 miliardi in linea con il target di fine anno a oltre 12,2 miliardi di euro di utili, un livello che implicherebbe sui corsi di queste ore un incoraggiante rapporto prezzo/utili attesi di 6,46x (P/E Forward).

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