BTP: caratteristiche principali e differenze con altri Titoli di Stato italiani

di FTA Online News pubblicato:
4 min

Scopriamo le caratteristiche principali dei BTP, le varie tipologie e le differenze con i BOT, i CCT e i CTZ.

BTP: caratteristiche principali e differenze con altri Titoli di Stato italiani

Non solo i professionisti del settore, ma anche gli investitori alle prime armi hanno senza dubbio sentito parlare di Buoni del Tesoro Poliennali. Noti più comunemente con la sigla BTP, questi non sono altro che Titoli di Stato italiani emessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze attraverso il Dipartimento del Tesoro.

Disponibili in svariate tipologie – ordinari, valore, green, Italia, €i -, possono avere una durata molto variabile, da un minimo di 18 mesi fino a 30 e persino 50 anni, come i BTP 2067, noti anche con l’appellativo di “Matusalemme” vista la scadenza lunga anche se non centenaria (come invece quelli austriaci con scadenza 2120). Titoli particolarmente rischiosi nel caso di salita dei tassi di interesse come spiegano gli esperti.

Cerchiamo di conoscerne le caratteristiche e capire in cosa differiscono dagli altri Titoli di Stato emessi dal nostro Paese.

Che cosa sono i BTP

Come accennato poco sopra, i BTP sono Titoli di Stato italiani, ossia obbligazioni statali emesse dal MEF al fine di sostenere la spesa pubblica. L’acquisto di questi titoli rende gli investitori creditori dello Stato e dà loro diritto nei BTP tradizionali a tasso fisso a:

-         cedole fisse corrisposte ogni sei mesi;

-         rimborso, alla scadenza dei titoli, del capitale investito;

-         eventuale scarto di emissione.

Considerati strumenti finanziari a basso o medio rischio e a medio o lungo termine, hanno una durata variabile compresa tra i 18 mesi e i 50 anni. Gli investitori hanno la possibilità di mantenerli fino alla scadenza o di rivenderli anticipatamente nel mercato secondario.

Tutte le tipologie esistenti

Il Dipartimento del Tesoro può emettere diverse tipologie di BTP, differenziate non solo per la durata, ma anche per altri fattori, come il valore delle cedole, la possibilità di ottenere un premio fedeltà alla scadenza o il settore di investimento.

In particolare, accanto ai BTP ordinari, è possibile trovare:

-         i BTP€i: la caratteristica principale di questi titoli è data dall’indicizzazione all’inflazione europea, la quale porta a una rivalutazione semestrale del capitale e delle cedole. La durata può andare dai 5 ai 30 anni;

-         i BTP Italia: anche questi titoli sono indicizzati e prevedono una rivalutazione periodica del capitale e delle cedole. L’indicizzazione non è però effettuata sull’inflazione europea, bensì su quella italiana. La durata varia in base all’emissione e va in genere dai 5 ai 7 o 8 anni;

-         i BTP Valore: questi titoli non sono indicizzati, ma presentano cedole trimestrali step-up, ossia con valore crescente. Riconoscono inoltre a chi detiene i titoli fino alla scadenza un premio fedeltà. La durata, variabile in base all’emissione, va dai 4 ai 7 anni;

-         i BTP Green: simili ai BTP ordinari, differiscono da questi per il solo fatto che il capitale acquisito viene utilizzato per iniziative volte a salvaguardare l’ambiente e legate ad esempio all’energia pulita e alla mobilità sostenibile.

Insieme a questi si collocano inoltre i BTP Futura, emessi nel 2020 e nel 2021 e ancora negoziabili sul mercato secondario. Tra le caratteristiche che li contraddistinguono rientrano le cedole step-up e il premio fedeltà alla scadenza.

BOT, CCT, CTZ: differenze rispetto ai BTP

I BTP non sono gli unici Titoli di Stato emessi dal nostro governo. Insieme a essi si collocano altre obbligazioni a breve, medio o lungo termine, con o senza cedole, anche indicizzate. In particolare, si possono elencare:

-         i BOT: privi di cedole e con durata compresa tra i 3 e i 12 mesi, sono titoli a breve termine con emissione a sconto e rimborso alla scadenza del valore nominale;

-         i CTZ: titoli a breve termine con scadenza massima a 24 mesi, non rilasciano cedole e, come i BOT, sono emessi a sconto e prevedono il rimborso alla scadenza del valore nominale;

-         i CCT: titoli emessi con durata di 7 anni, offrono cedole semestrali con tasso variabile, indicizzato all’Euribor. Anche in questo caso è naturalmente previsto il rimborso alla scadenza.

Conoscere queste altre tipologie di Titoli di Stato è fondamentale per capire meglio i BTP e le loro particolarità, pro e contro, poiché titolo “sicuro” non è equivalente al fatto che “sale sempre” come ben sanno i risparmiatori che avevano acquistato il BTP 2067 sopra citato che hanno visto il valore dell’investimento negli scorsi mesi perdere anche oltre il 20% rispetto ai valori di fine 2024.