STM, altra giornata no dell'azione dopo i conti
pubblicato:Il trimestre batte in molti casi il consensus, ma mostra comunque flessioni a doppia cifra e neanche la guidance di fine anno brilla. Forti vendite di nuovo sull'azione

In valore assoluto i dati di Stmicroelectronics sono ancora molto brutti, in valore relativo battono non poco le attese in diversi casi.
Oggi prevale il malumore però e il mercato affonda il titolo con tutto il comparto dei semiconduttori e quindi anche i risultati specifici della casa guidata da Jean-Marc Chery andranno visti alla luce di un contesto non proprio borsisticamente favorevole.
Se insomma ieri l’indice SOX di Philadelphia dei semiconduttori ha perso il 2,36% e oggi lo Stoxx Semiconductor 30 (che però è dominato dai colossi USA) perde il 2,44% difficilmente potrebbe dirsi che sia colpa di STM. Più facile pensare che pesino i dati deludenti di Texas Instruments sull’intero settore e portino lo Stoxx Europe 600 Technology al calo attuale dell’1,11% che non che da sola STM porti il malumore sull’intero comparto del silicio e spinga persino la concorrente tedesca Infineon al calo dell’1,51% di queste ore. Sicuramente pesano anche i timori sulla recrudescenza dei contrasti tra Stati Uniti e Cina sul fronte commerciale e anche la recente nazionalizzazione della cino-olandese Nexperia che sta mettendo in crisi le produzioni di Volkswagen e non solo. Detto questo non si vedono grandi colossi del chip perdere come fa STM il 9,72% in queste ore, per cui il caso del gruppo franco-italiano ha senz’altro delle specificità che andranno analizzate ancora una volta.
STM, i numeri del terzo trimestre
Nei tre mesi al 30 settembre 2025 STMicroelectronics ha registrato ricavi in calo del 2% a 3,187 miliardi di dollari, sul trimestre precedente c’è un balzo del 15,2% né si può affermare che i numeri siano sotto il consensus perché quello raccolto da Bloomberg era a 3,17 miliardi.
Sul margine lordo (utile lordo/profitto lordo) invece si registra una brutta performance: 1,059 miliardi di dollari, -13,7% sul dato di un anno fa, e leggermente sotto il consensus posto a 1,062 miliardi di dollari.
Il reddito operativo adjusted da 217 milioni batte invece nettamente i 201 milioni del consensus, ma segna comunque una flessione del 43,2% sul dato di un anno fa.
Anche l’utile netto reported (ossia US GAAP) da 237 milioni di dollari batte il consensus che era a 188 milioni di dollari, ma segna un forte calo dai 351 milioni di dollari del terzo trimestre del 2024. Anche il dato dell'utile non GAAP passato da 351 a 267 milioni di dollari (-23,9%) ha battuto il consensus, così come il corrispondente utile per azione scivolato da 0,37 a 0,29 dollari.
Ma non sono appunto performance da festeggiare, anche se poi mostrano qua e là segnali di ripresa, come nel book-to-bill superiore a uno nel terzo trimestre con l’automotive sopra la parità e l’industrial sulla parità. Significa che sono entrati più ordini di quanti STM ne abbia fatturati, quindi c’è un risveglio della domanda.
Al tempo stesso segnali come il calo del cash flow operativo del 24,1% a 549 milioni di dollari redarguiscono sui facili ottimismi.
Anche la flessione dei capex (investimenti operativi/immobilizzazioni) da 565 a 401 milioni di dollari comunica un po’ il senso dell’attesa.
STM, la guidance 2025
Anche per oggi si cucina domani, la rimonta che si era sperata già nel secondo trimestre giungerà forse nel quarto, quello in corso, ma nel terzo non è certo concreta o decisa.
Anzi il gruppo si aspetta nel quarto trimestre ricavi da 3,28 miliardi di dollari, che sommati al fatturato finora farebbero 11,75 miliardi di dollari, l’11,45% in meno dei 13,27 miliardi di dollari del 2024. Non solo, il margine dell’utile lordo è atteso al 35% in recupero dal 33,2% del terzo trimestre, ma ben sotto il 39,3% del 2024.
STM, il quadro grafico scosso di nuovo al ribasso
Per flettere in Borsa insomma STM ha le sue buone ragioni oggi e forse sarebbe il caso di (ri)aprire il dossier della governance. L’azione nel primo pomeriggio segna un calo del 9,2% a 23,145 euro e scavalca al ribasso le medie mobili esponenziali a 50 e 100 sedute, i supporti statici di area 23,71, la trendline ascendente dai minimi di aprile sui lontani 15,15 euro. Si potrebbero ora individuare in sequenza sostegni a 22 euro, a 21,7 a 20,85 euro, ma quel che preoccupa di più sono gli oltre 5 milioni di pezzi passati di mano, più del doppio della media giornaliera dell’ultimo mese. Difficilmente prima di un ritorno sopra i 27,07 euro e meglio ancora sopra i 28,42 dei topo di luglio si potrà ipotizzare un’inversione di quella tendenza ribassista ormai consolidata dal 2023 e che reclama fondamentali ben più solidi. E prospettive.