Tesla: segnali di debolezza dopo il Bearish Engulfing, rischio correzione verso 360 dollari
pubblicato:Scenario tecnico complesso per Tesla: l’onda C del “flat” correttivo potrebbe spingere i prezzi fino a 200 dollari, ma sopra 470 tornerebbe la forza con target a 550

Tesla ha pubblicato risultati contrastanti per il terzo trimestre del 2025, che hanno deluso le attese sul fronte degli utili e indebolito il sentiment degli investitori, nonostante un fatturato record.
Ricavi record ma utile in calo
Nel periodo luglio-settembre, Tesla ha registrato ricavi pari a 28,1 miliardi di dollari, superando le stime di Wall Street (26,37 miliardi) e segnando un aumento del 12% rispetto al 2024. A trainare la crescita è stato il nuovo record di 497.099 veicoli consegnati, circa il 7% in più rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Tuttavia, l’utile netto si è fermato a 1,4 miliardi di dollari, in forte calo rispetto ai 2,2 miliardi del 2024 (–37%), con un utile per azione di 0,50 dollari, inferiore alle attese di 0,55.
Pressione sui margini e costi in aumento
Il margine lordo complessivo è stato del 18%, leggermente sopra le previsioni (17,5%), ma il margine lordo automobilistico, esclusi i crediti regolatori, è sceso al 15,4%, segnalando una redditività sotto pressione. La contrazione deriva in gran parte dalla politica di riduzione dei prezzi e dai tassi agevolati sui finanziamenti introdotti per stimolare la domanda, strategie che hanno sostenuto i volumi ma eroso gli utili.
In parallelo, i costi operativi sono aumentati del 50%, spinti dagli investimenti nelle divisioni intelligenza artificiale e robotica, nonché dal rincaro di materie prime e componenti importati, aggravato dai dazi introdotti dall’amministrazione Trump.
Crediti regolatori in forte calo
Uno dei fattori chiave della flessione dell’utile è stato il crollo dei crediti regolatori, scesi a 417 milioni di dollari dai 739 milioni dell’anno precedente. Questi crediti, che in passato avevano contribuito in modo rilevante alla redditività, stanno diventando un elemento sempre meno significativo nel bilancio di Tesla.
Divisione energia in forte crescita
Un segnale positivo arriva invece dalla divisione energia, che ha registrato un incremento dell’81% nelle installazioni di sistemi di stoccaggio, confermando la crescente importanza del segmento “Energy Storage” nel portafoglio dell’azienda.
Prospettive e sentiment di mercato
Nonostante le difficoltà a breve termine, Tesla ha confermato la propria tabella di marcia per il 2026, con la produzione di Cybercab, camion Semi e Megapack 3. Tuttavia, il titolo ha perso circa il 4% nelle contrattazioni after-hours, riflettendo le preoccupazioni del mercato per la fine dei crediti fiscali statunitensi destinati ai veicoli elettrici e per la sostenibilità della crescita in un contesto di margini compressi e costi crescenti.
Un test politico e strategico imminente
Questi risultati arrivano inoltre a ridosso di un momento cruciale per la governance della società: il voto degli azionisti sul controverso pacchetto retributivo da 1.000 miliardi di dollari destinato a Elon Musk. Il verdetto potrà influenzare non solo la percezione del mercato sulla leadership di Tesla, ma anche la traiettoria strategica del gruppo nel medio termine.
👉 In sintesi: Tesla cresce nei ricavi ma non nei profitti. La combinazione di tagli ai prezzi, maggiori costi e minori incentivi fiscali mette sotto pressione la redditività, mentre Musk punta a rilanciare la narrativa di lungo periodo su AI, robotica e accumulo energetico per riconquistare la fiducia del mercato.
Tesla: segnali tecnici di vulnerabilità dopo il Bearish Engulfing di inizio ottobre
Tesla arretra dell’1,59% a 431,98 dollari, confermando una fase di debolezza di breve periodo. Ieri i prezzi hanno testato l’area dei 429 dollari, in corrispondenza della media mobile esponenziale a 20 giorni, che rappresenta un supporto dinamico cruciale per la tenuta del trend di breve termine.
Allargando l’orizzonte temporale, si nota come nei giorni 1 e 2 ottobre sul grafico giornaliero si sia formata una figura ribassista di Bearish Engulfing, i cui massimi, in area 470 dollari, coincidono con il lato superiore del canale crescente che contiene l’andamento dei prezzi a partire dal minimo di aprile.
La rottura di area 425 dollari potrebbe costituire un segnale di deterioramento più marcato, aprendo spazio a un ritorno verso la base del canale in area 360, con un supporto intermedio a 397 dollari, coincidente con il gap aperto il 15 settembre.
Dal punto di vista dell’analisi delle onde, il movimento rialzista avviato dal minimo di aprile potrebbe configurarsi come onda B di una correzione di tipo “flat”, iniziata con il ribasso dal top di dicembre 2024 (onda A). In questo scenario mancherebbe ancora lo sviluppo dell’onda C ribassista, che potrebbe spingere i prezzi anche verso 200 dollari, pur riconoscendo l’importanza strategica del supporto di 360.
Viceversa, solo un superamento stabile di 470 dollari annullerebbe il segnale ribassista, rilanciando il titolo verso i 500 dollari e, successivamente, fino a 550 dollari.
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