Unicredit, ancora conti record, ma le azioni delle banche ripiegano oggi
pubblicato:Un altro trimestre brillante per la banca di Orcel, aggiornamenti sulla politica dei dividendi e una nuova prudenza su Commerzbank

Nel pomeriggio il titolo di Unicredit cede alle vendite diffuse sul settore bancario e perde l’1,78% riportandosi a 61,92 euro. Il credito oggi va male nei mercati azionari con un Ftse Italia Banche in flessione dell’1,05% e un Euro Stoxx Banks in calo dello 0,25%
Ma per Unicredit non è una giornata come le altre: l’amministratore delegato Andrea Orcel ha annunciato il diciannovesimo trimestre di crescita, un terzo trimestre da record e i migliori nove mesi di sempre, eppure l’azione a Piazza Affari non festeggia e segue i malumori del comparto.
Unicredit, i dati del terzo trimestre
La banca di piazza Gae Aulenti ha chiuso i tre mesi a settembre con ricavi stabili a 6,167 miliardi di euro (+0,3%). Come prevedibile il margine d’interesse è calato del 5,4% a 3,368 miliardi mentre le commissioni sono cresciute del 3,2% a 2,037 miliardi di euro e i proventi da negoziazione sono aumentati del 3,6% a 432 milioni di euro. Complessivamente quindi, come nella migliore strategia, i ricavi non da interesse sono riusciti a bilanciare il calo inevitabile dei margini sui prestiti dovuto al calo dei tassi della BCE.
Il dato complessivo del giro d’affari supera di circa 140 milioni il consensus raccolto dalla stessa banca tra gli analisti, l’equilibrio delle sue componenti è leggermente diverso dalle attese, ma senza scosse.
Il calo dei costi operativi a -2,29 miliardi è leggermente migliore delle attese (-2,34 mld); il MOL in leggera crescita a 3,876 miliardi guarda da vicino i 3,678 mld del consensus.
L’utile netto della banca a fine periodo cresce del 4,7% a 2,631 miliardi di euro, il 21,3% in meno del trimestre precedente, ma quasi 200 milioni di euro al di sopra del consensus.
A fine settembre il CET1 ratio è al 14,8% (vs consensus a 14,4%), il RoTe al 19,1%
Unicredit ha un valore contabile tangibile per azione da 39,7 euro (+3,5%) e conta RWA per 291,5 miliardi di euro.
Unicredit, guidance e dividendi
Orcel ha confermato la guidance 2025 di un utile netto di circa 10,5 miliardi di euro: il consensus degli analisti è in media a 10,59 miliardi.
Nel 2027 il management prevede utili superiori agli 11 miliardi di euro, con un RoTe oltre il 20% e una crescita a doppia cifra di utile per azione (eps) e dividendo per azione (dps) in questi due anni.
Unicredit ha confermato per il 2025 la distribuzione pari o superiore ai 9,5 miliardi di euro, dei quali almeno la metà in dividendi in contanti.
Entro la fine di ottobre comincerà anche la tranche residua di buyback 2024 per circa 1,8 miliardi di euro. La banca ha annunciato un acconto sul dividendo da 1,4282 euro che andrà in stacco il prossimo 24 novembre e in pagamento, come al solito, due giorni dopo.
Significa che Unicredit verserà ai soci 2,17 miliardi di euro e che solo l’acconto rende il 2,3% circa sui corsi attuali delle azioni (dividend yield). Di recente il saldo del dividendo è stato maggiore dell’acconto e sui dividendi c’è una grossa novità: allineato infatti il capitale in eccesso a quello dei migliori competitor, il gruppo intende dal 2026 destinare alla distribuzione ordinaria l’80% dell’utile netto, di cui la metà sarà destinato a dividendi in contanti mentre il capitale in eccesso (calcolato sulla base del target manageriale di un CET 1 ratio del 12,5-13%) andrà a ulteriori buyback e investimenti.
Unicredit, il dossier Commerzbank a riposo
Inevitabilmente l’attenzione degli operatori è andata all’M&A, dopo il fallimento della conquista del Banco BPM, ma anche con il dossier Commerzbank ancora sul tavolo.
Tre cambiamenti concreti di peso si contano: l’internalizzazione del business assicurativo ramo vita e il consolidamento a patrimonio netto del 26% di Commerzbank (impatto da 117 pb sul CET 1) e Alpha Bank.
Stavolta Orcel non si è voluto sbilanciare: in virtù del timing l’investimento nella banca tedesca funziona molto bene finanziariamente, sul fronte strategico invece, ossia nell’ambito dell’eventuale riavvio delle manovre di conquista “non abbiamo fretta”, ha affermato il manager.
L’ad ha anche minimizzato l’esposizione alla Russia che è anche rientrata nel caso del golden power: è oggi soltanto un franchising molto focalizzato, il massimo impatto stimato sul CET 1 sarebbe di 69 punti base, l’esposizione cross-border è pari a zero, l’esposizione al debito sovrano in Russia (€ 639 mln) è quasi totalmente detenuta in valuta locale dalla controllata russa.
Una nuova prudenza accompagna insomma i brillanti conti di Unicredit.