STM in calo su prospettive Texas Instruments

di Simone Ferradini pubblicato:
2 min

Il gruppo americano delude gli analisti, le incertezze sui dazi inducono alla prudenza

STM in calo su prospettive Texas Instruments
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Brusco dietrofront per STMicroelectronics dopo i rialzi delle due sedute precedenti, grazie ai quali il titolo si era notevolmente avvicinato ai livelli di luglio precedenti al crollo causato dai risultati del secondo trimestre.

I ricavi segnarono un calo del 14,4% a/a, il gross margin scese al 33,5% contro il 40,1% dello stesso periodo del 2024, il risultato netto segnò una perdita per azione di 0,11 dollari rispetto all'utile di 0,38 dell'anno prima.

Inoltre la guidance per il terzo trimestre venne giudicata deludente dagli analisti: ricavi in calo del 2,5% a/a e gross margin a a 33,5%. Il titolo STM perse oltre il 16,6% il 24/7, arrivando a cedere quasi il 23% nelle sedute successive.

Texas Instruments, trimestre sotto le attese

Anche la flessione odierna è determinata dalla delusione per i dati trimestrali, ma non di STM ma bensì di un altro importante gruppo del settore, Texas Instruments. Il gruppo americano ha chiuso il terzo quarto del 2025 con ricavi in crescita a 4,74 miliardi di dollari (4,15 un anno fa) e sopra i 4,65 del consensus ma con utile per azione a 1,48 dollari, appena sopra gli 1,47 del 2024 e leggermente sotto gli 1,49 del consensus.

Guidance deludente

Ma la delusione maggiore è arrivata - come spesso accade data la propensione del mercato a guardare a quello che accadrà piuttosto che a ciò che è ormai alle spalle - dalla guidance per il trimestre in corso. Il management si attende ricavi a 4,40 miliardi di dollari (centro della forchetta 4,22-4,58), molto meglio dei 4,01 del quarto quarto del 2024 ma sotto i 4,51 del consensus, mentre l'utile per azione è stimato in 1,26 (1,13-1,39) dollari, sotto gli 1,30 dell'anno scorso e soprattutto ben inferiore agli 1,41 previsti dagli analisti.

Dazi=incertezza

L'ampiezza della forchetta della guidance è figlia dell'incertezza causata dalla campagna dei dazi avviata da Trump. Il funambolico presidente americano ha minacciato dazi del 100% sui semiconduttori con l'obiettivo di spostare la produzione negli USA. Tutto ciò crea un clima di incertezza nel settore e, conseguentemente, spinge i gruppi a un atteggiamento molto prudente quando si trovano a formulare previsioni sull'andamento degli affari.