Satelliti, il gruppo europeo con Leonardo, Airbus e Thales

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Satelliti, il gruppo europeo con Leonardo, Airbus e Thales
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Forse parlare di una razionalizzazione è un po’ eccessivo, dato il ginepraio di quote coinvolte, ma di certo l’ambizione al nuovo polo spaziale europeo con Airbus, Thales e Leonardo non manca, quantomeno se si considera che uno dei maggiori antagonisti sarà la SpaceX di Elon Musk. Già perché il range delle attività coinvolte comprende telecomunicazioni, navigazione globale, osservazione della Terra, ricerca scientifica, esplorazione e sicurezza nazionale.

Satelliti, un colosso europeo da 6,5 miliardi di fatturato e 25 mila dipendenti

La nuova società europea avrà un peso molto concreto da subito, comunque, con 6,5 miliardi di euro di fatturato pro-forma e 25 mila persone impiegate in tutta Europa, oltre a un portafoglio ordini capace di coprire tre anni di lavoro (dell’ordine quindi dei 20 miliardi).

Le quote di controllo sono pressoché paritetiche, la guida quindi sarà congiunta tra i tre player il franco-tedesco Airbus (35%), il francese Thales (32,5%) e l’italiano Leonardo (32,5%). Con una leggera prevalenza del primo, la Airbus che conta tra gli azionisti di peso il governo francese (SOGEPA 10,8%), tedesco (GZBV 10,8%) e spagnolo (SEP 4,1%).

Airbus fornirà le attività di space systems e space digital provenienti da Airbus Defence and Space, una divisione reduce da una profonda revisione che ha comportato oneri per 1,3 miliardi di euro nel 2024 e prevede tagli del personale da oltre 2 mila posti entro metà 2026. Airbus integra anche AOS, la Airbus OneWeb Satellites in passato condivisa con Eutelsat OneWeb e proprietaria di un impianto di produzione satelliti in Florida.

La francese Thales, dove lo Stato francese ha il 36,37% dei diritti di voto, ci metterà soprattutto il 67% di Thales Alenia Space (il resto è di Leonardo) che si occupa appunto di satelliti e forma con Telespazio (questa volta 67% Leonardo e 33% Thales) la Space Alliance che in particolare fornisce moduli per stazioni spaziali, navi cargo, robotica, sistemi di trasporto spaziale e materiali avanzati (e lavora a progetti per riportare gli astronauti sulla Luna).

Satelliti, le quote e il ruolo di Leonardo nel nuovo gruppo

Simmetricamente Leonardo metterà le quote della Space Alliance. Ma va detto che si scivola già in un territorio più caratterizzato dai progetti che dagli assetti proprietari. Per esempio ci sono i programmi di osservazione della terra Cosmo-SkyMed e Copernicus. La stessa Telespazio ha creato con l’ASI (l’Agenzia Spaziale Italiana, altro attore di questo complesso scenario) e-GEOS che si ricollega ai dati di COSMO Sky-Med.

Per l’operatore Eutelsat Thales Alenia Space ha costruito e lanciato nel 2022 il satellite geostazionario di telecomunicazioni EUTELSAT KONNECT VHTS, il più potente mai costruito in Europa. Ricerca, telecomunicazioni e difesa sono insomma tra i pilastri del nuovo gruppo che però non include i lanciatori.

Satelliti, Avio resta fuori dal piano e fa la sua strada

Avio, che ha come maggiore azionista proprio Leonardo (il cui socio di riferimento resta il Ministero dell’Economia) al 28,6% del capitale, ha proprio oggi approvato in assemblea un aumento di capitale da 400 milioni di euro, circa un terzo della sua attuale capitalizzazione di Borsa.

E’ un po’ genericamente orientato alla crescita, ma incrocerà senz’altro il nuovo gruppo europeo dello spazio cofondato dal socio Leonardo. Avio si occupa infatti di lanciatori per satelliti, Vega è il suo prodotto di punto, un motore a propellente solido con specifiche ambizioni negli Stati Uniti, dove questo segmento di mercato è valutato in 1,7 miliardi di dollari.

L’anno scorso Avio ha contribuito al lancio di Ariane 6 una missione di invio satelliti con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) che a breve dovrebbe lanciare due satelliti Galileo. E qui si ritorna ai nomi di prima perché Arianespace ha tra i suoi azionisti Avio, ma è controllata al 74% da ArianeGroup che a sua volta è controllata in parti uguali da Airbus e da Safran.

Per questa via si arriverebbe anche ai progetti comuni nei missili di MBDA o alle tecnologie USA di Raytheon con cui Avio collabora, ma sarebbe già un’altra storia. Meglio rimanere con i piedi per terra.

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