Campari, alcune voci hanno incoraggiato l'azione

di FTA Online News pubblicato:
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Campari, alcune voci hanno incoraggiato l'azione

Campari positivo in avvio di ottava: il titolo ha guadagnato l'1,66% a 5,62 euro, i prezzi hanno oscillato tra 5,542 e 5,686.

Campari torna al centro dell’attenzione dopo alcune indiscrezioni di stampa secondo cui il gruppo starebbe valutando la cessione di tre marchi storici del segmento amari: Averna, Braulio e Zedda Piras. Si tratta di brand rilevanti sul piano culturale e commerciale, ma oggi considerati non strategici nella visione di lungo periodo della società guidata da Bob Kunze-Concewitz.

Secondo le stime riportate, i tre marchi genererebbero complessivamente circa 80 milioni di ricavi, pari a circa 2,5-3% del fatturato di Campari. Una quota tutto sommato marginale, con una redditività probabilmente inferiore alla media del gruppo: si ipotizza un CAAP al 25-30%, contro un margine di gruppo vicino al 42%.

La manovra sarebbe coerente con la strategia già annunciata: razionalizzare il portafoglio, concentrando energie e capitale sui marchi globali ad altissimo potenziale (Campari, Aperol, Wild Turkey, Grand Marnier, Espolón). Non sorprende che nel 2024 la società abbia già ceduto Cinzano, confermando una chiara direzione di semplificazione e focalizzazione.

Tra i potenziali acquirenti compare il nome di NewPrinces, società emergente nel settore beverage che ha già manifestato interesse e che potrebbe sfruttare l’acquisizione per accelerare lo sviluppo nel segmento spirits, anche in ottica di maggiore saturazione produttiva. Altri possibili player includono Gruppo Montenegro, Ilva Saronno, Lucano e Fratelli Branca.

A livello valutativo, ipotizzando multipli simili a quelli usati per Cinzano (circa 1,3x EV/Sales), Campari potrebbe incassare intorno ai 100 milioni di euro: una cifra non trasformativa, ma utile per rafforzare la strategia di allocazione efficiente del capitale, con impatto nullo o trascurabile sul valore del gruppo.

Per Campari, dunque, non si tratterebbe tanto di un’operazione finanziaria quanto di un passo in avanti nella costruzione di un portafoglio sempre più orientato ai marchi premium e globali, lasciando andare brand importanti ma meno scalabili.

Mediobanca Research conferma la visione positiva, mantenendo rating outperform e target a 7 euro, sottolineando come la strategia di portafoglio rimanga coerente e di lungo termine.

Campari, azione ancora in fase laterale

Campari continua a muoversi all’interno di una fase laterale ben definita, e nelle ultime settimane sta costruendo una possibile figura di doppio minimo. I prezzi hanno infatti reagito più volte dal supporto critico in area 5,30 euro, livello che rappresenta la base dell’attuale congestione e che, finora, ha evitato un'accelerazione ribassista più profonda.

Il rimbalzo recente ha riportato le quotazioni verso la resistenza intermedia a 5,70 euro, che corrisponde alla linea mediana del potenziale doppio minimo. Si tratta di un livello decisivo: è qui che finora ogni tentativo di risalita si è fermato, mostrando come la pressione ribassista resti ancora presente all’interno del rettangolo di consolidamento.

L’ostacolo tecnico principale rimane però l’area 6,10 euro, cioè il lato alto della figura e precedente supporto diventato ora resistenza. Solo un superamento deciso di questa fascia aprirebbe lo spazio per un segnale di forza più robusto, capace di ripristinare il trend rialzista interrotto a settembre.

Al contrario, un’eventuale discesa sotto 5,30 euro invaliderebbe la figura di doppio minimo e trasformerebbe l’attuale fase laterale in un modello di continuazione ribassista, con rischio di movimenti verso i minimi di periodo.

In sintesi, Campari si trova in un punto di equilibrio delicato: il mercato sta cercando di costruire una base solida, ma la conferma del recupero richiederà il superamento delle resistenze chiave, mentre il supporto a 5,30 rimane il livello da difendere per evitare un nuovo deterioramento del quadro tecnico.

Ariston Holding, spunti dal dossier russo

Rialzo superiore ai 6 punti percentuali ieri per Ariston Holding. Il titolo potrebbe essere tra i maggiori beneficiari dell'eventuale conclusione della guerra Russia-Ucraina. Il gruppo ha un importante sito produttivo a San Pietroburgo, gestito dalla controllata Ariston Thermo Rus LLC, dove vengono realizzati scaldacqua e altri sistemi di riscaldamento.

La società era stata sostanzialmente requisita dalla Russia nel 2024 e affidata alla gestione di Gazprom, circostanza che aveva costretto Ariston a effettuare una importante svalutazione nel bilancio 2024.

A fine marzo di quest'anno Mosca ha restituito al gruppo italiano la proprietà e la piena gestione di Ariston Thermo Rus.

La chiusura del conflitto potrebbe preludere alla rimozione delle sanzioni contro la Russia con conseguenti benefici a livello di interscambio commerciale con l'Europa.

Ariston ha chiuso il terzo trimestre 2025 con ricavi pari a 668 milioni di euro (+4,2% a/a su base organica), EBIT rettificato a 48 milioni (+21,3% a/a) con margine al 7,4% a perimetro costante (5,1% nel primo semestre) e free cash flow nei primi nove mesi a 1 milione di euro rispetto ai 13 milioni l'anno scorso, di cui 15 milioni di euro nel terzo trimestre.

Il management ha migliorato la guidance 2025 sui ricavi netti, ora attesi in crescita organica di circa il 3% (prima era tra +1% e +3%), confermata l'indicazione per il margine EBIT rettificato superiore al 7%.

Ariston, reazione del titolo, ma servono conferme

Il titolo Ariston è rimbalzato dopo aver testato a inizio mese, in area 3,45, la base del canale che scende dai top di giugno. La reazione si è sviluppata in tre fasi, con i prezzi che nell'ultima settimana sono tornati a salire con forza avvicinandosi ieri alla parte alta dello stesso canale, resistenza poco oltre 4,25.

Il superamento di tale ostacolo creerebbe i primi presupposti per un recupero più esteso, che potrebbe ricondurre il titolo proprio sui massimi di fine primavera a 5,20 circa. Prime conferme oltre 4,45, poi al superamento di area 4,80. Segnali negativi invece in caso di discese al di sotto della media esponenziale a 30 sedute, ora a 3,80 euro circa.

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