Campari reduce da una seduta brillante
pubblicato:Saipem sui livelli di fine febbraio, positivi diversi analisti

Bel rialzo ieri per Campari che ha guadagnato più di 6 punti percentuali salendo in chiusura a quota 5,91.
Rémy Cointreau ha deciso di rinunciare ai target di crescita annunciati per il 2030 a causa delle incertezze sui ricavi in USA per via dei dazi. L'utile operativo dell'esercizio 2024-2025 ha segnato una flessione del 30,5% su base annuale, leggermente meglio del -31,7% del consensus.
Nel primo trimestre 2025 anche Campari ha conseguito risultati poco esaltanti. I ricavi sono apparsi in calo del 4,2% su base annuale a 666 milioni, l'EBITDA rettificato è stato du 174 milioni, -10,9% organicamente e -4,1% complessivamente. L'utile prima delle imposte è sceso a 107 milioni, -26,1%, mentre quello prima delle imposte rettificato si è attestato a 114 milioni, -22,5%.
Equita aveva confermato la raccomandazione buy sul titolo, riducendo il target del 2% a 7,90 euro. In seguito a tali risultati anche HSBC aveva tagliato il prezzo obiettivo da 7,90 a 7,70 euro.
Campari, prolungata fase laterale del titolo
Il grafico del titolo Campari è caratterizzato da una prolungata fase laterale che si protrae da novembre attorno a 5,80 euro. Il rialzo di ieri ha ricondotto i prezzi in area 5,90, ma per interrompere l'impasse degli ultimi mesi ci vuole qualcosa di più duraturo.
Innanzi tutti appare necessario il superamento di quota 6,00 e poi i prezzi dovranno avere la meglio, con una chiusura settimanale, sulla resistenza a 6,40 euro.
Solo allora si farebbe spazio l'ipotesi di un ulteriore crescita verso area 7,70/7,80, target del doppio minimo in formazione a 5,10 euro circa. Sotto 5,45 invece probabile un nuovo test a 5,10 euro, poi via libera verso quota 4,00.
Saipem,
Netto rialzo ieri per Saipem, il titolo ha guadagnato il 2,27% a 2,297 euro. I prezzi hanno oscillato tra 2,235 e 2,298 euro.
La prospettiva di fusione tra Saipem e la norvegese Subsea7 sta ricevendo un'accoglienza sempre più favorevole da parte degli analisti, che ne riconoscono il potenziale strategico e industriale.
Valutazioni degli analisti
Jefferies ha recentemente rivisto la propria posizione sulla fusione, ritenendo ora che la strategia alla base dell'operazione sia più solida di quanto stimato inizialmente.
AlphaValue ha alzato il prezzo obiettivo su Saipem da 3,42 a 3,62 euro, confermando la raccomandazione "buy".
Kepler Cheuvreux ha confermato la raccomandazione "buy" su Saipem, con un prezzo obiettivo a 3,6 euro, sottolineando la forte visibilità del backlog e il miglioramento dei risultati.
Anche Intesa Sanpaolo e Barclays mantengono una visione positiva sul titolo, con raccomandazioni "buy" e "overweight" rispettivamente, e prezzi obiettivo a 3,1 e 3,4 euro.
Dettagli dell'operazione
Annunciata a fine febbraio 2025, la fusione tra Saipem e Subsea7 prevede la creazione di una nuova entità denominata Saipem7, con un closing previsto nel secondo semestre del 2026.
La nuova società avrà un portafoglio ordini combinato di 43 miliardi di euro, ricavi annuali di circa 20 miliardi di euro e un EBITDA superiore a 2 miliardi di euro.
Gli azionisti principali includeranno il Tesoro italiano (circa 17%), Siem Industries (11,9%), Eni (10,6%) e CDP Equity (6,4%).
Prospettive future
La fusione mira a creare un leader globale nei servizi energetici offshore e onshore, con sinergie annuali stimate in circa 300 milioni di euro entro il terzo anno post-fusione.
La combinazione delle competenze e delle risorse delle due aziende dovrebbe migliorare l'efficienza operativa e ampliare l'offerta di servizi integrati.
Con il supporto dei principali azionisti e una visione strategica condivisa, Saipem7 si posiziona per affrontare le sfide del settore energetico globale e sfruttare le opportunità di crescita.
Gli investitori e gli analisti continueranno a monitorare l'evoluzione dell'operazione e le performance finanziarie delle due aziende nel periodo pre-fusione.
Saipem, serviranno conferme oltre i 2,33 euro
Il titolo Saipem ha fatto registrare ieri a 2,2970 euro la chiusura di seduta maggiore dal 24 febbraio ma non è riuscito a scavalcare, per adesso, la resistenza offerta a 2,33 dal 61,8% di ritracciamento del ribasso dal top del 10 gennaio a 2,80 euro.
Solo oltre 2,33 sarebbe lecito attendersi una estensione del rialzo nato dal minimo di aprile a 1,59 euro con primo target a 2,54 (massimo di febbraio e 78,6% di ritracciamento del ribasso dal top di gennaio) e successivamente a 2,70 euro.
Senza la rottura di 2,33 ed in caso di violazione di 2,20 rischio di test del minimo del 23 maggio a 2 euro. Questo supporto può essere visto come la base del potenziale doppio massimo in formazione nelle ultime settimane, una figura ribassista che se completata con la violazione dei 2 euro potrebbe anticipare cali verso la base del gap del 14 aprile a 1,79 euro.