La rottura tra Trump e Musk manda ko le Tesla
pubblicato:Violenta lite sui social tra i due, le accuse spaziano dalle auto elettriche al bilancio federale, ma qualcuno prova già a ricucire

Alla fine la separazione è diventata frattura e quindi scontro senza esclusione di colpi. In molti lo avevano previsto già all’indomani della campagna elettorale USA: due personalità ‘esuberanti’ come Donald Trump ed Elon Musk non potranno convivere a lungo pacificamente. Così è stato.
Prima Musk, alle prese con l’impatto sulla sua Tesla delle sue nuove posizioni politiche, ha lasciato l’amministrazione pubblica e il suo Dipartimento per l’efficienza DOGE; poi ha cominciato a criticare sempre più aspramente la manovra finanziaria duramente portata avanti da Trump.
Trump-Musk, montano rapidamente le accuse sui social
Ieri poi le cose sono degenerate. “Elon stava arrivando al limite, gli ho chiesto di andare, ho spazzato via il suo ‘mandato EV’ che forzava tutti a comprare auto elettriche che nessuno altrimenti vorrebbe (e sapeva da mesi che stavo per farlo) e lui è semplicemente impazzito!”. Così Trump sul suo social media Truth ha usato per Musk l’espressione che aveva impiegato per Putin e lo ha anche accusato di un “disturbo da Trump”, una misteriosa sindrome che colpirebbe gli alleati che si separano dalle sue posizioni.
Musk sul suo X ha replicato sempre più duramente, accusando Trump di mentire, affermando che senza di lui avrebbe perso le elezioni e i democratici controllerebbero la Camera.
Sostiene anche che il presidente USA è nei ‘file Epstein’ collegati al finanziarie Brian Epstein finito suicida nel 2019 in attesa di un processo per traffico sessuale di minori. Per questo, secondo Musk, i file non sarebbero stati resi pubblici.
Trump ha allora affermato che il modo più semplice per risparmiare nel budget Usa miliardi e miliardi di dollari sarebbe interrompere i sussidi governativi e i contratti di Musk.
L’industriale gli ha risposto che la sua SpaceX cancellerà subito il programma della nave Dragon, in teoria la prima nave spaziale privata capace di trasportare esseri umani nella stazione spaziale.
Poi l’accusa che i dazi porteranno una recessione Usa nella seconda metà dell’anno dopo le critiche al budget di Trump che da “Big Beautifull Bill” diventa un “Big Ugly Spending Bill” e la denuncia: il Congresso sta mandando l’America in bancarotta, gli interessi sul debito sono volati a 1,13 trilioni di dollari nel 2024.
Ai suoi milioni di follower su X Musk chiede: “E’ il momento di creare un nuovo partito politico in America che rappresenti l’80% della popolazione?”.
Vengono coinvolti uomini e incarichi vicini ai due litiganti, si riesumano gli attriti di Musk con lo staff del presidente, ma intanto la crisi politica e potenzialmente economica che monta allarma sempre di più gli osservatori.
Trump-Musk, anche il mercato reagisce
Ieri sera le azioni di Tesla hanno perso il 14% a Wall Street, annullando buona parte del recupero di quel crollo del 56% che avevano registrato tra la metà di dicembre e i primi di aprile. In queste ore in pre-market ci sono però segnali di recupero, da ponderare con cura.
Oggi sul Corriere della Sera Federico Rampini parla di uno scontro tra un iperliberista e un populista, forse inevitabile. Si temono impatti a 360 gradi, Musk, che non si può candidare alla presidenza perché nato in Sudafrica, potrebbe però sponsorizzare sempre di più i nemici di Trump in vista delle elezioni di midterm.
Al tempo stesso deve arginare i danni gravissimi che ha arrecato alla Tesla, in America e in Europa, dove deve difenderla anche dalla montante competizione cinese. Deve quindi anche difendere i lucrosi contratti di SpaceX.
A Politico non sfuggono però anche i primi segnali di pacificazione.
Il finanziere Bill Ackman fa da pontiere: “Difendo Donald Trump ed Elon Musk e dovrebbero fare pace per il bene del nostro grande Paese. Siamo molto più forti uniti che divisi”. Alcune ore dopo gli risponde Musk: “Non hai torto”.
La diplomazia è già al lavoro, ma molti pensano che non sarà un lavoro facile.