Cartelle esattoriali 2024, tutte le novità sulla prescrizione
pubblicato:Diverse le novità in arrivo per tutti i contribuenti alle prese con le cartelle esattoriali del 2024, soprattutto per quanto riguarda la prescrizione. Ecco come il Fisco diventa ancora più "amico".
Una riforma significativa del sistema di riscossione, e anche della prescrizione stessa delle cartelle esattoriali.
Così è stata salutata la nuova disposizione prevista dal decreto legislativo 110/2024, pubblicato di recente nella Gazzetta Ufficiale, che porta diverse novità per chi punta alla prescrizione delle proprie cartelle.
Ma non solo. Oltre alla prescrizione, la riforma guarda anche alla rateizzazione stessa delle cartelle, così da invogliare di più il contribuente a pagare per la loro cancellazione.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Wolters Kluwer Italia.
Cartelle esattoriali 2024: come cambia la prescrizione
Partiamo con la prescrizione delle cartelle esattoriali intestate a più debitori solidali, come possono essere ad esempio i coniugi.
Con la nuova disposizione, i debitori solidari potranno ritrovarsi con la sospensione della prescrizione nel caso in cui venga richiesta la rateizzazione delle somme. Come precisa l'articolo 15 del decreto, tale sospensione decorre dal pagamento della prima rata e dura per l'intero piano di rateizzazione.
Inoltre, i coobligati solidali saranno ulteriormente tutelati a livello di notifica: non sarà più sufficiente l'avviso di intimazione da parte dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione (AER), ma servirà la notifica della cartella di pagamento prima di procedere alla riscossione.
Infatti, l'AER dovrà informare i coobligati dando notizia della richiesta di rateizzazione, del numero di rate e della durata del piano.
Cartelle esattoriali 2024: qual è la durata della prescrizione
Come abbiamo visto, la modifica in questione non riguarda il tempo di prescrizione, ma la sospensione stessa della prescrizione.
A essere precisi, anche con le disposizioni del decreto legislativo 110/2024, la durata della prescrizione delle cartelle esattoriali rimane sostanzialmente invariata: dai 3 ai massimo 10 anni, ma tutto questo a seconda della tipologia di imposta.
Per citare le imposte più comuni, ad esempio il bollo auto viene prescritto dopo 3 anni, salvo l'intervento di misure sanzionatorie più pesanti, come la cancellazione dal PRA (Pubblico Registro Automobilistico).
Invece, la prescrizione quinquennale è prevista per IMU, TASI, TARI e per i contributi INPS e INAIL, oltre che per le sanzioni amministrative come le multe stradali.
Mentre per quanto riguarda la prescrizione decennale, essa è prevista nel caso di imposte catastali e di registro, Canone RAI e principali imposte come IRPEF, IVA, IRES e IRAP.
Ricordiamo che la prescrizione deve essere priva di interruzioni per tutta la sua durata. Basterebbe infatti l'invio di una nuova cartella, l'intimazione di pagamento con annessa lettera di diffida, oppure il preavviso di fermo e/o ipoteca se non addirittura il pignoramento stesso per ricominciare da capo il periodo di prescrizione.
Cartelle esattoriali 2024: novità sulla rateizzazione
Oltre alla prescrizione, come già anticipato, altra novità riguarda la rateizzazione delle stesse cartelle.
Stavolta, però, si tratta di una modifica molto più corposa rispetto a quella della prescrizione, perché va a toccare sia la numerosità delle rate che gli importi limite per la richiesta.
Come riporta l'articolo 13 del decreto, il contribuente con debiti inferiori a 120mila euro, se richiede quest'anno la rateizzazione, dovrà accontentarsi del solito piano da 72 rate.
Mentre se la richiede dal 2025, sarà possibile accedere a un piano rateale da 84 mensilità. Un piano che aumenterà nei successivi bienni da 96 rate (per il biennio 2027-2028) fino a 108 rate (dal 2029).
Questo vale per quanto riguarda la rateizzazione semplice, ovvero quando il contribuente dichiara di “versare in temporanea situazione di obiettiva difficoltà”.
In tal caso, la norma prevede solo per il 2024 un piano da 72 rate, mentre per i prossimi anni si potrà arrivare anche a 108 rate.
Inalterata invece rimane la rateizzazione giustificata, ovvero quando il contribuente attesta la propria situazione temporanea di obiettiva difficoltà.
In tal caso, il tetto massimo della rateizzazione arriva a 120 rate mensili per tutti i bienni successivi al 2024, ma solo se si hanno debiti superiori a 120mila euro.