Superbonus 110%: ecco chi ne ha ancora diritto nel 2024
pubblicato:La maggior parte dei richiedenti oggi deve accontentarsi del 70%. Non è però il caso di questi soggetti, che addirittura possono richiedere il Superbonus con la percentuale originaria del 110%. Ecco chi ne ha diritto.
Oggi chi ha ancora modo di richiedere il Superbonus deve accontentarsi di un'agevolazione molto contenuta, per la precisione al 70%.
Non è però il caso di questi soggetti che, grazie a una specie di "proroga" disposta dal Governo, potranno usufruire del Superbonus 110%.
Vediamo chi ne ha diritto quest'anno, e quali sono i requisiti previsti.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Rinalda Borra.
Superbonus 110%: chi ne ha diritto nel 2024
Tra coloro che possono richiederlo nel 2024, ci sono gli abitanti delle zone terremotate o alluvionate.
Per la precisione, quelli che abitano nei comuni colpiti dai terremoti e dalle alluvioni che hanno coinvolto regioni come l'Abruzzo, l'Emilia-Romagna, il Lazio, le Marche, l'Umbria, e così zone come Ischia e l'area dell'Etna.
Oltre ad avere la percentuale del Superbonus al 110%, questi soggetti potranno sommare sia lo sgravio del bonus sia il contributo previsto per la ricostruzione negli interventi adibiti al recupero degli edifici lesionati.
Ma non solo. Potranno anche usufruire dello sconto in fattura e della cessione del credito. Opportunità che, ricordiamo, non sono previste per tutti gli altri contribuenti dal 17 febbraio 2023, col varo del decreto Blocca-Cessioni.
Oltre ai terremotati, anche le Onlus hanno ancora oggi diritto al Superbonus 110%, purché le spese sostenute siano impegnate per lavori su edifici dove vengono svolte attività riconducibili a servizi sociosanitari e assistenziali.
Per finire, anche coloro che possono accedere al fondo indigenti possono richiedere il Superbonus con la percentuale originaria del 110%.
Superbonus 110%: quali sono i requisiti
Per queste categorie il Superbonus 110% prevede comunque dei requisiti abbastanza stringenti.
Nel caso dei terremotati, il richiedente, oltre ad abitare nelle zone colpite, dovrà acquisire e presentare l’asseverazione di un tecnico per le operazioni di efficientamento energetico e per quelle necessarie per la riduzione del rischio sismico.
Per quanto riguardano invece le Onlus, intanto dovranno rientrare nelle sottocategorie delle ODV (organizzazioni di volontariato), APS (associazioni di promozione sociale), o delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale.
Inoltre, le spese dovranno inoltre riguardare immobili qualificati con le categorie catastali B/1, B/2 o D/4.
Tali edifici dovranno essere posseduti a titolo di proprietà o di altro diritto reale di godimento (nuda proprietà, usufrutto) o al limite dovrà essere in vigore un contratto specifico (ad esempio, comodato gratuito) dapprima del 1° giugno 2021.
Mentre per quanto riguarda gli indigenti, bisognerà avere un reddito di riferimento non superiore a 15mila euro. Inoltre gli interventi edilizi dovranno aver raggiunto un avanzamento lavori pari almeno al 60% entro il 31 dicembre 2023.
Superbonus 110%: quali sono le scadenze
Per beneficiare della percentuale originaria del Superbonus 110% c'è ancora tempo, anche perché alcune scadenze non sono nemmeno troppo vicine.
Nel caso del Superbonus per i terremotati, il Superbonus "rafforzato" al 110% è previsto per le spese di ricostruzione sostenute fino al 31 dicembre 2025.
La stessa scadenza vale anche per le Onlus, che grazie alla proroga di inizio anno possono sostenere tutte le spese necessarie per i lavori di ristrutturazione ed efficientamento fino al 31 dicembre 2025.
Diverso è il caso per gli indigenti, che potranno accedere al fondo apposito entro il 31 ottobre 2024, data oltre la quale le risorse verranno assegnate alle domande presentate in tempo.
Risorse nemmeno troppo copiose, visto che la dotazione è di soli 16 milioni di euro. In termini di paragone, le risorse per i terremotati con il Superbonus "rafforzato" sono di circa 400 milioni.
Un bel problema per gli "indigenti", perché la disponibilità stessa dei fondi potrebbe limitare ancora di più non solo gli accessi, ma anche l'esito stesso delle domande già presentate.