Borse ancora forti, ma ci sono gli scogli nel torrente
pubblicato:Anche l’economia reale si aggancia al trend tech: Caterpillar sorprende con ricavi record grazie alla domanda di generatori per i data center AI

Borse ancora forti, ma gli scogli nel torrente non mancano
Le borse globali restano su livelli molto elevati, sostenute da un mix di ottimismo economico e attese per una Federal Reserve più accomodante. Le azioni mondiali hanno registrato la quinta seduta consecutiva di rialzi, toccando i massimi intraday di metà settimana, mentre il dollaro si è marginalmente indebolito in vista della decisione sui tassi e delle parole del presidente della Fed, Jerome Powell.
A Wall Street, l’entusiasmo non si ferma: i principali indici continuano a macinare record grazie a tre fattori chiave — il miglioramento del dialogo commerciale tra Stati Uniti e Cina, l’attesa di un taglio dei tassi d’interesse e il boom dell’intelligenza artificiale, che sta spingendo utili e investimenti ai massimi storici.
Secondo lo strumento CME FedWatch, il mercato attribuisce una probabilità del 97,8% a un taglio di 25 punti base da parte della Fed. Tuttavia, l’analisi dei dati macroeconomici è resa complessa dallo shutdown del governo americano, che ha ritardato la pubblicazione di molte statistiche ufficiali.
Lo scenario che si sta delineando è quello cosiddetto “Goldilocks”: crescita buona, inflazione contenuta e tagli dei tassi in arrivo — un equilibrio perfetto per i mercati.
Ma sotto la superficie emergono crepe: il mercato del lavoro mostra segnali di debolezza, e diverse grandi aziende — da Amazon a UPS — hanno annunciato nuovi licenziamenti.
Gli investitori attendono quindi con attenzione le parole di Powell non solo sui tassi, ma anche sul programma di riduzione del bilancio (QT), cruciale per capire la direzione della liquidità globale.
Nvidia e il paradosso della forza: record storici e rischio di eccessi
Il simbolo del momento rimane Nvidia, che ha superato per la prima volta i 5.000 miliardi di dollari di capitalizzazione — più dell’intero mercato delle criptovalute e pari a circa metà dello Stoxx 600 europeo.
Il titolo è salito del 4,7% dopo il balzo del 5% nella seduta precedente, spinto dagli annunci del CEO Jensen Huang, che ha rivelato ordini per 500 miliardi di dollari di chip AI e la costruzione di sette nuovi supercomputer per il Dipartimento dell’Energia statunitense.
In poco più di due anni, dalla nascita di ChatGPT, il titolo è salito di 12 volte, trasformando Nvidia da produttore di GPU di nicchia a spina dorsale della rivoluzione AI e a simbolo della rivalità tecnologica USA–Cina.
Nvidia è passata da produttore di chip a creatore di settore. Il mercato continua a sottovalutare la portata dell’opportunità AI.
Tuttavia, l’euforia che circonda il titolo solleva anche interrogativi: quanto è sostenibile una crescita così rapida, e dove si trova il confine tra progresso tecnologico e rischio di bolla speculativa?
L’economia reale si aggancia all’AI: il caso Caterpillar
Il boom dell’intelligenza artificiale non alimenta solo i listini tech. Anche l’economia industriale inizia a beneficiarne, come mostra il caso di Caterpillar, che ha pubblicato risultati trimestrali superiori alle attese con ricavi a 17,6 miliardi di dollari (+12% rispetto alle stime).
Il titolo è balzato del 12% grazie alla crescita della divisione Energia e Trasporti, spinta proprio dagli investimenti nei data center ad alto consumo energetico legati all’AI.
Gli analisti sottolineano come la domanda per sistemi di generazione di energia di backup sia in forte crescita, con l’azienda che mantiene una quota di mercato dominante nel settore. Tuttavia, anche qui non mancano le ombre: i dazi imposti dal presidente Trump sulle importazioni stanno aumentando i costi di produzione, stimati tra 1,6 e 1,75 miliardi di dollari nel 2025.
In altre parole, il boom tecnologico continua ad alimentare utili e crescita, ma il contesto politico e tariffario resta un rischio non trascurabile.
💡 Conclusione: rally solido, ma fragile
Le borse continuano a correre, sospinte da aspettative di crescita e liquidità, ma l’immagine complessiva ricorda un torrente impetuoso pieno di scogli.
L’ottimismo degli investitori si confronta con segnali di rallentamento dell’economia reale, tensioni geopolitiche e politiche monetarie ancora in evoluzione.
L’impressione è che i mercati stiano vivendo una fase di forza “tecnologica” più che macroeconomica. Finché la narrativa dell’AI regge, la spinta può continuare; ma il vero test arriverà quando il ciclo dei tagli dei tassi e la tenuta del lavoro americano saranno messi alla prova dei fatti.