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Criptovalute: Binance e Coinbase alla sbarra negli States, in Europa un quadro diverso

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
4 min

Gli Stati Uniti accelerano sulle regole passando dai tribunali, ma in Europa la Mica disegna un altro scenario e fissa un quadro e un approccio diversi. Basterà a fare chiarezza?

Criptovalute: Binance e Coinbase alla sbarra negli States, in Europa un quadro diverso

Una guerra si consuma di là dall’Atlantico, ma per ora arriva sulle coste europee soltanto una lontana eco. Qualcuno l’ha già chiamata la cripto-crisi. Di fatto si prepara un caso giudiziario che potrebbe ridiscutere tutta l’industria statunitense delle criptovalute e non solo.

La cripto-crisi Usa

Fra lunedì e martedì l’agguerrito presidente della SEC americana Gary Gensler ha dato il fuoco alle polveri, citando in giudizio Binance con 13 capi di imputazione e portando in tribunale anche Coinbase. A stretto giro ha chiesto anche il congelamento delle attività di Binance (Binance Holdings Limited, BAM Trading Services Inc., BAM Management US Holdings, Inc.) e del suo fondatore Changpeng Zhao, per proteggere i suoi clienti statunitensi. Ha anche chiesto che Binance rimpatri le attività dei clienti di BAM Trading e di BAM Management e che sia proibita la distruzione di file aziendali.

Gensler ha assunto la guida della Sec, la Consob degli Stati Uniti, nel 2021 e ha da subito dichiarato di ritenere che le società del mondo cripto agiscano in violazione delle regole dell’agenzia. Era lo stesso anno in cui Coinbase si quotava, con il cofondatore e CEO Brian Armstrong in un momento di gloria.

Adesso il confronto tra le parti è arrivato ai ferri corti e, nonostante Coinbase sia stata negli anni assai più prudente e misurata di molti competitor e abbia cercato un confronto con le autorità e le “regole”, sarà alla fine il Tribunale a decidere come stanno le cose e sarà forse una delle più importanti pronunce finanziarie della storia d’America.

I giudici dovranno decidere se, come dice Gensler, le cripto sono quasi tutte dei titoli e quindi vanno regolate di conseguenza o se non lo sono e allora bisognerà cercare una stabilità normativa che appare ancora lontana. Tutto il mondo degli asset digitali aspetterà con ansia gli esiti dello scontro legale.

Criptovalute, le dimensioni del caso USA

Qualche chiarimento è però necessario. Binance e Coinbase sono due colossi del mondo delle criptovalute, da soli forse arrivano a ospitare metà del trading globale di asset digitali, una pronuncia USA sul loro business può fare storia in questa fetta dell’economia.

Si tratterà anche di capire finalmente chi controlla cosa. Oggi negli Stati Uniti le criptovalute sono considerate delle materie prime e ai sensi del Commodity Exchange Act (CEA) le sorveglia quindi la CFTC (Commodity Futures Trading Commission).

C’è però anche l’autorità della SEC sul monitoraggio dei titoli e siccome Gensler sostiene che la gran parte degli asset digitali è un titolo, allora la questione dovrà essere risolta.

Si deve ricordare anche l’autorità della Financial Crimes Network del Dipartimento del Tesoro.

La complessità di questa rete di monitoraggi e l’assenza di un quadro definito potrebbero aver contribuito - secondo alcuni osservatori - non soltanto al collasso di FTX, ma anche di altri operatori del settore come Voyager o Celsius.

Cripto: ma qui in Europa?

La maggior parte degli operatori del mondo cripto ha chiesto spesso un quadro normativo stabile e un assetto più affidabile per l'industria, ma non è stato semplice fare dei passi avanti.

In Europa l’approvazione della MICA (Markets in Crypto-Assets) lo scorso 20 aprile ha fornito un riferimento condiviso per il settore con una presa di posizione diversa da quella USA. Se negli States infatti si tende, e il processo a Coinbase e Binance e gli interventi della CFTC ne sono una prova lampante, a ricondurre alle norme esistenti il mondo degli asset digitali, in Europa si è scelto un quadro normativo su misura.

I fornitori di servizi di crypto asset (CASP) hanno però ben 18 mesi per adattarsi al nuovo regime e i fatti e lo sviluppo del mercato rischiano in questa fase di superare di misura i tempi della legislazione.

È forte la definizione di crypto-asset come “una rappresentazione digitale di valore o di diritti che può essere trasferita e memorizzata elettronicamente, utilizzando tecnologie che supportano la registrazione distribuita di dati criptati (DLT) o tecnologie simili”. È importante anche il legame territoriale che si impone, con la richiesta ai CASP di una stabile organizzazione in Europa, ma ci sono inevitabilmente dei limiti.

Il quadro insomma rimane fluido, a tratti criptico.