Dazi Usa, Trump conferma le aperture ai negoziati
pubblicato:Dopo le minacce di venerdì scorso e la buona sortita della telefonata di von der Leyen, si stringe la maglia delle trattative. A breve potrebbero essere fissati i primi incontri

Nuovi segnali di distensione sul fronte dei dazi per l’Europa. In un post sul suo social media Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è detto soddisfatto della minaccia di venerdì scorso di imporre dazi del 50% sull’Europa dal prossimo primo luglio perché sostanzialmente avrebbe sbloccato le trattative.
“Sono appena stato informato che l’U.E. ha chiamato per fissare rapidamente delle date. Questo è un evento positivo, e spero che loro alla fine, come ho chiesto anche alla Cina, aprano le Nazioni Europee al commercio con gli Stati Uniti d’America. Otterrebbero gioia e successo da questo”.
A questa apertura si è giunti dopo giornate convulse.
Venerdì scorso Trump aveva minacciato nuovi dazi dal 50% accusando duramente l’Europa. I listini azionari dei mercati europei avevano subito forti perdite e l’Europa aveva annunciato di essere pronta a difendere i propri interessi. Poi, nel probabile contesto di mediazioni più dirette, i toni si erano ammorbiditi.
Domenica 25 maggio Trump annuncia che avrebbe rinviato al prossimo 9 luglio questi nuovi dazi sui beni d’importazione dall’Europa, dopo una telefonata della presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen che si era impegnata a impiegare il lasso di tempo disponibile nel tentativo di raggiungere un “buon accordo”.
Dazi Usa, i temi caldi per l'Europa
Il linguaggio adatto con Trump avrebbe insomma sbloccato le cose, anche se resta da ricordare che dazi al 25% su auto, acciaio e alluminio sono già stati imposti e che una tariffa base del 10% sulle importazioni viene comunque applicata, nonostante il congelamento per 90 giorni dei cosiddetti “dazi reciproci”.
Si aprono fronti diplomatici e ambiti di negoziazione anche se – riporta il Financial Times – su alcuni argomenti l’Unione non vuole arretrare, per esempio sulle tasse digitali.
I big Usa premono da tempo per vincoli meno stringenti nel Vecchio Continente e hanno trovato eco anche in alcune accuse di Trump, ma pilastri come il Digital Services Act, il regolamento europeo suoi servizi digitali, sono considerati come baluardi della sovranità europea presente e futura in ambiti troppo rilevanti. Il sistema europeo è scarsamente competitivo sulle tecnologie più strategiche e non si salverà soltanto con nuove regole, ma queste sono considerate essenziali per la difesa di alcuni diritti fondamentali.
Un ragionamento affine viene articolato anche sul fronte degli standard alimentari. In Europa la qualità dell’alimentazione è considerata un vanto e una caratteristica distintiva, difficilmente si abbasseranno i requisiti alimentari per venire incontro alle richieste di Trump.
Ma di certo su qualcosa l’Europa dovrà cedere, anche perché in questi giorni è sotto pressione su più fronti di politica internazionale. Urge su Bruxelles la questione ucraina. L’UE ha appena varato il diciassettesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia e secondo indiscrezioni potrebbe anche abbassare il tetto di prezzo al petrolio russo da 60 a 45 dollari, colpendo forse questa volta nel segno. Al tempo stesso gli attacchi sempre più frequenti della Russia in Ucraina hanno spinto per la prima volta Trump a parole di dura condanna di Putin (“è impazzito”): potrebbero aprire nuovi percorsi diplomatici per un cessate un fuoco dopo gli scambi di ostaggi, ma rivelarsi anch’esse frutto davvero di un’emozione del momento.
Anche il Medioriente divide profondamente l’Europa, fra Paesi che premono per un taglio dei rapporti commerciali con Tel Aviv e Paesi che frenano, come la Germania e l’Italia. Anche se nelle ultime ore anche a Berlino i toni su Israele si fanno più duri.
Dazi Usa, la Commissione UE moltiplica i contatti
Intanto la tela dei rapporti con Washington si addensa. Maros Sefcovic, commissario europeo al Commercio e alla sicurezza economica, ha parlato al telefono lunedì 26 maggio con il segretario al Commercio Usa Howard Lutnick e con il Rappresentante al Commercio Jamieson Greer nel tentativo di aprire la strada per dei negoziati affidabili.
Dopo “la buona telefonata” di von der Leyen di domenica, Sefcovic, ha espresso soddisfazione per i contatti telefonici con Lutnick e Greer.
A inizio giornata di oggi il post di Trump sulla soddisfazione per i contatti con l’Europa e la volontà di fissare a breve delle date per gli incontri confermano che il clima si è rasserenato. Sperando che duri.