De'Longhi reduce da una seduta movimentata dopo una promozione di Barclays
pubblicato:Ferragamo recupera con lo stop della Corte USA ai dazi

Seduta movimentata quella di ieri per De'Longhi, salita fino a 30,70 euro prima di chiudere gli scambi a quota 29,10. Barclays ha migliorato la raccomandazione sul titolo da underweight a equalweight con prezzo obiettivo incrementato da 23 a 30 euro, livello superato nell'intraday di ieri prima del dietro front.
Nel primo trimestre 2025 il gruppo ha fatto registrare ricavi in crescita del 14,6% su base annuale a 755,2 milioni di euro con un adjusted Ebitda pari a 116,3 milioni (15,4 dei ricavi rispetto al 14,2% dello scorso anno).
L'utile netto di competenza è stato pari a 57,4 milioni di euro, +11,7% rispetto al primo trimestre del 2024. La posizione finanziaria netta è positiva per 482,8 milioni. Confermata la guidance 2025.
De'Longhi, il titolo mostra nervosismo nelle ultime settimane
Il titolo De'Longhi si è mosso in maniera piuttosto nervosa nelle ultime settimane, oscillando tra 27,50 e 31,50 euro circa.
Nella seduta di ieri i prezzi hanno testato in area 30,60 la linea che scende dai top di febbraio, senza riuscire ad oltrepassarla.
Sul grafico settimanale campeggia un potenziale doppio massimo che i prezzi avevano provato ad avallare ad inizio aprile, con base a 24,85 euro circa. Sopra tale riferimento resta vivo il tentativo di rimbalzo che possa riavvicinare i corsi ai massimi annuali a 34,82 euro, conferme oltre quota 31,50 in chiusura settimanale. Sotto 27,00 euro invece rischio di un nuovo test della base del doppio massimo a 24,85, la cui violazione aprirebbe ad un ulteriore affondo con target a 19,80 e 18,65 circa.
Ferragamo approfitta dello stop ai dazi (già revocato in appello)
Interessante rialzo ieri per Ferragamo, il titolo ha guadagnato il 2,93% a 5,79 euro dopo avere oscillato tra 5,715 e 6,015. La recente decisione della Corte del Commercio Internazionale degli Stati Uniti di annullare gran parte dei dazi imposti dall'ex presidente Trump ha suscitato reazioni contrastanti nei mercati finanziari.
Sebbene inizialmente ci sia stato un certo ottimismo, soprattutto nel settore del lusso, la situazione è restata incerta a causa dell'appello presentato dalla Casa Bianca e delle potenziali implicazioni future. La Corte ha stabilito che Trump ha ecceduto i suoi poteri imponendo dazi generalizzati sotto l'International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) del 1977, una legge che non conferisce al presidente l'autorità di imporre dazi su larga scala. Di conseguenza, sono stati annullati i dazi del 10% su molte importazioni, ma sono rimasti in vigore i dazi su acciaio, alluminio e automobili, giustificati da motivi di sicurezza nazionale. Dopo la sentenza, i mercati europei hanno mostrato un moderato ottimismo. Ma ieri una Corte federale di Appello USA ha bloccato la decisione della Corte del Commercio Internazionale e riattivato in pratica le tariffe di Trump che ha espresso fiducia in una decisione definitiva sul caso da parte della Corte Suprema, dove su 9 giudici, 6 sono di nomina repubblicana. Il consigliere alla Casa Bianca Paul Navarro aveva peraltro precisato che il governo avrebbe comunque trovato un modo per portare avanti i dazi alle importazioni.
A Milano, il settore del lusso ieri ha comunque registrato performance positive, con titoli come Moncler e Ferrari in rialzo. Tuttavia, l'entusiasmo è stato contenuto a causa dell'incertezza legata all'appello presentato dall'amministrazione Trump e alla possibilità che vengano utilizzati altri strumenti legali per reintrodurre i dazi.
Il settore del lusso è particolarmente sensibile alle politiche commerciali, poiché dipende fortemente dalle esportazioni.
Inoltre, esistono altri strumenti legali, come la Sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962 e la Sezione 301 del Trade Act del 1974, che potrebbero essere utilizzati per imporre nuovi dazi.
In sintesi, mentre la decisione della Corte offre un temporaneo sollievo ai mercati e al settore del lusso, l'incertezza sulle future mosse dell'amministrazione statunitense mantiene alta la cautela tra gli investitori.
Ferragamo, l'azione testa i 6 euro
Anche Ferragamo del resto, dopo essersi spinto ad inizio seduta fino a testare i 6 euro, è sceso poi a fine seduta a 5,79, I massimi di giornata sono a contatto con la media mobile esponenziale a 50 giorni, una resistenza dinamica rilevante. Solo la rottura di questa resistenza, se confermata anche in chiusura di giornata, potrebbe anticipare una estensione del rimbalzo intrapreso dal minimo di aprile a 4,72 euro. Primo target a 6,50, poi a 7 euro. Sarebbe la rottura anche dei 7 euro a permettere la ricopertura del gap ribassista del 7 marzo con lato alto a 7,44 euro. Discese al di sotto di area 5,45 potrebbero invece anticipare la ricopertura del gap del 23 aprile a 5,13. Supporto successivo a 4,70 circa.