Economia, la Commissione UE taglia le stime sull'Italia
pubblicato:Il Pil Europeo rivisto al rialzo, anche se non mancano le sfide. Aiuta il calo dei prezzi dell'energia

La Commissione Europea nelle Previsioni economiche d’autunno ha alzato le stime sull’andamento del Pil dell’Eurozona dallo 0,9% delle previsioni di primavera e dell’intero 2024 all’1,3% nel 2025.
Un’accelerazione che deriva da una crescita nei nove mesi migliore delle attese e che continuerà nei prossimi anni con un Pil dell’Area della moneta unica all’1,2% nel 2026 (stima di primavera allo 0,9%) e all’1,4% nel 2027 (in linea con le attese di qualche mese fa).
Per l’Italia le cose peggiorano invece, almeno quest’anno. La crescita del Bel Paese nel 2025 secondo la Commissione UE dovrebbe essere dello 0,4%, meno dello 0,7% ipotizzato qualche mese fa, ma non troppo distante dallo 0,5% del Documento programmatico di finanza pubblica del nostro governo.
L’esecutivo europeo si aspetta dall’economia italiana una crescita un accelerazione allo 0,8% nel 2026 e nel 2027, su una media nel biennio simile alle previsioni di primavera che ipotizzavano una crescita dello 0,7% e dello 0,9% nei prossimi due anni. Il nostro governo si aspetta un +0,7% e un +0,8% rispettivamente. Restiamo insomma fermi alle cifre di crescita da prefisso telefonico.
Economia, cosa spinge al rialzo le stime per l’Eurozona
La Commissione Europea nell’articolato documento di oggi menziona le incertezze geopolitiche e geoeconomiche che ancora premono sul Vecchio Continente, dai dazi statunitensi alla guerra in Ucraina, ma ammette che, nonostante le persistenti fragilità e incognite, le condizioni chiave per l’espansione dell’attività economica restano in piedi.
L’impatto della guerra commerciale Usa è superiore al previsto, ma l’economia globale è migliorato nonostante tutto nel secondo trimestre sia negli Stati Uniti, che nel Giappone, che nella Cina.
Il nuovo report stima inoltre costi dell’energia più bassi del previsto con un petrolio sui 63 dollari al barile fino al 2027 e un costo dell’elettricità che dovrebbe declinare da 32 euro/MWh alla fine di quest’anno a 29 euro/MWh nel 2027: dovrebbero aiutare a tenere bassi i prezzi e l'inflazione, corroborando il potere di acquisto.
Anche le importazioni europee sono cresciute più delle attese e hanno bilanciato le minacce all’export, che comunque all’inizio di quest’anno è cresciuto nel tentativo di anticipare i dazi Usa. Propensione al consumo, tassi di risparmio elevati, stimoli fiscali al servizio degli investimenti sono tra i pilastri della reazione UE.
Non può sfuggire nelle tabelle il ritorno della Germania: la Commissione Europea ha alzato le stime sulla crescita del 2025 dallo 0,0% allo 0,2% e per il 2026 dall’1,1% all’1,2%, un livello di crescita del Pil che dovrebbe essere mantenuto anche nel 2027.
Accelera nelle stime anche la Spagna, dal 2,6% al 2,9% nel 2025, poi in rallentamento nel 2026 (2,3%) e nel 2027 (2,0%): rimane una delle economie più vivaci dell’area e la migliore tra le grandi.
L’esecutivo di Bruxelles alza anche le stime sull’economia della Francia, dallo 0,6% allo 0,7% quest’anno e poi in miglioramento dello 0,9% e allo 0,11% nei prossimi due anni.
Il commissario all'Economia Valdis Dombrovskis ha sintetizzato "Anche in un ambiente avverso, l'Europa ha continuato a crescere. Ora, dato il contesto esterno sfidante, l'Unione Europea deve intraprendere un'azione risoluta per sbloccare la crescita domestica. Questo significa accelerare il nostro lavoro sull'agenda per la competitività - compresi la semplificazione delle regole, il completamento del mercato unico e il rilancio dell'innovazione".
Previsioni d’autunno UE, le stime per l’Italia
Non fa bene come altri l’Italia. Le stime – come anticipato- vedono ora nel 2025 una crescita del Pil dello 0,4% contro lo 0,7% stimato in primavera e poi si passa dallo 0,9% allo 0,8% nelle previsioni sul 2026, un livello che appunto si profila anche per il 2027.
“Dopo un leggero calo nel 2025, la crescita del Pil è rimasta piatta nel terzo trimestre” si legge nel sito della Commissione. Il ciclo di investimenti del PNRR dovrebbe ancora sostenere l’edilizia non residenziale, mentre l’immobiliare da abitazione dovrebbe rallentare ancora solo in parte bilanciato da fondi privati.
Un mix meno favorevole di esportazioni e importazioni potrebbe pesare sul Pil nell’immediato, ma nel 2026 i consumi privati dovrebbero crescere grazie a un reddito reale disponibile in miglioramento e nel 2027 il consumo delle famiglie potrebbe diventare il driver principale della crescita.
Una dinamica presente in tutta Europa, ma che naturalmente influenzerà anche le performance italiane.
Il report della Commissione sottolinea che il deficit/Pil italiano scenderà dal 3,4% del 2024 al 3,0% quest’anno grazie un aumento del surplus primario allo 0,9% del Pil (dati in linea con le previsioni del governo). Bruxelles evidenzia un possibile incremento dei proventi fiscali dal prelievo su compagnie finanziarie e assicurative e questo dovrebbe bilanciare il taglio del cuneo fiscale per i ceti medi e altre misure di sostegno del reddito.
Complessivamente ancora la Commissione UE prevede un deficit 2026 al 2,8% (il governo uno del 2,7%) e nel 2027 indica un debito/Pil al 137,2% (137,4% la cifra indicata da Roma nel Documento programmatico di finanza pubblica 2025).
I surplus primari attesi non sono ancora sufficienti a comprimere il rapporto debito/Pil anche per via del peso dei crediti fiscali del Superbonus.
Di certo per l’Italia le sfide continuano.
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