STM tenta una reazione dopo i recenti affondi, ma il panorama resta fosco
pubblicato:Ieri Infineon ha registrato un rally nonostante numeri spesso deludenti, qualche spunto si trova anche per STM, ma serviranno ben altre conferme e ben altre strategie per rilanciare un'industria dei semiconduttori europea rimasta chiaramente indietro

In queste ore vediamo STM guadagnare l'1,09% e portarsi a 20,88 euro, pensiamo all'improvviso al rally di ieri di Infineon dopo i dati e proviamo a tirare un trait d'union.
Potrebbero essere spunti positivi anche per Stmicroelectronics.
Infineon, dati negativi per il gruppo con qualche spunto
Infineon ieri ha pubblicato dati deboli e in molti casi deludenti, ma ha fatto un rally importante tutto alimentato dalle prospettive. Il gruppo ha chiuso il quarto trimestre del suo esercizio fiscale al 30 settembre 2025 con ricavi in crescita a 3,94 miliardi (oltre il consensus posto a 3,909 e il dato di un anno fa a 3,919 mld), ma con un risultato segmentario, definito come utile operativo al netto di svalutazioni nette o rivalutazioni, di profitti derivanti da ristrutturazioni o chiusure, cessioni e altre voci che potremmo definire straordinarie, in forte calo da 832 a 717 milioni di euro (-14%) e quindi anche sotto le attese del consensus in media raccolto dalla stessa società a 733 milioni (quindi già con un’ipotesi forte di contrazione).
A differenza che nel quarto trimestre dell’esercizio al 2024 (sempre al 30 settembre) che si era chiuso con una perdita di 84 milioni, questa volta però Infineon ha chiuso i tre mesi con un utile di 231 milioni di euro che d’altronde non risente di perdite straordinarie per ben 438 milioni che avevano impattato la fine dello scorso esercizio. Il dato della bottom line del conto economico ha comunque deluso le attese che erano poste a 406 milioni.
Quindi un’altra delusione e questa volta sulla voce importante del risultato d’esercizio. Le prospettive di Infineon però sono piaciute, così leggiamo in giro. Eppure il gruppo si aspetta nel primo trimestre dell’esercizio al 2026 ossia tra ottobre e dicembre di quest’anno ricavi da 3,6 miliardi, mentre la media di consensus se ne aspetterebbe 3,77 di miliardi e per l’intero esercizio il gruppo si aspetta una crescita moderata, anche se il segmento PSS potrebbe crescere a un tasso più elevato grazie a una dinamica domanda di prodotti per l’alimentazione dei data center per l’AI.
La divisione PSS è quella dedicata a Power & Sensor Systems, che nel quarto trimestre ha fatturato 1,189 miliardi (+14%) con un utile segmentario di 179 milioni (+23%). Risultati brillanti in un contesto di generale calo delle performance su automotive, green industrial power e connected secure systems (queste le altre divisioni). Risultati della divisione PSS già molto positivi insomma, ma pari a meno della metà del fatturato del gruppo e a meno di un quarto dell’utile operativo complessivo.
Eppure ieri Infineon ha registrato una buona seduta con un rialzo dell’1,77% seguito a un allungo intraday a 37,93 euro che avrebbe implicato un balzo del 12% dei prezzi. Forse troppo ottimismo per un piccolo scatto che rimane comunque in un trend sostanzialmente laterale in forza dal 2023 almeno.
Ed STM?
Eppure qualche spunto positivo per STM potrebbe esserci perché poi parliamo proprio del genere di elettronica sui cui lavora la casa franco-italiana del chip con sede legale in Olanda e controllo ancora (molto) diviso tra Parigi e Roma.
Il gruppo guidato da Jean-Marc Chery i risultati del suo terzo trimestre li ha già pubblicati da un po’, nella seduta terribile del 23 ottobre in cui il titolo ha perso il 14% cancellando in un attimo tutto il recupero fatto da agosto. Da allora le cose sono andate anche peggio a Piazza Affari e il 7 e 12 novembre di questo mese il titolo ha ritestato quota 19,98 euro, ossia la quella soglia psicologica dei 20 sotto la quale si tornerebbe ai livelli di aprile.
Già su questi prezzi il titolo ha eroso quei supporti di area 20,6-20,8 che potevano costituire una base di rango. Niente da fare, anche oggi si crescerà domani.
Leggiamo stamane che alla European Technology, Media & Telecom lo stesso Chery sarebbe intervenuto confermando la stagionalità che implica un calo del 10% nel prossimo primo trimestre del 2025 (o leggermente superiore) rispetto al trimestre precedente (quello in corso), ma questa volta questa flessione potrebbe implicare una crescita del 20% circa rispetto al primo trimestre del 2025. Un ragionamento ineccepibile, come festeggiare un calo a doppia cifra.
STM, i conti del terzo trimestre deludenti e le prospettive crescita sequenziale, ma in flessione tendenziale
In realtà il giro d’affari di STM nel terzo trimestre ha tenuto, limitando i cali a un 2% (3,18 miliardi di dollari), ma è stato proprio il confronto tendenziale che ha sancito un crollo del 32,3% dell’utile netto a 237 milioni di dollari. Certo anche in questo caso qualche luce si vedeva: i ricavi automotive crescevano quasi del 10% su base sequenziale, con un book-to-bill sopra la parità, ma ci sono anche molte ombre.
Nel quarto trimestre, per dire, sono attesi ricavi da 3,28 miliardi di dollari in aumento di quasi il 3% rispetto al trimestre precedente, ma se si fa il confronto con lo stesso periodo del 2024 si registra un calo a doppia cifra, dell’11% circa e anche il margine lordo del 35% è ben al di sotto del 39,3% di un anno fa.
Ne abbiamo già parlato. E’ vero che sulla carta STM è ben focalizzata sui megatrend dell’elettrificazione dei trasporti e dell’energia da fonti rinnovabili, ma in pratica i numeri raccontano un’altra storia, non solo che ha perso il treno dell’AI, forse irreparabilmente, ma anche che non riesce a sfruttare la crescita che pure i player cinesi hanno saputo dimostrare proprio nel business dell’auto elettrica e dell’energia da fonti rinnovabili.
Neanche il boom prevedibile della domanda di energia elettrica sembra scaldare il business. Forse ci vorrebbe un’altra prospettiva, forse ci vorrebbe un altro management.
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